Decreto rinnovabili, Coordinamento di Puglia e Basilicata dell’associaziome LIPU onlus: “Senza dirottare i lucrosi sussidi, nuove aggressioni”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Martedì 25 settembre a Roma viene presentato presso la “Sala degli Arazzi” del Ministero allo Sviluppo Economico il famigerato Decreto incentivi FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) per la consultazione con gli stakeholders.
Un provvedimento impacchettato dall’allora Governo Gentiloni per erogare lucrosi sussidi ventennali a nuovi impianti rinnovabili che sarebbero rovesciati senza criterio sul celebrato territorio italiano, già umiliato dalla pseudo politica energetica.
Lo stesso Governo aveva varato una pessima Strategia Energetica Nazionale, in totale spregio alle leggi sulla V.I.A. , e di cui oggi il Decreto FER si fa forza.
La bozza del Decreto, fu già avversato da un cartello di Associazioni Ambientaliste poiché chiaramente speculativo.
Oggi il provvedimento è stato quindi ripreso dal Governo Conte, ai cui Ministri di settore (Svi.Eco., Ambiente, Economia, BB.CC. e Turismo, Affari regionali, Affari Europei) 11 Associazioni Ambientaliste avevano trasmesso una nota del 22 giugno scorso (VEDI) per invocare una profonda revisione, richiamando dati incontrovertibili.
A quell’istanza delle Associazioni non ha ancora fatto seguito alcun riscontro. Ne queste Associazioni sono state invitate alla giornata in questione, ad eccezione di Italia Nostra, a fronte di un nutrito parterre di associazioni di categoria. Con tutte le associazioni “interessate” che pregustano il sapore della torta finanziaria è facile immaginare gli esiti della consultazione!!!
Infatti dietro il paravento della lotta ai gas serra vi sono le aspettative delle fameliche società energetiche, in primis eoliche, che non aspettano altro che nuovi, lucrosi sussidi per rovesciare altri impianti su territori martoriati e orfani di tutele, grazie all’atteggiamento penoso e complice della politica dell’ultimo decennio.
L’evidente morbillo di pale e pannelli, rischia di essere enormemente aggravato: nuovi assalti di progetti scandalosi sono stati autorizzati o stanno per esserlo nelle procedure di VIA Ministeriale, Regionale o Provinciale a seconda della stratificazione normativa dell’ultimo periodo. E’ sufficiente visitare i siti internet dei servizi VIA per rendersi conto dell’aggressione in stile cavallette. Senza contare gli innumerevoli e occulti impianti inferiori a 1 MW non soggetti a VIA, malgrado di grossa taglia.
E pensare che non mancherebbero certo le alternative al miserabile incremento di qualche “zerovirgola” che l’eolico offrirebbe ingurgitando nuovi fiumi di denaro.
“Tutte le quasi 10.000 macchine eoliche che in gran parte stanno oltraggiando i territori rurali del Centro Sud – denuncia Enzo Cripezzi coordinatore della LIPU per Basilicata e Puglia – contribuiscono per l’1,5% del fabbisogno energetico totale del Paese. Un contributo miserabile, fallimentare, mentre i gas serra incalzano! Avremmo conseguito risultati ben più seri se le stesse risorse fossero state indirizzate privilegiando altre politiche energetiche invece di foraggiare la speculazione.”
“Questo Decreto – insiste Cripezzi – è avulso da qualsivoglia compartecipazione dei cittadini che, invece, potrebbero beneficiare degli incentivi (in periodo di crisi) con una diversa distribuzione delle risorse, ad esempio indirizzate verso impianti fotovoltaici sulle superfici già urbanizzate”. Infatti, chiariscono alla LIPU, bisogna intervenire su comparti più energivori (trasporti, termico, efficienza, ecc) ma se proprio ci si volesse accanire a sostenere il comparto elettrico ci sarebbero quanto meno 750.000 ettari di superfici urbanizzate solo tra il 1995 e il 2005 (indagine urbanista Berdini), quindi prive di interesse storico e senza considerare altri decenni di urbanizzazioni selvagge. Una superficie disponibile per oltre 350.000 MW di potenza fotovoltaica, installazioni infinite pur al netto di tutti i limiti odierni di questa tecnologia.
Ma allora… perché continuare vergognosamente a mungere cittadini e imprese italiane, cancellare i Paesaggi, la Biodiversità, la Storia e ingrassare le società eoliche?