Transizione è la parola chiave della “battaglia eolica” in atto in questi giorni in Basilicata. La richiesta della società civile per l’intervento della Corte a causa di “conflitti di competenza tra il Governo centrale e le Regioni sulla materia energetica e ambientale”
E le associazioni datoriali, che in una comunicazione al Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, manifestano un “forte dissenso per (…) il netto contrasto con gli obiettivi nazionali ed europei in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili e che contengono numerosi elementi di criticità che lo renderebbero impugnabile da parte del Governo nazionale”.
Al centro della questione, una proposta di legge Regionale che riguarda le “modifiche alla legge regionale n.8 del 26/04/2012 – Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili” e punta a valorizzare il settore contemplando una regolamentazione che tuteli le aree della regione a vocazione turistica.
Michele Lamacchia, Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, dichiara in proposito: “La produzione di energie rinnovabili è di basilare importanza ma è altrettanto importante tutelare il paesaggio, punto di forza del nostro territorio. Lodevole l’iniziativa legislativa che ha lo scopo di limitare gli interventi con la finalità di ridurre l’impatto paesaggistico in un contesto dove i punti di forza sono il turismo, la cultura e l’ambiente… Quindi è auspicabile un giusto equilibrio con la finalità nobile di non deturpare un paesaggio sensibile che è nostro compito tutelare preservare salvaguardare per le future generazioni”.
In rappresentanza delle istanze di tutela del patrimonio paesaggistico lucano, poniamo una riflessione proprio sul tema della Transizione, che è poi il termine che connota il nuovo ministero dell’ecologia del Governo Draghi, e che è guidato da Roberto Cingolani, a cui sarà assegnato anche il compito di presiedere il Comitato Interministeriale per il coordinamento della transizione ecologica, e l’utilizzo delle risorse green previste dal Recovery Plan. Cingolani che ha posto il tema della “transizione ecologica”, appunto, valorizzando l’utilizzo delle fonti rinnovabili per “trainare un disinvestimento rispetto alle fonti energetiche “tradizionali”.
Cosa che, a ben vedere, non è in programma in Basilicata. La presenza del più grande giacimento petrolifero d’Europa e la presenza in essere di accordi per l’attività estrattiva dello stesso rende, di fatto, impossibile pensare ad un percorso di “smaltimento del pregresso”.
Ed inoltre, lo stesso neo ministro Cingolani aveva espresso in passato delle perplessità in merito all’uso indiscriminato delle rinnovabili. La rivista World Energy (edita dall’Eni) n.39 luglio 2018, pubblica un’intervista proprio a Cingolani, che è stata rilanciata dal quotidiano Domani di Stefano Feltri, proprio in questi giorni. Le parole di Cingolani non lasciano molti dubbi “Le rinnovabili sono le energie meno impattanti ma bisogna fare investimenti e non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo”, “l’eolico ha limiti di ingombro, ha problemi se c’è vento o no, non si può mettere ovunque e, come il fotovoltaico, non è immune da impatto ambientale – a lungo andare si riempirebbe il pianeta di silicio e metallo”.
E noi vogliamo aggiungere il tema dell’impatto paesaggistico che, in un territorio a vocazione turistica come quello lucano, non può non essere considerato. L’obiettivo sia quindi quello di creare un “equilibrio fra le forze”, e la legge Regionale, che trova il nostro pieno sostegno, lavora proprio in questa direzione.
Pio Abiusi, dell’Associazione Ambiente e Legalità, definisce Il problema dell’eolico “Che è rappresentato dagli impianti del mini eolico, realizzato con pale residuali, che richiedono costante manutenzione e sono soggette spesso a danneggiamenti. E sono numericamente più “impattanti”. Ad esempio Matera ha una potenza derivante dagli impianti che è maggiore rispetto a quella di Potenza, ma a Potenza ci sono molte più pale, circa 100. Molte pale sono poi realizzate con tecnologie “superate”, si potrebbero avere rese energetiche molto più elevate, con un numero ridotto di impianti, se questi fossero riaggiornati con tecnologie recenti. Rispetto al solare, è vero che gli impianti sono spesso realizzati sui terreni residuali, ma bisogna comunque stabilire dei limiti massimi, come per altro per l’eolico, non è possibile che la materia non venga normata con dei limiti precisi”.
C’è poi un ulteriore problema che la Regione Basilicata, in merito al tema proposto, si trova ad affrontare, ed è legato al fatto che le amministrazioni passate abbiano approvato un Piano Paesaggistico Regionale fantasma. Ufficialmente approvato nel 2011, si è limitato a realizzare un censimento delle opere da tutelare, dal 2017 presente sul web con un portale da cui è possibile scaricare dati relativi a mappature della Regione. Di fatto non contiene nessuna “attenzione” relativa al tema Paesaggistico in senso stretto.
In uno scenario così complesso e sfaccettato, dobbiamo lavorare affinchè le esigenze dei comparti produttivi ed industriali non entrino in conflitto con le altrettanto legittime istanze rappresentate dai comparti di agricoltura, cultura e turismo, tutte ugualmente strategiche ai fini del PIL regionale.
In base al rapporto Svimez, pubblicato il 24 novembre 2020, il primato negativo del crollo del pil nell’anno del Covid-19 spetta ad una regione del Mezzogiorno e ad una del Nord: la Basilicata (-12,9%) e il Veneto (-12,4%). Ma dallo stesso Rapporto apprendiamo che la Basilicata guida anche la ripresa delle regioni meridionali, fra le più reattive nel 2021, nell’ordine, Basilicata (+2,4%), Abruzzo e Puglia (+1,7%), seguite dalla Campania (+1,6%), confermando la presenza di un sistema produttivo più strutturato e integrato con i mercati esterni.
Vogliamo quindi che la nostra regione continui a giocare il suo ruolo Leader nel contesto della ripartenza Post Covid, una ripartenza che, in Basilicata, non può che essere guidata soprattutto da Turismo, Cultura, Ambiente. Oltre all’industria, ovviamente.