“Basterebbe leggere i punteggi già assegnati e desecretati a ciascuno dei 67 siti potenzialmente idonei alla realizzazione del Deposito unico dei rifiuti radioattivi, la documentazione allegata e conoscere il procedimento trasparente di consultazione pubblica disciplinato dalla legge, per inquadrare nella giusta ottica l’avvenuta pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) e la possibilità -o meglio, la impossibilità- che il deposito unico nazionale ed il parco tecnologico vengano realizzati in Basilicata”. Lo dichiara in una nota il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta.
“La carenza di taluni parametri tecnici ed infrastrutturali, già valutati, la struttura del procedimento prescritto e la ferma contrarietà della comunità lucana, renderà di fatto impraticabile l’individuazione del deposito in terra lucana. Ciò nondimeno, considerato il precedente, va chiarito con nettezza: siamo di fronte ad una situazione radicalmente diversa dal 2003, dove il governo nazionale aveva indicato di propria iniziativa Scanzano come deposito unico al di fuori di un procedimento normato e senza alcuna consultazione pubblica o valutazione comparativa con altri siti. Risibile è quindi la levata di scudi dei nipotini del Governo del 2003 (FI, Lega, AN), che oggi governano la Regione. Il procedimento”, sottolinea il Sottosegretario lucano, “sarà lungo (si concluderà nel 2025), ma trasparente e volontario nella scelta del sito unico di deposito nazionale. Al Ministero dello Sviluppo economico e al Ministero dell’Ambiente il riconoscimento per il lavoro svolto. Al Governo, l’assunzione di responsabilità per aver riportato alla luce il tema dei rifiuti radioattivi e il dovere di mettere definitivamente in sicurezza rifiuti stoccati provvisoriamente all’interno di decine di depositi temporanei sparsi in tutta Italia, Basilicata compresa. Oltreché l’obbligo di evitare una procedura di infrazione europea”.