“Il ddlin materia di difesa della costa e per l’esercizio di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo approdato in Seconda Commissione contiene elementi positivi quali la delega ai Comuni della pianificazione particolareggiata delle aree demaniali marittime per fini turistico-ricreativi e la soppressione dell’Osservatorio Coste risultato negli anni inefficace ma necessita di approfondimenti e di una valutazione che faccia riferimento all’impatto in Basilicata di normative europee e nazionali”. E’ il parere del vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando che “la programmazione degli interventi lungo i 63 chilometri di costa della Basilicata, sempre piu’ soggetti a condizioni di rischio legate all’esondazione dei fiumi ed a fenomeni di erosione che hanno portato alla scomparsa di ampi settori di spiaggia e di parte delle dune, è l’elemento essenziale. Questi fenomeni, oltre a causare alterazioni degli ecosistemi, stanno producendo danni anche alle attivita’ economiche ed alle abitazioni. E’ evidente che – aggiunge – aggiornare la precedente legge regionale che risale al 2009 richiede prima di tutto strumenti aggiornati. Il piano di gestione integrata delle aree costiere (Prgc) è solo uno di questi per rispondere alla esigenza di collocare le azioni regionali di difesa della costa in una più appropriata cornice di pianificazione che, superando la logica dell’emergenza, contenga un programma di interventi coordinato ed organico di medio e lungo termine. Pertanto va tenuto in debita considerazione il “Protocollo d’intesa per la redazione di linee guida nazionali per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici” siglato nell’aprile 2016 tra il Ministero dell’ambiente e le Regioni compresa la Basilicata”.
Castelluccio evidenzia “lo stretto legame tra il ddl e l’applicazione della direttiva Bolkestein che prevede di rivedere le concessioni demaniali in essere.Non si può semplicemente cancellare con una norma il lavoro e gli investimenti realizzati negli anni da tante aziende balneari specie lungo la costa metapontina; bisogna declinare la presenza delle imprese con le norme europee. E’ sulla base di questo principio che vanno verificate le ricadute della nuova legge che ci apprestiamo a varare, al fine di coniugare la tutela del patrimonio ambientale del litorale con lo sviluppo delle attività turistiche”.
Nel sottolineare che Il disegno di legge delega ai Comuni il rilascio di concessioni di beni del demanio o della navigazione interna, del demanio marittimo o di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia, il vice presidente del Consiglio insiste sulla necessità di acquisire posizioni, idee, proposte e progetti dei Comuni del Metapontino e di quello di Maratea.Condividere le conoscenze e definire una strategia comune di gestione integrata dei litorali è infatti l’unica strada da percorrere per promuovere una vera crescita sostenibile, in grado di coniugare la tutela dell’ecosistema costiero con lo svolgimento delle attività economiche e sociali che fanno dei litorali e del mare, a partire dalla casta ionica sottratta ai progetti di ricerca di idrocarburi, una risorsa per l’economia e l’occupazione”.
temo che da quelle parti ci sia molta disattenzione ma è presto per dirlo Le foci dei fiumi della costa jonica sono divenute Zone di Speciale Conservazione con le loro brave Misure di Tutela e Conservazione bisogna rispettarle e poi si può intervenire urbanisticamente
Come per la Ferrovia,così per la costa e la sua lenta ed inesorabile erosione, si continua a girare intorno al problema in un continuo balletto di interventi tutti inneggianti al bisogno di ricercare una soluzione forse economica,ma poi si accede a soluzioni le più dispendiose in assoluto, con fiumi di denro pubblico che si continua a gettare in mare con la soddisfazione di chi può operare all’infinito ed inversamente alla svuotare il mare con il secchio bucato.
Dopo un lungo periodo di osservazione, studio, riflessioni e verifiche ho ipotizzato e brevettato le “ecostrutture polifunzionali per bio-architettura ricostruttiva di fondali marini instabili”, le ho più volte proposte in diverse tornate (in occasione dei lavori per il posizionamento dei tubi drenanti, poi per il risultato negativo del successivo ripascimento negativo, poi allorquando si posizionarono i sacchetti di sabbia, poi i massisul bagnasciuga ed infine ora che si sta allestendo il posizionamento di una grande barriera aperta di massi al largo dalla costa,ma sempre inutilmente.
Mai comunque che mi sia stata data una risposta in merito a quanto suggerito, forse l’elemento negativo più evidente risulta essere l’economicità dell’impresa, tale da non esercitare una lucrosa attrattiva per l’impresa appaltante.
Qualche mese fa ho illustrato anche al Sindaco di Scanzano, un noto avvocato del luogo, chsi mostrò molto interessato, ma poi si è dissolto come la spiaggia di Scanzano in rapida erosione.
Caro Pio anche le Zone di Speciale Conservazione richiedono a volte dei sacrificiper laloro effettiva tutela, ma mai con interventi di grande rilevanza, se ne può parlare.