“Un altro tassello e’ stato aggiunto al decreto ‘sblocca Italia’ con l’accoglimento di alcuni emendamenti all’art.36 che escludono dal patto si stabilità parte delle royalties per sostenere programmi di sviluppo e di tutela ambientale. Le leggi di stabilità dovranno definire annualmente l’ammontare delle risorse provenienti dalle royalties petrolifere da escludere dal patto di stabilità per sostenere programmi di sviluppo per i territori che concorrono alla riduzione del fabbisogno energetico della nazione”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI). “Intervenendo in Commissione Ambiente ho sollecitato il governo a considerare che i territori interessati dalla coltivazione di idrocarburi hanno diritto ad ottenere un piano di sviluppo che contenga le concreti dotazioni finanziare perché si possano concretizzare i reali obiettivi di crescita economica e sociale”.
“Sono state respinte in Commissione Ambiente i nostri emendamenti agli artt. 37 e 38 al decreto ‘sblocca Italia” che intendevano riportare nell’alveo delle previsioni costituzionali la materia del rilascio dei permessi ambientali e dei titoli concessori per le attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI). “Lo ‘sblocca Italia’ di fatto anticipa le previsioni di riforma del titolo V della costituzione ed assegna una competenza prevalente allo stato in materia di energia e di opere connesse in contrasto con la costituzione vigente che vuole la materia concorrete tra Stato e Regioni. L’aver voluto annoverare tutte le opere di ricerca e di coltivazione mineraria tra quelle di interesse strategico, secondo la disciplina del DPR 327/2001, realizza un trasferimento di competenze dalle Regioni ai Ministeri riducendo la capacità di governo dei procedimenti e delle decisioni delle Regioni che pure subiscono l’esito delle decisioni. Intervenendo in Commissione ho avuto modo di rilevare che lo spirito di leale collaborazione dovrebbe informare i processi e le relazioni tra governo centrale e governi regionali per perseguire gli interessi della nazione. Le tentazioni centralistiche, che sono ben presenti nel decreto, finiranno per alimentare conflitti istituzionali e sociali che non giovano alle politiche di ripresa del Paese. Ho segnalato che diversi consigli regionali, a cominciare da quello della Basilicata, hanno deliberato di impugnare le norme che violano le prerogative regionali innanzi alla corte costituzionale” .