“In qualità di esponenti della politica lucana, siamo senza remore chiamati ad esprimere un no serio e responsabile al deposito unico di scorie potenzialmente localizzato nella nostra regione. Memori del 2003 quando l’intera Basilicata alzò la voce e con una mobilitazione di massa allontanò l’imminente pericolo, dobbiamo essere ancor più oggi uniti e coesi”. Lo dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Piergiorgio Quarto. “La Basilicata deve darsi le giuste priorità, sistematicamente rinnegate e oscurate negli ultimi anni dalle Giunte passate – aggiunge Quarto – e avviare con razionalità pedissequa politiche di valorizzazione del territorio, dilaniato dal bubbone della desertificazione. Ecco perché occorre un no serio e responsabile per evitare il baratro e la decadenza di una regione già compromessa dalla presenza di una moltitudine di rifiuti più o meno occulti, da tempo parcheggiati sul suo sottosuolo”. “A tal fine – prosegue – in relazione alla problematica in discussione considero estremamente positivo il fronte comune di contrasto, definiamolo estremo, messo in campo attraverso il connubio con la Regione Puglia, chiamata anch’essa ad una fiera ed ovvia opposizione alle scellerate scelte dell’esecutivo. Sgomberando il campo da fraintendimenti o inutili giri di parole, occorre essere chiari, quella che si vuole costruire sul territorio lucano è una costruzione enorme in cemento armato di ben 110 ettari, alta oltre 20 metri e profonda 10, una discarica nucleare in cui saranno depositati circa 18.000 metri cubi di rifiuti radioattivi per migliaia di anni. Il deposito sembra essere stato progettato per durare circa 100 anni. Il dramma di un simile progetto è che tra le 67 aree individuate ben 17 si trovano tra la Puglia e la Basilicata, le localizzazioni finiscono principalmente col riguardare i comuni di Genzano di Lucania, Oppido Lucano, Irsina, Matera capitale europea della cultura 2019, Bernalda e Montalbano Jonico. Tutti ricordano bene che già nel 2003 sempre ‘la famigerata’ Sogin tentò di avviare lo smantellamento accelerato delle quattro centrali nucleari italiane e la costruzione di un deposito unico di scorie nucleari a Scanzano Jonico. Noti a tutti i fatti di quei giorni, la risposta delle comunità lucane e pugliesi fu così forte da costringere il Governo e la Sogin a fare marcia indietro, l’orgoglio lucano ebbe il sopravvento e il miserabile progetto fu accantonato, definitivamente debellato”. “Ad onore di cronaca – dice Quarto – con una analisi realistica ed obiettiva la problematica sussiste ab origine, occorre infatti mettere in sicurezza le scorie nucleari dei circa 20 depositi temporanei di materiali radioattivi conservati in uno stato precario e presenti ad oggi sul territorio nazionale, di cui oltre l’80 per cento dislocati nelle regioni settentrionali. Il deposito unico ebbene dirlo a chiare lettere non rappresenta la soluzione giusta e la stessa decisione in questione non può in alcun modo essere presa senza avere opportunamente valutato tutte le soluzioni possibili, la problematica infatti va affrontata in maniera analitica e settoriale con tutti gli Stati dell’Unione Europea. Oggi dislocare un deposito di tale portata sui nostri territori avrebbe una portata nefasta sui molteplici investimenti già posti in essere dalle nostre comunità in materia ambientale, finirebbero con l’essere minati gli equilibri estremamente delicati degli ecosistemi fisici e biologi”.Per Quarto “tutta la Regione non può subire dalla politica nazionale una ulteriore condanna, dopo avere infatti ‘maltrattato’ il territorio con la presenza di tanti pozzi petroliferi, qualcuno avrebbe in mente di completare l’opera, sarebbe ‘un dramma’ con le scorie radioattive. Così facendo si finirebbe inevitabilmente col distruggere il turismo, l’agricoltura, le tradizioni, i costumi, in poche parole tutta la cultura e l’economia lucana. Perché questo, ma soprattutto a chi giova una tale situazione, forse a qualcuno nelle sfere alte dei poteri forti?”. “In conclusione – conclude Quarto – per quanto di mia competenza, in qualità di Presidente della terza commissione regionale, ritengo che necessiti partire subito con iniziative mirate, partecipate e condivise, i cui effetti scoraggino definitivamente i cattivi propositi di matrice governativa, il riferimento è ovviamente all’ex Governo Conte”.
Feb 24