Pio Abiusi, a nome dell’Associazione Ambiente e Legalità, torna ad occuparsi della discarica di rifiuti solidi urbani ubicata presso il borgo La Martella e gestita dal Comune di Matera. Di seguito la nota integrale.
Pio Abiusi (Associazione Ambiente e Legalità): Matera, Capitale di Banania.
Nel territorio materano può accadere di tutto, anche l’ autocombustione di automezzi ed ovviamente è “Tuttoappposto”. Accade, ancora, che la gestione di una discarica non autorizzata e/o abusiva avvenga alla luce del sole e che il fatto sia evidenziato dalla stessa Pubblica Amministrazione preposta ai controlli. E’ il caso della discarica di RSU posta a La Martella e gestita dal Comune di Matera. Non parliamo più della caratterizzazione dell’inquinamento- in essere- delle falde, dell’analisi di rischio, della messa in sicurezza di emergenza- dopo 24 mesi da quanto si è verificato l’evento di presunta contaminazione non ha senso parlare di emergenza- e della improbabile bonifica, soffermiamoci solo su un fatto: oggi il Comune di Matera gestisce una discarica non autorizzata e la pena prevista per i responsabili è anche l’arresto se una verifica dimostra il sovrabbanco.
Avemmo modo di dire a suo tempo che i conti non tornavano circa i volumi residui e di come altre discariche con quantità di conferimenti giornalieri inferiori ebbero ad esaurire i volumi disponibili, ben maggiori, già nello scorso Dicembre. La dirigenza del Comune di Matera ha fatto la moltiplicazione dei pani ed il 14-1-15 in sede di Osservatorio Regionale sui Rifiuti ebbe a comunicare di avere una disponibilità residua di 2000 mc.. Il dato fu preso con il beneficio di inventario tanto è che nel corso del sopralluogo compiuto dagli scrupolosi dirigenti e funzionari della amministrazione Prov.le di Matera e dell’Arpab, gli stessi verbalizzarono come le comunicazioni del Comune di Matera riferite alla capacità residua del V settore della discarica, datate 25/9/14 e 14/1/15, riportassero dati volumetrici parziali incoerenti con le somme progressive presenti nei detti prospetti e gli stessi verbalizzarono come il rifiuto fosse abbancato sui sub-settori B e C -del predetto V settore- in modo approssimativo e, non avendo-essi- riscontrato picchetti con le relative quote di riferimento per l’abbanco finale, non erano in grado di valutare l’eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata. Ci potremmo fermare qui e dire che la discarica presentava già all’epoca una “incoerenza” volumetrica rispetto a quanto autorizzato ma dal citato sopralluogo è passato un altro mese abbondante e la discarica ha continuato ad operare ammucchiando altre 80 tonn giornaliere .La discarica va fermata ed i responsabili della gestione incriminati per la gestione non autorizzata se i volumi non sono stati rispettati. Resta, poi, da valutare la presenza del percolato che , malgrado le risorse impiegate cresce a vista d’occhio. Se nel sopralluogo del 20/1/14 la profondità massima del percolato fu stimata in circa 2 metri adesso esso ha superato anche la quota della viabilità di servizio ed il setto di separazione esistente tra i sub settori- il lago si amplia- ma i cittadini materani spesero 220 mila euro lo scorso anno per emungere percolato: è il pozzo di S. Patrizio . Tralasciamo in questa nota di soffermarci sul modo censurabile di trattare i rifiuti e del mancato rispetto delle prescrizioni AIA – scaduta nel lontano 11 Dicembre del 2011-.Ripetiamo , per essere chiari, che la discarica va fermata,posta sotto sequestro ed interdetto il conferimento. Successivamente si provvederà a nominare un commissario per la bonifica e tutto quello che ne consegue fino alla fase post-operativa. Di quanto è accaduto anche gli uffici regionali ne sono responsabili in quanto avrebbero dovuto attivare l’art.244 e 250 del d.lgs 152/06 e sostituirsi alla inerzia del Comune e non lo hanno fatto.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità