Giovanni Caserta in una nota esprime alcune riflessioni sull’emergenza rifiuti che si registra nella città di Matera dopo il passaggio al sistema di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta. Di seguito la nota integrale.
La passata e gloriosa Giunta Comunale, culturale, ha,tra i tanti meriti, quello di aver riscoperto e riproposto unvocabolo antico, ormai caduto in disuso, relativo ad un oggetto che io avevo a casa mia. Voglio dire del “mastello”. Era una particolare tinozza in legno che serviva a mio padre per la raccolta dell’uva; a mia madre serviva per fare ilbucato di roba minuta.Secondo il vocabolario Treccani, è di etimologia greca, col probabile significato di“recipiente che ricorda vagamente la mammella di una donna”. Guardo con occhi malinconici il “mastello” che mi ha fornito la Ditta appaltatrice della raccolta differenziata a Matera emidico: “Avesse almeno la forma di una mammella di donna!”. Poi mi consolo, pensando che forseè recupero della civiltà contadina, tanto spregiata dal Verri piemontese e dalla Fondazione Matera 2019, che molta eredità culturale hanno lasciato alla città.
“Mastello” onon“mastello”, di certo c’è che il contenitore, offertoci dalla Ditta appaltatrice della raccolta differenziata, è pesante e ha un manico lunghissimo, che, mentre scendo per le scale, battead ogni gradino. C’ è un giorno della settimana in cui ne devo portare due. Per fortuna sonodi altezza medio-alta.Midomando come avrebbe fatto mia madre, bassina, vissuta fino a 95 anni, con due “mastelli”, uno per mano, per cinque piani, a Serra Venerdì, senza ascensore. Mi aspettavo illuminazioni dal nuovo Sindaco, almeno per quanta luce possono dare cinque stelle.
Sono rimasto deluso. La montagna ha partorito il topolino, che forse ora troverete in uno dei “mastelli” sparsi per la città.La grande conquista è stata la modifica diorario della raccolta da parte degli addetti della Ditta appaltatrice: si passa dalle ore 12-6 del mattino alle ore 4-10,30.A dir la verità, non c’era neanche bisogno che ce lo dicesse il Sindaco. La voce, infatti, correva già in un comunicatodegli amministratori condominiali.Il fatto, invece, è che, se il provvedimentoaccoglie la richiesta dei dipendenti della Ditta appaltatrice, solo indirettamentee solo in parte favorisce i cittadini materani, cui è concessala possibilità di ritirare il “mastello” alle ore 14, ora di presunto rientro dal lavoro e dall’ufficio. Poco si tien conto di chi rientra a sera e lascerà i suo “mastello”, firmato nome e cognome, fino a sera.Quante multe collezioneràil poveretto?Di certo, comunque, ne patisce la città, che avrà l’esposizione disordinata di centinaia e centinaia di contenitori (basta con la parola “mastello”), generalmentelasciati in modo confuso, con coperchio alzato a raccogliere piogge, neve, lucertole, lombrichi e, magari, un grazioso topolino.In verità, altra modifica è immediatamente dafare, anche più importante. Ed è l’ora del trasferimento del contenitore su “suolo pubblico” Le ore 21 sono ora tarda, tardissima, soprattutto d’inverno,e soprattuttoper non pochi utenti che, anziani onon anziani, malati o non malati, uomini o donne, dopo una giornata di lavoro sentono il bisogno di rilassarsi, in pigiama, davanti al televisore, a guardarsi il telegiornale delle 20-20,30.C’è o non c’è, sig. Sindaco, il diritto alla informazione? Senza contare che alcunisono già a letto.
La verità, però, è sempre un’altra. Ed è di fondo. Che vengano pure gli aggiustamenti;ma sono dettagli diun sistema assolutamente irrazionale, e,si direbbe, punitivo. Viene il dubbio che i vecchi amministratori, tutti culturali,“naso adunco” (direbbe Orazio),si siano promessidi dare una lezione di civiltà ai sudditi, per raddrizzarne le gambe e farne cittadini veramente culturali.Di qui la natura severissima e crudelissima delle multe. Ancora una volta, giocando con la lingua italiana, si gabella il sistema per sistema “porta a porta”. Questo dovrebbe significare che l’utente apre la porta, depone il contenitore e chiude la porta. Cosa che avveniva a Matera fino agli anni Settanta. Nessuno, certo, vorrebbe riportare in vita quel sistema. Però, nemmeno è accettabile quelloproposto oggi, buonoin un piccolo paesino, nei centri storici senza traffico, con case a pianterrenoo uno e due piani, esercizi commerciali e botteghe a pianterreno, dove tutto si svolge con spostamenti a piedi, anche in pantofole e in pigiama.Non è praticabilein una città come Matera, sul piano.
Nella situazione attuale, i contenitori, piccoli o grandi che siano, bloccheranno buona parte dei marciapiedi anche oltre le 14, costringendo i pedoni ad una pericolosa gimcana, magari proprio in prossimità degli scivoli preparati per superare le cosiddette barriere architettoniche!Non tutti hanno quarant’anni quanto il Sindaco. Il sistema introdotto a Matera imponel’obbligo di portare il contenitore su luogo pubblico, non da porta a porta, quindi, ma da porta a piazza, da porta a strada, da porta a marciapiedi(dove ci sono).Ciò comporta un buon numero di scale da scendere, con in più,da aggiungere, molte volte, 100-150 metri di strada per arrivare al “luogo pubblico”.Ma c’è di più. L’obbligo di portare il contenitore“su luogo pubblico”, senza indicare il punto, significa, indifferentemente,nella lingua italiana di oggi, e secondo l’Accademia della Crusca,il marciapiede, il centro della strada, il lato della strada, il giardinetto (perché no?)… Subentrano responsabilità, in caso di danni a terzi, di natura civile e penale, che interessano anche il Comune, cioè Sindaco, Giunta e Consiglieri. Mi domando se esiste un Ufficio Legale del Comune.A parere di legali da me consultati, il Comune, imponendo la collocazione dei contenitori su suolo pubblico, ha il dovere di delimitare, circoscrivere e render sicuro tale luogo, esattamente come si fa peri parcheggi, stop, piste ciclabili, pedonali ecc. Cautamente, la Ditta appaltatricesi prende tuttele garanzie,per esempio quanto ad “ancoraggio e assicurazione contro i rischi di dannia terzi”. Lasciamo stare gli inconvenienti e pericoli che il sistema di trasporto da casa a strada,e viceversa, comporta perpersone deboli, malferme e non malferme.Pensiamo a terzi, ai pedoni, ma anche al ragazzino che gioca, alla moto che passa… Si aspetta l’incidente? Ho mandato ingiro una foto con contenitori di differenziatacome realizzata a Bologna.Sono contenitori pubblici su suolo pubblico, in cui a tutte le ore il cittadino può versare, dividendoli, i rifiuti. Sono ben delimitati, ben visibili, fuori di carreggiata. Bastano buste biodegradabili,diversamente colorate. Tutto semplice, comodo, senza affanni, senza corse. Penso alle prossime giornate di piogge, vento, freddo. Dovranno pur arrivare. Finorala natura è stata clemente (purtroppo non pericampi e le dighe assetate). Ne vedremo di belle? Speriamo non di brutte. Intanto il prof. F.M., infartuato, ottantaseienne, è disperato e mi chiede come deve fare. Lui abita al terzo piano e, per portare il suo contenitore sulla strada, tra scale e cortile devepercorrere circa cento metri, alle nove di sera, in condizioni di semibuio. La sera che porterà due contenitori non sa come farà col bastone. Qualcuno, cittadino culturale,interpellato, saggiamente gli ha suggerito di fare due viaggi.
Il nuovo sistema di raccolta porta a porta certamente ha delle problematiche come le ha avute quella con i cassonetti. Chi, come me, ha sempre fatto la differenziata secondo le regole esistenti (anche rispettando gli orari) per conferire l’umido ritengo che non trovi particolari difficoltà con il nuovo sistema. Anzi, a dire il vero, lo lo trovo più efficiente e con maggiore responsabilità dei singoli in quanto prevede il tracciamento. I casi particolari sono risolvibili con un pò di buona volontà. Sicuramente la vecchietta o il malato di cuore del quinto piano senza ascensore fa un percorso molto inferiore rispetto a prima visto che i cassonetti distavano svariate decine di metri e con l’onere di sollevare il pesante coperchio tra l’altro poco igienico. Ora abbiamo questo sistema di raccolta e con esso dobbiamo relazionarci al meglio. Possiamo dimostrare che, nonostante le svariate difficoltà presenti, una città del SUD è in grado di competere con quelle del NORD (compreso Bologna). E lasciamo la “politica” fuori dal pattume ……..