I lavori di smantellamento (decommissioning) e gestione dei rifiuti radioattivi realizzati e in corso nel sito Itrec di Rotondella sono stati illustrati da Sogin, oggi, a Potenza, nel corso di una riunione del relativo Tavolo della trasparenza.
A presiedere i lavori l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono.
In particolare, il management della Società ha descritto il progetto per la bonifica della Fossa 7.1, approfondendo le diverse fasi in cui si articolano le operazioni. All’interno della Fossa 7.1 si trova, a circa 6 metri di profondità, un monolite in calcestruzzo armato contenente rifiuti radioattivi prodotti durante l’esercizio dell’Itrec. All’inizio dell’anno Sogin ha proseguito le attività preliminari all’avvio del taglio del monolite, a cui seguirà l’estrazione. I lavori sono stati sospesi lo scorso aprile a seguito della notifica a Sogin, da parte della Procura della Repubblica di Potenza, del decreto di sequestro preventivo dei tre bacini di raccolta effluenti liquidi e la relativa condotta di scarico a mare dell’impianto. Le attività di bonifica della Fossa 7.1 riprenderanno non appena verrà ripristinata la condizione di normale funzionamento del sistema di accumulo.
Per quanto riguarda la realizzazione dell’impianto ICPF, a seguito della risoluzione del contratto di appalto con il Raggruppamento Temporaneo di Impresa aggiudicatario, Sogin sta provvedendo alla custodia delle opere e delle aree di cantiere. La Società è al contempo impegnata nella predisposizione della nuova gara che sarà divisa in due parti: una relativa alla costruzione del deposito temporaneo il cui lancio è previsto per dicembre 2018; una per la realizzazione dell’impianto di cementazione del «prodotto finito» che sarà invece indetta entro il prossimo anno.
Uno dei principali progetti illustrato nel corso del Tavolo riguarda la sistemazione a secco degli elementi di combustibile irraggiato del ciclo uranio-torio (Elk-River). Al riguardo, è terminato l’addestramento del personale, attraverso un mock up appositamente realizzato, e sono state effettuate le prove a freddo per il reincapsulamento. È stata inoltre avviata la progettazione di fabbricazione dei cask.
Nell’ambito del Progetto Siris per sistemazione e trattamento rifiuti solidi pregressi, si stanno trattando i materiali e le attrezzature potenzialmente contaminate presenti in un locale sovrastante le aree di processo e la piscina dell’impianto, denominato Corridor.
Per quanto riguarda le sostanze rinvenute nella rete di monitoraggio delle acque della falda superficiale nell’area del Centro Ricerche di Trisaia, Sogin ha ribadito che non sono in alcun modo riferibili alle attività di decommissioning e gestione dei rifiuti radioattivi che dal 2003 svolge nel sito. A seguito del sequestro preventivo dei tre bacini di raccolta effluenti liquidi e la relativa condotta di scarico a mare, parti integranti dell’infrastruttura e rilevanti ai fini della sicurezza nucleare, Sogin ha messo in esercizio lo scorso 17 maggio un apposito impianto di accumulo e trattamento delle acque drenate dalla falda, che garantisce, prima del loro scarico, l’abbattimento di eventuali sostanze inquinanti mediante processi chimicofisici. Il 12 giugno scorso, terminate le analisi radiologiche e chimiche, è stato effettuato lo scarico a mare dei reflui d’impianto contenuti nella vasca di raccolta 2/1, fra cui le acque drenate dalla falda soggiacente il sito, raccolte e trattate nei giorni precedenti.
Seppure non responsabile della presenza degli inquinanti riscontrati, Sogin ha confermato l’ampia disponibilità a prestare la massima collaborazione per ogni attività promossa dagli Organi competenti e la massima attenzione verso la sicurezza della popolazione e dell’ambiente.
In riferimento al rallentamento subito delle attività di decommissioning a seguito dell’indagine giudiziaria e del sequestro preventivo dei tre bacini di raccolta, l’assessore ha lanciato un messaggio chiaro: “la sicurezza viene prima della velocità. Tutti noi, istituzioni, sindacati e cittadini, non vediamo l’ora di giungere alla fine di questo lungo processo, ma la vicenda, a suo modo unica nel panorama nazionale, è delicata da gestire e richiede la massima attenzione per le varie fasi. Chiediamo dunque, più che velocizzazione, massima sicurezza, anche rispetto al tema della gestione delle acque. Ciò anche alla luce del quadro nazionale che vede il programma di trattamento dei combustibili ancora da approvare. Per il resto prendiamo atto e restituiamo alle comunità gli elementi di tranquillità desumibili dalle indagini, rispetto alla radioattività e all’inquinamento di tipo convenzionale, ma continueremo a dedicare alla questione la massima attenzione. Rispetto ad un inquinamento risalente a molti anni fa, attribuibile alla Magnox, si sta accelerando con ENEA e Sogin la rimozione della principale fonte di contaminazione, pur non essendone responsabili”.
Al tavolo sono intervenuti, oltre al management Sogin, il sindaco di Rotondella Vito Agresti, Lamberto Matteocci per l’Ispra, Giambattista La Battaglia per l’Enea ed Eustachio Nicoletti per la Cgil Matera.