Filippo Massaro per conto del Csail in una nota commenta il risultato favorevole portato a casa dalla Regione Basilicata nella partita che si gioca sul tavolo del Governo per il petrolio lucano. Di seguito la nota integrale.
La partita del petrolio lucano sul campo della legge di Stabilità, per usare un linguaggio che piace al coach della squadra lucana, è finita 2-1 (due per la Basilicata, art. 36 e 37 e uno per il governo Renzi art.38). Almeno per il calcio la vittoria, comunque ottenuta, è sempre un successo. Non so se valga anche in questo caso. Di solito si continua a vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Di fatto la Legge di Stabilità non promette nulla di buono per il Mezzogiorno tagliato fuori da investimenti per le infrastrutture e che continua a soffrire di crisi demografica che lo spinge all’emigrazione, in molti casi, od alla disoccupazione, quando viene meno la crescita. L’analisi dell’economista Massimo Lo Cicero mi sembra calzante: le classi dirigenti – che si occupano della politica e delle istituzioni meridionali – subiscono una doppia pressione: elargire sussidi per ottenere consenso dalla popolazione locale; proporsi come difensori delle consuetudini, dimenticando le migliori tradizioni del territorio, invece di catturare le innovazioni. Insomma le imprese che se ne vanno all’estero e gruppi dirigenti che si affezionano, troppo, al consenso del mercato politico locale. Una buona lezione di economia e di politica. Io penso che bisogna fare i conti, innanzitutto, con l’atteggiamento del Governo che in materia di energia limita notevolmente i poteri delle Regioni e delle Autonomie locali, realizzando un nuovo centralismo statalista con l’aggravante che si riferisce a scelte di forte impatto sui territori, sulle loro attività e sulla vita dei cittadini. In termini più semplici lo “sblocca energia” è quel disco verde che le compagnie petrolifere attendevano da tempo per trivellare la Basilicata e al quale ci siamo opposti tenacemente e continueremo a farlo. Adesso al coach il compito di evitare il rischio che la vittoria sul campo si trasformi in sconfitta sul territorio a partire dal comprensorio del petrolio. Nell’Italia di milioni di allenatori l’unico consiglio che ci sentiamo di dargli è quello di rafforzare il consenso dei suoi tifosi ricercando sempre e di più ascolto e dialogo per spiegare e chiedere giudizi, idee e proposte (non solo proteste) perchè in ogni partita il tifoso è sempre il dodicesimo uomo in campo.