L’eurodeputato del Movimento 5 stelle Piernicola Pedicini ha presentato un’interrogazione dedicata al prestito di circa 250 milioni di euro che la Bei (Banca europea per gli investimenti) a febbraio 2016 ha concesso alla Regione Basilicata per finanziare una serie di interventi nel settore della difesa del suolo e del dissesto idrogeologico.
L’europarlamentare ha chiesto alla Commissione europea di sollecitare la Bei affinché renda maggiori informazioni pubbliche sulle caratteristiche precise degli interventi previsti dal programma finanziato dal prestito, sulle modalità di monitoraggio che verranno eseguite per controllare l’esecuzione dei lavori e sui risultati che si otterranno.
Pedicini ha specificato che l’interrogazione è stata presentata a seguito di ripetute denunce, presentate nel corso degli anni, riguardo lo sperpero di denaro pubblico nel settore dei lavori per i dissesti idrogeologici e sull’uso irresponsabile dei fondi nella regione Basilicata.
Pertanto – ha scritto – è necessario rafforzare l’attività di comunicazione della Banca europea nei confronti dei cittadini, visto quanto già espresso in una Risoluzione del Parlamento europeo sulla Relazione annuale relativa al controllo delle attività finanziarie della Bei per il 2015.
Negli anni Ottanta – ha specificato l’eurodeputato – la Basilicata usufruì di un piano di finanziamenti di circa 400 miliardi di lire rivenienti dal Fio (Fondo per gli investimenti e l’occupazione), per la messa in sicurezza dei fiumi lucani e per il dissesto idrogeologico. Già allora, durante e dopo i lavori, ci furono numerose segnalazioni che misero in evidenza l’assenza di trasparenza nell’utilizzo dei fondi, la mancanza di controlli relativi ai reali interventi, la negligenza nella esecuzione dei lavori e un evidente e sostanziale spreco di soldi pubblici.
Inoltre – ha precisato Pedicini – a causa di alcuni interventi sbagliati e inopportuni fu provocata la distruzione di numerose e fiorenti attività agricole, di località Giardini nel comune di Grassano, che ricadevano nei terreni a ridosso del fiume Basento e rappresentavano un’importante fonte di reddito per decine di famiglie.
L’interruzione delle attività agricole si verificò, nel corso degli anni, dopo che il Consiglio regionale della Basilicata, con una delibera dell’anno 2002, decise che doveva essere interrotta l’attività estrattiva di materiale inerte dal letto del Basento nel tratto del comune di Grassano. Tale scelta provocò la mancata manutenzione del fiume e la mancata rimozione del materiale in eccesso, fino al punto che i terreni vennero invasi dai detriti e dall’acqua.