“Sulla carta tutti si dicono pronti a tutelare l’ambiente e la salute, mentre continuano a consumarsi ingiustizie inaudite che colpiscono i territori e avvelenano le popolazioni. L’impianto petrolchimico Enichem di Manfredonia, dall’esplosione del 1976, continua a mietere vittime nonostante non sia più in funzione. Diverse testimonianze ci dicono che le bonifiche non sono state completate e le persone continuano ad ammalarsi per l’esposizione all’arsenico. Tutto questo deve avere fine, e per questo ho chiesto ai Ministri dell’ambiente e della salute di fare chiarezza su questa vicenda”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, commentando l’interrogazione da lui presentata l’8 ottobre scorso ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute.
Secondo quanto si legge nell’interrogazione, nel 2015 è stata sottoscritta una collaborazione tra l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche e la Asl di Foggia, per un'”indagine conoscitiva sullo stato di salute della popolazione e dell’ambiente nella città di Manfredonia”. Dai primi risultati dell’indagine “emerge un aumento del tasso di mortalità rispetto alla media regionale e, in particolare, un eccesso di mortalità per tumore polmonare. Inoltre, è considerata di speciale interesse l’esposizione all’arsenico da parte della popolazione, a partire dal 2000”.
Peraltro, dal 1989 il territorio risulta essere catalogato come “area ad alto rischio di crisi ambientale”, e negli anni successivi l’area è stata annoverata tra i “‘siti di bonifica di interesse nazionale’, perché contaminata da benzene, toluene, xilene, arsenico, caprolattame, mercurio, piombo e azoto ammoniacale”.
Alla luce di tutto questo, nella interrogazione “si chiede di sapere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare al fine di tutelare la salute dei cittadini e ripristinare le condizioni ambientali ottimali, ponendo in essere la bonifica dei siti gravemente inquinati”.