“Quest’anno il Csail ha deciso di non ripetere la “tradizione” di arricchire i presepi a casa di un piccolo pozzo petrolifero (con annessa trivella) e né di promuovere altre iniziative che da anni ha realizzato per Natale per testimoniare la condizione di tristezza della comunità valligiana e di quella saurina a causa di una sofferenza profonda delle famiglie dei nostri paesi che non hanno alcuna voglia di fare festa”. A sottolinearlo è Filippo Massaro. “In questo Natale – aggiunge – la nostra gente ha toccato con mano l’impoverimento crescente sempre a causa dell’attività petrolifera che non produce alcun beneficio per i magri redditi. Sarebbe sufficiente un’indagine tra le attività commerciali di Villa d’Agri e di Corleto per verificare che le spese alimentari, alle quali non si può rinunciare per le feste, hanno avuto un crollo vistoso a testimonianza che è stato superato il livello più basso dei consumi. Persino i supermercati hanno chiuso le casse sotto il segno meno rispetto al Natale già modesto del 2013. L’unica speranza è nella trasformazione della card carburante, che non abbiamo mai accettato come una soluzione se non in un aiuto per i lucani-automobilisti che non risiedono nei comprensori petroliferi, in card sociale che alimenterà il Reddito di Inserimento Sociale. La povertà – dice Massaro -va contrastata con strumenti adeguati che solo le royalties possono finanziarie. Se non si realizzano condizioni di crescita, sviluppo e lavoro, almeno si garantisca l’assistenza alle famiglie della Val d’Agri e del Sauro consentendo di mettere in tavola pranzo e cena. La vicenda della Vibac è la prova provata che l’occupazione da noi non ha vita facile specie nell’industria. E se a tutto ciò si aggiungono i problemi che vivono i titolari di aziende agricole e zootecniche, da sempre l’ossatura dell’economia locale, alle prese con i ritardati pagamenti degli aiuti comunitari, la fotografia del collasso è più nitida. Un Natale così triste non è mai accaduto prima. A pagarne le conseguenze in primo luogo le famiglie numerose e tantissimi bambini. Non ci resta – conclude Massaro – che aggrapparci alle preghiere dei nostri vescovi e parroci perchè il cuore e la mente dei politici si aprano alla sofferenza”.