No Scorie Trisaia: la Basilicata e il Sud non possono attendere il 2050. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In una campagna elettorale caratterizzata da assenza di temi e di contenuti, il candidato Di Maio, durante la sua visita a Potenza perde l’occasione per parlare delle questioni aperte in materia di energia e petrolio, non solo in Basilicata, della concessione Val d’Agri, dei temi della legalità connessi allo sfruttamento energetico, del gasdotto Tap e sui rifiuti petroliferi. Dimentica anche che la Basilicata è il bacino d’acqua più grande del sud Italia .
In merito Di Maio come pensa che il nostro Paese possa produrre cibo, da un’agricoltura pulita e attività turistiche. Temi questi che pure ha esaltato nel suo discorso a Potenza. Se non tutela il bene primario rappresentato dall’acqua, necessaria per le produzioni agricole e civili?
Che fine ha fatto il tema della sostenibilità ambientale ed economica e la compatibilità energetica dei cicli virtuosi eco ed equo sostenibili, se Di Maio, così come tutti gli altri esponenti dei partiti, ritiene possibile l’uscita dall’economia fossile solo nel futuribile 2050 ?
Dimenticanza o solo protocollo di chi gli cura e suggerisce i temi della campagna elettorale anche in ambito locale?
Le idee di sviluppo basate sul fossile che molti premier di governo propagandano, le abbiamo già viste e le vediamo scorrere nel fiume Agri per raggiungere il mar Jonio .Mentre tutti fanno finta di ignorare l’impatto sociale,ambientale ed economico che il fossile genera. È questo il risultato di suggeritori e dei nuovi tronisti della politica locale che abbiamo già visto cercare selfie nelle manifestazioni organizzate dai cittadini che difendevano il territorio?
Eppure Di Maio durante il referendum dei comitati sulle trivelle nel 2016 venne in Basilicata al centro Oli a criticare il governo Renzi proprio sulle trivelle. E’ in atto una metamorfosi politica sul tema del movimento?
Va benissimo non prendere soldi dalle lobby per la campagna elettorale, ma non serve a nulla se si continua a restare in silenzio su temi cruciali e dei grandi interessi che sconvolgono il territorio. In questo caso la Basilicata, che rischia l’estinzione demografica trasformandosi in un grande hub energetico e dei rifiuti. Regione che rischia di perdere il grande patrimonio idrico che soddisfa milioni di persone ed intere economie. Regione che rischia di diventare la “bombola del gas europea” con l’arrivo di futuri gasdotti molto prima del 2050.
Come leggere le iniziative di alcuni parlamentari e candidati al Parlamento del M5S sedutisi con l’amministrazione Azera o volati ad Astana ? Quando proprio dall’Azerbaijan partirà il gasdotto Tap ? Quando si rispetteranno finalmente le identità territoriali, le volontà dei cittadini, delle popolazioni locali, la sovranità nazionale (pagata a caro prezzo nella storia proprio dai popoli meridionali) ?. Quando si applicheranno i principi costituzionali in ambito europeo a tutela delle economie locali meridionali ?
Speriamo che non sia nel 2050. Il sud Italia non è in vendita. Ciò vale per tutti, sia per i vecchi sia per i nuovi partiti politici.