Sull’emergenza petrolio in Basilicata il materano Valentino Blasone ha inviato una lettera aperta al Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Blasone: “Una nuova Basilicata fiera del suo passato e rivolta al futuro”.
Caro Presidente,
Le scrivo questa nota per consegnare al suo magistero di primo rappresentante eletto della nostra comunità regionale un forte, sentito e comune auspicio di cambio di rotta e di riscoperta dell’orgoglio lucano, mortificato ancora una volta dagli accadimenti degli ultimi tempi.
Faccio riferimento alla situazione in Val d’Agri, all’inquinamento ormai conclamato avvenuto da parte dell’Eni delle zone intorno al COVA, alla situazione incontrollata (al di là dei tentativi di sopire il livello di clamore) dell’invaso del Pertusillo, al colpo durissimo dato al sistema di eccellenza dell’agricoltura di avanguardia della nostra regione.
Non si dimentichi infatti che Lei, oltre ad essere rappresentante dello stato repubblicano, è rappresentante primo della comunità lucana.
Nel corso del suo mandato Lei ha più volte e pubblicamente dichiarato che i contratti stipulati con l’Eni riportassero in calce la firma di altri presidenti di regione e non il suo.
E questo è vero ed è innegabile. Ma è altrettanto vero che nessun contratto al mondo è immodificabile soprattutto quando c’è palese evidenza che tra le parti contraenti vi sia disparità di oneri ed onori, e ancora, soprattutto, quando una delle controparti (l’Eni), per sua stessa ammissione, è venuta meno agli obblighi di salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.
Ci sono reati precisi, previsti dal codice penale, che sanzionano tali comportamenti. Ma ciò è responsabilità della magistratura inquirente, valutare se e come intraprendere l’azione penale (che ricordo nel nostro ordinamento essere obbligatoria) per le evidenze di comportamenti nefasti, peraltro pubblicamente ammessi.
Io mi rivolgo a Lei invece, per invitarla ad una precisa, chiara, univoca, pubblica, presa di posizione, in parte già, seppur tardivamente, adottata con le ultime delibere di giunta: ovvero che il COVA rimane fermo sine die.
Infatti non si può far passare l’accaduto come un semplice e banale incidente di percorso. Quello che va chiesto ed ottenuto, a nome della nostra collettività, è un totale ripensamento della politica estrattiva dell’Eni in Basilicata.
Vanno rivisti in toto i sistemi ad oggi adottati nell’estrazione e nella lavorazione del petrolio che (è ormai palese e conclamato), non essere in grado di garantire al 100% la salute pubblica e dell’ambiente circostante.
Partendo da qui, non si può ancora non tenere conto della intrinseca pericolosità geologica della Val d’Agri, ricordando il nefasto terremoto che il 16 dicembre del 1857 distrusse interi paesi della zona, causando nella sola Basilicata oltre 9.000 morti. Infatti, in nessun documento ufficiale dell’Eni viene infatti menzionato l’alto rischio sismico della zona.
Domando quindi a Lei Presidente: se ci fosse una nuova scossa tipo quella avvenuta ad Amatrice la scorsa estate, cosa accadrebbe in Val d’Agri? Lei è sereno a riguardo? Dobbiamo solo affidarci alla benevolenza della Madonna di Viggiano oppure, Lei in primis, quale primo rappresentante dei lucani, chiedere e pretendere ogni misura congrua all’elevato e conclamato rischio sismico dell’area?
Caro Presidente, in questa partita non possono trovare posto logiche di appartenenza politica, partiti, correnti, interessi di parte. Lei è il rappresentante della Basilicata e deve pretendere la salvaguardia dell’ambiente e della salute, della nostra terra, dei nostri figli, delle nostre donne e dei nostri uomini.
Su questo non ci può e non ci deve essere compromesso alcuno!
Infine una riflessione circa la visione del futuro della nostra regione, anche partendo dal voto referendario che qui in Basilicata è stato univoco: il petrolio è il passato e non il futuro. Un governante che ama la sua terra non può non considerare questo semplice assunto e adoperarsi fattivamente affinché si pensi e si realizzi una governance 4.0 della nostra amata terra.
Coinvolga su questo tema e sulla costruzione di una nuova vision le risorse migliori che la Lucania ha tra i suoi figli, anche quelli sparsi in giro per l’Italia ed il mondo, nei più autorevoli contesti nazionali ed internazionali. Si impegni a costruire con tutti i lucani un futuro nuovo e diverso.
Lei è quindi Presidente Pittella, il responsabile primo, morale e politico, di questo che in tanti si augurano possa essere un nuovo giorno della nostra terra, libera, pulita, rivolta con speranza al futuro.
Valentino Blasone