La nuova recente sentenza del TAR Basilicata favorevole a Fenice Ambiente srl (la n.609 del 7/10/2015) – oggi Rendina Ambiente srl – non può passare inosservata, nonostante il silenzio delle istituzioni e di gran parte del mondo ambientalista.
Dalla lettura della sentenza del TAR Basilicata sopraccitata – che consente di riattivare il forno rotante dopo l’episodio dei fumi rossi allo iodio emessi dall’inceneritore di San Nicola di Melfi nel mese di dicembre 2014 – emergono nuovamente gravi responsabilità da parte degli Enti deputati ai controlli ed alla tutela dell’ambiente e della salute delle comunità, anche sotto il profilo economico. Infatti – a seguito della sentenza n.609 del 7 ottobre 2015 – sugli Enti deputati ai controlli graverà un risarcimento al gestore dell’impianto Fenice stimabile in decine di migliaia di euro, che graverà sui contribuenti.
La Ola (Organizzazione lucana ambientalista), al di là dei ricorsi in diversi grado di giudizio – chiede che i vertici di Arpab e del Dipartimento regionale all’Ambiente rassegnino le loro dimissioni
Ott 09
la solita predicozza di OLA, facesse i fatti invece delle chiacchiere. Rifacessse meglio i calcoli circa le decina di miglaiia di Euro, si è tenuta prudente, così resta a galla
Ole’!