Antonio Di Matteo, a nome del comparto agricolo tursitano, ha inviato una nota alla nostra redazione che contiene alcune proposte per arginare i danni provocati sul territorio dai cinghiali. Di seguito la nota integrale.
La massiccia ed incontrollata presenza di cinghiali nei territori del Comune di Tursi ha reso, negli ultimi anni, del tutto irrealizzabile ed economicamente insostenibile la pratica agricola. Coltivare cereali
è impossibile, visto che l’intero prodotto, dal periodo di semina fino a quello di raccolta, viene interamente distrutto. Allevare animali è impensabile, considerato che il pascolo viene continuamente devastato e i campi a foraggio resi impraticabili dai mezzi adibiti al raccolto.
Coltivare ortofrutta è altrettanto impossibile, visto che i voraci animali distruggono ogni tipo di coltivazione, durante tutto l’anno.
Alcuni rappresentanti del comparto agricolo tursitano hanno scritto al Presidente della Giunta Regionale, Pittella, e agli assessori regionali all’agricoltura e all’ambiente, evidenziando le seguenti
preoccupazioni e proposte: “ritengono che i danni arrecati alle colture siano insostenibili, tanto da disincentivare una qualsiasi attività agricola negli anni futuri; aggiungono che, in queste
evenienze, soltanto un allungamento del periodo di caccia al cinghiale e un serio programma di risarcimento danni possano risolvere definitivamente questa problematica sociale; ricordano che ci sono
strumenti normativi che consentono l’allungamento del periodo di caccia al cinghiale, oltre la possibilità di finanziare programmi di risarcimento danni.”
Vista la conclamata situazione di emergenza, gli agricoltori hanno chiesto alle istituzioni: “l’immediato allungamento del periodo di caccia al cinghiale; un imminente sopralluogo e un monitoraggio
costante con i tecnici della Regione Basilicata per valutare insieme i danni dei cinghiali; l’impegno a percorrere tutte le strade possibili per predisporre e finanziare programmi di risarcimento dei danni
derivanti all’agricoltura dai cinghiali.”
Ad oggi, nonostante sia passato un mese dalla accorata richiesta, nonostante in altre regioni italiane sia stata prolungata la caccia al cinghiale, per contenerne il numero, resta del tutto inevasa ogni
qualsiasi forma di azione da parte della Giunta regionale e delle istituzioni locali. Eppure sarebbe bastato un provvedimento d’urgenza, a costo zero, per alleviare almeno nel breve periodo lo stato di
emergenza in cui versa l’agricoltura tursitana, e non solo.
Antonio Di Matteo, promotore dell’iniziativa popolare