Contro l’ipotesi di costruire un deposito di scorie nucleari nel territorio della Basilicata e della Puglia l’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata dalla esperienza della “protesta civile di Scanzano” del 2003, ha pubblicato le prime osservazioni al Deposito Nazionale.
I testi, che verranno inviati prima della scadenza del 5 luglio (disponibili sul sito www.scanziamolescorie.eu), sollevano numerosi aspetti che riguardano sia il metodo con il quale sono stati applicati i criteri per l’individuazione delle aree potenzialmente idonee che l’applicazione della procedura disciplinata dal decreto legislativo 31/2010 che Sogin è tenuta ad osservare, dichiara Pasquale Stigliani, portavoce di ScanZiamo le Scorie.
Si contesta l’applicazione errata del criterio che avrebbe dovuto disporre l’esclusione di 11 aree (tutte in Basilicata) su 17 di quelle individuate in quanto caratterizzate dalla presenza di importanti risorse del sottosuolo [idriche, energetiche (gas, petrolio o di tipo geotermico) e minerarie] che compromettono il futuro isolamento del deposito con gravi pericoli. Di fatto, le aree dei Comuni di Montalbano (MT), Bernalda (MT), Acerenza (PZ, Oppido Lucano (PZ) e di Genzano vengono considerate potenzialmente idonee nella CNAPI solo perché è utilizzato dalla Sogin un metodo applicativo contrario a quanto indicato dal criterio di esclusione 14 della guida di ISPRA che esclude palesemente tali aree.
Altri aspetti riguardano l’esclusione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del processo relativo all’individuazione del sito idoneo alla realizzazione del Deposito. Già sollevato nel 2019 da tutte le Regioni, compreso la Basilicata, la sua applicazione contribuirebbe certamente a qualificare la selezione e a restringere la rosa delle aree potenzialmente idonee a pochi siti sui quali effettuare i successivi approfondimenti di dettaglio.