Si sta facendo pesante il braccio di ferro tra l’associazione Ambiente e Legalità ed il Comune di Matera sul deposito provvisorio dei rifiuti in un settore della discarica di La Martella, in attesa di essere trasferiti altrove. L’obiettivo è arrivare a fine mese quando dovrebbe riaprire il sito di Tricarico e quindi alleggerire la città dei sassi di un sovraccarico di rifiuti che sta facendo barcollare l’immagine di Matera. Questa soluzione, adottata a marzo, non è mai andata giù all’Associazione che avendo denunciato la presenza di metalli inquinanti nelle falde acquifere e di “ un mare di percolato” sotto la stessa discarica, aveva chiesto misure drastiche in difesa della salute pubblica, ivi compreso il divieto di emungimento delle acque sotterranee nel territorio in questione. Nega qui, minimizza lì, nicchia la provincia, nicchia il Comune e le cose si sono incancrenite al punto che Pio Abiusi, coordinatore dell’Associazione, ha preso penna e carta e si è messo a scrivere un giorno sì ed un pure alla magistratura. Il cuore dell’esposto è che il Comune di Matera ha disatteso l’ordinanza della provincia di Matera continuando a stoccare i rifiuti nel quinto settore della discarica facente parte della piattaforma per il trattamento di rifiuti non pericolosi. Appare evidente, scrive, che gli organi amministrativi preposti ai controlli siano inadempienti, come inadempiente è l’operatore privato il quale comunque è tenuto al rispetto delle norme. Si tratterebbe per il Sindaco – dice l’esposto- di un vero e proprio abuso di ufficio rispetto al quale la richiesta di sequestro immediato dell’area appare doverosa e imprescindibile. In alcun modo è giustificabile il fatto che non si sia tutelata la salute dei cittadini emanando una ordinanza di divieto di attingimento delle acque, in presenza di ben due monitoraggi , l’uno dell’Arpab, l’altro di un laboratorio di fiducia del Comune, che hanno rilevato la presenza nelle acque di Nichel, fluoruri, ferro, alluminio, boro, manganese e solfati. Da qui la richiesta alla magistratura di “fermare le bocce” e di fare chiarezza nell’intricata matassa di una questione nata male e gestita peggio.
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