La polemica che si è scatenata sull’utilizzo delle risorse petrolifere lucane dopo le dichiarazioni del Ministro e leader del M5S Di Maio non aiuta in alcun modo a risolvere il problema centrale: le royalties sono il classico piatto di lenticchie. Rimballarsi oggi responsabilità tra vecchi e nuovi Governanti non sposta di un millimetro la soluzione del problema che invece va affrontato seriamente attraverso la ricontrattazione con le compagnie petrolifere e il Ministero diretto da Di Maio degli accordi che risalgono al 1998.Accordi di fatto ampiamente superati senza garanzie nemmeno per superare il crescente disagio sociale. E’ questo il primo passo da compiere e che i nuovi organi istituzionali della Regione Basilicata, indipendentemente da chi otterrà più consensi elettorali, sono chiamati ad attuare. La propaganda non giova a nulla. I lucani, soprattutto le comunità locali che vivono a contatto con le attività petrolifere e ne subiscono gli effetti diretti per la salute, l’ambiente, la coesistenza di aziende agricole, ecc., hanno bisogno di idee e proposte concrete e in particolare di una strategia di programmazione che metta definitivamente fine alla pratica attuata sinora che attraverso la polverizzazione delle royalties non ha prodotto risultati apprezzabili né per l’occupazione né per lo sviluppo. Se mettiamo insieme tutti i soldi che la Regione e i Comuni della Val d’Agri hanno incamerato negli ultimi 10-15 anni si supera la cifra del miliardo e mezzo di euro, una cifra che da sola spiega il fallimento che si è registrato sinora.