“La Regione Basilicata non può permettere che il territorio di Matera sia abbandonato e sommerso di rifiuti quando esistono tutte le condizioni per risolvere tale problema. A tutt’oggi non si comprende l’atteggiamento negativo dei responsabili di ‘Via Anzio’ delegati alla tutela ambientale e sul perché vige assoluta latitanza anche degli amministratori comunali del Metapontino anch’essi disinteressati”.
Forte e’ la denuncia del segretario provinciale dell’Ugl di Matera, Luigi D’Amico e del Segretario provinciale dell’Ugl Igiene ambientale, Casimiro Santarcangelo per i quali, “i cittadini appartenenti ai 17 comuni dell’area programma devono sapere ciò che avviene attorno alla vicenda dell’Impianto di Stabilizzazione con annessa discarica di Colobraro. Esso sa’ veramente di incredibile: Dopo numerosissime sollecitazioni, denunce, in data 12 giugno 2013, alla presenza del Direttore Generale del Dipartimento Regionale all’Ambiente, dr. Viggiano e, con i vari funzionari interessati, fu sottoscritto un Accordo operativo che impegnava la Regione Basilicata affinché’ si mettessero in atto tutte le condizioni esaustive per la realizzazione delle opere previste da delibera DIA di aprile 2012 per l’ampliamento della volumetria della discarica di Colobraro di ulteriori 25 mila m3. Ma a tutt’oggi, nonostante l’attività sia stata sospesa a novembre 2012 con aggravio di costi sulle amministrazioni comunali, non sono ancora iniziati i lavori. A gennaio 2013 i lavoratori sono stati messi in CIG in deroga ed al 31 luglio 2013 la Regione Basilicata, ha manifestato il diniego a proseguire con la proroga della CIG in deroga con la conseguenza del licenziamento dei lavoratori da parte della Società Teknoservice”. D’Amico e Santarcangelo affermano che, “alla fine il grave ritardo causato dalla Regione Basilicata ha prodotto il licenziamento dei lavoratori con l’avvio della Procedura di Mobilità per 11 unità lavorative. L’Ugl si appella alla Regione affinché ripristini un minimo di ragionevolezza e di buona volontà nella propria azione amministrativa, per avviare da subito i lavori presso l’Impianto di stabilizzazione di Colobraro già previsti dalla DIA e permettere ai lavoratori di beneficiare per qualche altro mese della CIG in deroga in attesa di riprendere quanto prima l’attività lavorativa. Facciamo altresì appello alla Provincia di Matera ed ai sindaci interessati – concludono i segretari – affinché facciano pressione e sollecitino la Regione ai necessari, opportuni ed indifferibili adempimenti, visto lo scenario e le vicende sulle questioni ambientali che si stanno consumando presso i Comuni (vedi Policoro e Tursi).
Discarica Colobraro, precisazioni del Dipartimento Ambiente
Gli impegni della Regione sono subordinati a quelli assunti dal Commissario liquidatore dell’ex Comunità Montana “Basso Sinni” e dalla struttura tecnica della stessa.
Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha già evidenziato tutte le criticità relative agli adempimenti di legge delle prescrizioni ambientali e all’ampliamento volumetrico della discarica ubicata in località “Monticello” del comune di Colobraro, propedeutico al riavvio della struttura.
E’ stata già comunicata da tempo al Comune e al Commissario liquidatore dell’ex Comunità Montana “Basso Sinni” la disponibilità ad individuare le risorse finanziarie necessarie per realizzare le opere e gli interventi obbligatori, previsti dall’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione nel 2012, per garantire il corretto funzionamento della piattaforma, previa predisposizione da parte dei tecnici dell’ex Comunità Montana Basso Sinni, di un computo metrico estimativo dei lavori per adeguare la piattaforma alle prescrizioni Aia, con l’indicazione degli interventi a carico del gestore e la definizione dell’esatto ammontare dei crediti maturati dal gestore stesso.
E’ quanto si legge in una nota del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata in risposta alle dichiarazioni del segretario provinciale dell’Ugl ambiente di Matera, Casimiro Santarcangelo.
L’entrata in funzione della discarica – precisa ancora la nota del Dipartimento Ambiente – rientra tra le azioni individuate dalla Regione per far fronte alla carenza impiantistica e rappresenta una priorità per i Comuni interessati, considerato l’alto valore tecnologico del sistema di trattamento presente che consentirebbe la riduzione dei costi di smaltimento e maggiori garanzie ambientali.
Gli impegni della Regione – conclude la nota – sono subordinati a quelli assunti dal Commissario liquidatore dell’ex Comunità Montana “Basso Sinni” e dalla struttura tecnica della stessa. Si tratta di previsioni elencate nell’accordo operativo del maggio 2013, per le quali la Regione sta sollecitando da tempo il rapido avvio.