Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità in una nota ritorna a fare il punto sullo stato dell’arte rispetto alla piattaforma integrata di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi sita in località “La Martella” del Comune di Matera. Di seguito la nota integrale.
La piattaforma è composta da un impianto di trattamento dei rifiuti e da alcune vasche che complessivamente formano la discarica di “La Martella” dove a partire dal 1990 e con varie autorizzazioni sono stati interrati 462 mila mc di rifiuti in 5 bacini e quei volumi autorizzati sono tutti esauriti; vi sono, poi 53 mila mc. non autorizzati, sovrabbancati abusivamente sul 3° e 4° settore; per completare il quadro diremo che vi è un sub-settore non autorizzato da 67 mila mc. vuoto. Nel Piano regionale dei Rifiuti è stato riconosciuto un aumento volumetrico per la discarica di Matera pari a 67 mila mc. Il conto è presto fatto, quei rifiuti sovrabbancati abusivamente e “temporaneamente” da almeno 12 anni vanno trasferiti nel buco non autorizzato da 67mila mc. che troverebbe legittimazione oggi essendo previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti. Ad una nostra segnalazione del 2 Ottobre scorso la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha dato tempestivo riscontro ed ha evidenziato che vi è un ricorso attualmente pendente contro l’Italia dinanzi alla Corte di Giustizia per violazione dell’articolo 14 della direttiva discariche rispetto a 44 discariche, tra cui la discarica di “La Martella”. La nota di riscontro continua dicendo che “L’articolo 14 della direttiva discariche stabilisce che le discariche autorizzate o operative prima del 16 luglio 2001 debbano essere rese conformi alla direttiva oppure chiuse entro il 16 luglio 2009. Dato il lasso di tempo trascorso dal 2009, la mancanza di una strategia chiara riscontrata in questo caso è un elemento a conferma dell’esistenza di una violazione a tale riguardo.” La stessa nota continua dettagliando “ Dalla documentazione trasmessa si evince che i volumi autorizzati per i cinque bacini di stoccaggio di cui consta la discarica sono ampiamente esauriti, nonostante siano stati regolarmente incrementati per mezzo di autorizzazioni successive. Inoltre, sebbene nella discarica non vengano piu interrati rifiuti dall’aprile 2015, da un decennio sarebbe in vigore la prassi, che comporta rischi per la salute umana e per l’ambiente,del sovrabbanco di rifiuti non autorizzato e fuori terra”. Noi facevamo riferimento anche ad un nuovo sovrabbanco recente di 9500 tonn che la Regione ha imposto fosse rimosso e così è stato. L’indicazione è chiara sul come uscire dalla infrazione che a breve potrebbe esserci comminata, interrare il sovrabbanco e chiudere la discarica. Per il rinnovo dell’AIA-VIA scaduta a Novembre del 2011 il Comune di Matera nel corso del tempo ha presentato ben 4 Progetti, nel 2011, nel 2014 , nel 2015 ed infine nel 2016 la differenza sostanziale è stato l’incremento dei costi per gli interventi da efferttuare passando da 1,8 Meuro a quasi 17 Meuro, ovviamente la parcelle pagate ai professionisti si sono sprecate per un totale di circa 200 mila euro. E’ probabile che Matera debba presentare un quinto progetto perchè invece di chiuderla la discarica contava di utilizzarla per altri 11,5 anni e perchè se davvero parte la raccolta differenziata per la quale la Regione ha stanziato oltre 5,6 Meuro per il sub-ambito 1 che include Matera la piattaforma per il trattamento meccanico dei rifiuti risulterà inutile e dovrà essere sostituita da una semplice stazione di trasferenza. Circa la conferenza dei servizi tenuta il 14-11-16 relativa al piano di caratterizzazione di cui all’ex art 242 del 152/06 oltre ad approvare l’analisi di rischio con la revisione apportata ritenendo completata la procedura ambientale essa ha dichiarato di mantenere attiva la prescrizione del monitoraggio delle acque sotterranee e spiega cosa fare. In concreto l’ammalato esce dalla terapia d’urgenza ma va in corsia perchè è convalescente e lo stato di salute è precario e le prescrizioni impartite sono ben 3. Essendo trascorso un anno bisognerà immediatamente disporre di una campagna di monitoraggio di tutti i piezometri compresi i bianchi (13+1+2) senza escludere i primi 6 della vecchia rete. L’ammalato è in osservazione altro che trionfalismo; si accentua l’intenzione di procedere all’ampliamento delle indagini e si conferma l’opportunità di non aumentare il carico inquinante non dimenticando altresì che persiste il divieto di emungimento delle acque sotterranee dei pozzi ubicati nei pressi della piattaforma.
Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità