L’istanza per l’annullamento, previa sospensione, del Decreto ministeriale n. 122 del 12 giugno scorso, che riconosce la compatibilità ambientale ad un progetto della Enel Longanesi Developments, è stata depositato il 7 agosto scorso, prima di altre Regioni.
“Ancora una volta notizie false e tendenziose, diffuse in questo caso dal Movimento No Triv di Policoro, contribuiscono ad alimentare confusione e sconcerto tra i cittadini”. Lo afferma l’ufficio legale della Regione Basilicata, rappresentato nello specifico dagli avvocati Antonio Pasquale Golia ed Anna Carmen Possidente. “Contrariamente a quanto riportato dalla stampa su segnalazione dei “No Triv” – evidenzia l’ufficio legale – la Regione Basilicata ha predisposto il 4 e presentato il 7 agosto scorso al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, quindi prima di altre Regioni, il ricorso per l’annullamento, previa sospensiva del Decreto n. 122 del 12 giugno 2015, che riconosce la compatibilità ambientale al progetto della società Enel Longanesi Developments srl, per l’effettuazione di un’indagine sismica 3D nell’ambito del permesso di ricerca idrocarburi denominato “d79 F.R.-EN” nel mar Ionio Settentrionale”.
L’ufficio legale della Regione Basilicata specifica che il ricorso è stato presentato contro il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, contro il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, e nei confronti della società Enel Longanesi Developments srl e della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nelle motivazioni del ricorso è spiegato che “il decreto appare immediatamente viziato da illegittimità ed eccesso di potere, nonché viziato da vari profili di illegittimità costituzionale, presentando evidenti violazioni di norme costituzionali e trattati internazionali”.
L’ufficio legale della Regione Basilicata elenca quindi i profili di incostituzionalità, a partire dalla violazione dell’art. 117 Cost comma 1 e 3, dal momento che “il decreto è stato emanato senza tener conto della ferma opposizione manifestata dalle Regioni interessate”, mentre è “fondamentale tutelare l’ambiente, il benessere, la salute dei cittadini, così come è prioritario difendere e tutelare il territorio, l’ecosistema locale e le sue risorse paesaggistiche (terrestri e marine)”. E’ stato violato, secondo la Regione Basilicata, anche il principio di precauzione, in quanto “il progetto assentito non prende in considerazione il rischio dovuto all’impatto sull’ecosistema a causa delle conseguenze derivanti da fatti meramente naturali e non necessariamente da errore umano, dovuti a possibili fuoriuscite di gas, e/o a fenomeni di blow-out di gas durante la perforazione”. Il decreto n. 122 è stato impugnato anche “per violazione di legge ed eccesso di potere”. “Il decreto – spiega l’ufficio legale della Regione – è privo di qualsivoglia motivazione, in spregio alla previsione contenuta nell’art. 26 del Dlgs n. 152 del 2006: nulla, infatti, si legge a giustificazione dell’omessa considerazione delle osservazioni in senso contrario espresse dalle Regioni Puglia, Calabria e Basilicata, dai cittadini e dalle associazioni nel corso del procedimento”.
Secondo la Regione Basilicata, inoltre, “è fuor di dubbio che le possibili fuoriuscite di gas ed i fenomeni di blow-out di gas durante la perforazione produrranno un forte impatto ambientale ovvero un ingente danno ambientale” e quindi si configurerebbe la violazione dell’art. 5 comma 1 lett c) del Dlgs n. 152 del 2006. Nel ricorso è specificato che il Decreto n. 122 andrebbe a violare, tra l’altro, una serie di accordi, di direttive europee in materia di tutela ambientale, ma anche “gli obiettivi e le finalità del redigendo Piano regionale delle coste (attualmente in procedura V.A.S.), del vigente “Piano regionale di utilizzo delle aree demaniali marittime”, e del Dlgs 190 del 2010, meglio conosciuto come Strategia Marina “e di tutti gli regionali connessi e collegati ad esso”.
REPLICA DI MEDITERRANEO NO TRIV AL COMUNICATO DELLA REGIONE BASILICATA-UFFICIO LEGALE.
La regione Basilicata replica a Mediterraneo no triv e dichiara di aver presentato ricorso contro il decreto 122 che riconosce compatibilità ambientale alla d 79. La Regione Basilicata parla di false informazioni che creano,ancora, allarme e confusione tra i cittadini.
Eppure l’indicazione sul tardivo invio del parere contrario, così come segnalato da Mediterraneo no triv, non è stato mai smentito dalla Regione Basilicata ed è giusto che sia così visto che il dato del ritardo è documentale.
Tuttavia l’ufficio legale della Regione spiega che il decreto è privo di qualsivoglia motivazione dell’omessa considerazione delle osservazioni espresse dalle Regioni Puglia, Calabria e Basilicata.
Per quanto concerne la mancata considerazione del parere contrario al progetto della Enel Longanesi espresso dalla Regione Basilicata, l’ufficio legale, che parla di false informazioni diffuse da Mediterraneo No triv non spiega, nel comunciato stampa e forse anche nel ricorso al TAR Lazio, che l’atto contrario alla D 79 F.R. è stato inviato un anno e mezzo dopo i termini prescritti dal DLGS 152/2006.
La d 79 F.R. è l’istanza di ricerca di idrocarburi in mare presentata dalla Enel Longanesi, società petrolifera che indetende cercare petrolio nel Golfo di Taranto utilizzando il sistema dell’air-guns.
La società petrolifera, nella SIA (Studio di Impatto Ambientale) depositata presso il Ministero dell’Ambiente, dichiara che l’air-guns è una sorgente di energia che genera onde a bassa frequenza.
L’aria viene immessa in una camera ricavata in speciali cilindri metallici di acciaio da cui, con un sistema a comando elettromagnetico, viene liberata nell’acqua in un tempo brevissimo. L’espansione provoca l’oscillazione delle particelle dell’acqua circostante, generando un fronte di onde elastiche che si trasmettono secondo superfici sferiche concentriche. La società dichiara anche che non è impiegata, nella fase di ricerca di idrocarburi con air-gusn, alcuna miscela esplosiva.
Eppure la Regione Basilicata nel suo comunicato stampa del 17 agosto in risposta a Mediterraneo no triv, dopo aver proclamato di aver già presentato ricorso al TAR Lazio contro il decreto d 122, dichiara anche che “è fuor di dubbio che le possibili fuoriuscite di gas ed i fenomeni di blow-out di gas durante la perforazione produrranno un forte impatto ambientale ovvero un ingente danno ambientale”.
Ma di quali perforazioni parla l’ufficio legale della Regione Basilicata?
Mediterraneo no triv