Il capogruppo e consigliere regionale PD Roberto Cifarelli indica le condizioni per l’impugnativa al decreto Mise “Sblocca Italia” sul petrolio da estrarre in Basilicata. Per il capogruppo del Pd “se vogliono far rientrare dalla finestra una cosa che avevamo fermamente tenuto fuori dalla porta, allora il nuovo disciplinare andrà impugnato”. Di seguito la nota integrale.
“Nessuno titolo concessorio può essere rilasciato prima della redazione del Piano delle aree previsto dall’art. 38, coma 1 bis, della legge Sblocca Italia; il Governo può procedere alla approvazione del Piano solo in caso di inerzia e non di diniego da parte delle Regioni interessate; l’intesa che le Regioni devono rilasciare sul singolo titolo deve avere natura politica e non amministrativa”. Sono queste “le tre condizioni irrinunciabili” che a suo tempo hanno spinto il gruppo del Pd in Consiglio regionale a non impugnare la legge Sblocca Italia. Ma se queste condizioni dovessero esse messe in discussione dal provvedimento attuativo approvato dal Mise “a quel punto sarebbe come far rientrare dalla finestra una cosa che avevamo fermamente tenuto fuori dalla porta, e allora il nuovo disciplinare andrà impugnato”. Ad affermarlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Roberto Cifarelli.
All’indomani del rinvio alla prossima seduta del Consiglio regionale (in programma martedì 30 giugno nel pomeriggio) della discussione della mozione proposta dai consiglieri Mollica e Romaniello sulla questione, Cifarelli osserva che, “come era purtroppo immaginabile, e come da più parti si è osservato, la vicenda dello Sblocca Italia non è chiusa. Ci troviamo di fronte ad una delle questioni più delicate nel rapporto fra lo Stato e le Regioni. Essa può risolversi, come nel passato, soprattutto grazie all’autorevolezza della classe dirigente che deve sapersi misurare sull’equilibrio fra interesse strategico nazionale e interessi del territorio, tra opportunità economiche e di sviluppo e tutela dell’ambiente e della salute”.
“Non c’è dubbio che in questi anni ci sono stati limiti – afferma ancora Cifarelli -, e che occorre riflettere sulle reali ricadute economiche delle attività petrolifere e su come migliorare le attività di protezione dell’ambiente e di tutela della salute. Ed è per questo che il dibattito nei mesi scorsi è stato molto difficile. Ma oggi, dopo l’approvazione della legge Sblocca Italia, siamo ad uno snodo fondamentale ed occorre ribadire, nero su bianco, che se attraverso i provvedimenti attuativi dovessero essere messe ulteriormente in discussione le prerogative delle Regioni, bisogna mettere in atto tutte le azioni di contrasto, come d’altra parte ha fatto lo stesso governo nazionale impugnando la norma approvata dal Consiglio regionale sulla partecipazione dei Comuni e del territorio ai procedimenti per il rilascio delle intese istituzionali”.