La rivista internazionale “Nature Ecology & Evolution” ha appena pubblicato un articolo scientifico “A multi-species synthesis of physiological mechanisms in drought-induced tree mortality”, realizzato da un gruppo di ricercatori internazionali capeggiati dal Prof. Henry Adams dell’Oklahoma State University, Stati Uniti, in cui era presente anche il prof. Francesco Ripullone dell’Università di Basilicata.
Lo studio sintetizza i risultati di numerosi esperimenti condotti su specie arboree appartenenti a diversi taxa e biomi, con l’obiettivo di rispondere ad alcuni interrogativi sulle cause e sui meccanismi che inducono le foreste alla mortalità.
Secondo questo gruppo di ricercatori, la disfunzione idraulica (definita come perdita di conduttività idraulica in misura maggiore del 75%), conseguente a stress idrico, rappresenta la principale causa di mortalità delle specie forestali a livello globale.
Nell’ultimo decennio sono stati segnalati centinaia di casi di mortalità di foreste in ogni parte del globo, incluso la Basilicata. Interi soprassuoli, a volte con superficie di migliaia di ettari, che a causa dei cambiamenti climatici, nel giro di pochi anni, disseccano completamente, lasciando alle spalle territori desolati.
Questi episodi sono in grado alterare profondamente gli equilibri a livello ecosistemico, con perdita di benefici a livello di biodiversità, di paesaggio e di accumulo di carbonio sottratto all’ambiente per ridurre gli impatti negativi del riscaldamento globale.
Sintesi dello studio
Foreste e clima. Uno studio internazionale pubblicato su Nature E&E rivela i meccanismi fisiologici responsabilidella mortalità delle foreste a livello globale.
La disfunzione idraulica (definita come perdita di conduttività idraulicain misura maggiore del 75%), conseguente a stress idrico, rappresenta la principale causa di mortalità delle specie forestali a livello globale. Questo è il risultato a cui è giunto un gruppo di ricercatori internazionali capeggiati dal Prof. Henry Adams dell’Oklahoma State University, Stati Uniti, in cui era presente anche il Prof. Francesco Ripullone dell’Università di Basilicata.
Lo studio “A multi-speciessynthesis of physiologicalmechanisms in drought-inducedtreemortality”, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Nature Ecology&Evolution.
“Nessuno prima di questo lavoro era riuscito a conciliare un dataset globale di informazioni, sintetizzando i risultati di numerosi esperimenti condotti su specie arboree appartenenti a diversi taxa e biomi”, afferma Francesco Ripullone, co-autore di questo studio.
“Questo risultato assume grande rilevanza, in quanto permette di far luce su alcuni interrogativi riguardo ai meccanismi che inducono le foreste alla mortalità, e soprattutto pone l’accento sulla siccità quale principale causa predisponente la morte delle piante.
“Interi soprassuoli, a volte estesi migliaia di ettari, che nel giro di pochi anni, disseccano completamente, lasciando alle spalle lande desolate”.
“In passato sono stati segnalati centinaia di casi di mortalità di foreste in ogni parte del globo, compreso l’Italia. Negli ultimi anni il fenomeno si è intensificato ulteriormente, i casi segnalati sono più che triplicati”.
“Questi episodi sono in grado alterare profondamente gli equilibri a livello ecosistemico,con perdita di benefici a livello turistico-ricreativo, di biodiversità, di paesaggio ed ambientale”.
“Come è noto le foreste svolgono una importante funzione di accumulo di carbonio che viene sottratto all’ambienteper ridurre gli impatti negativi del riscaldamento globale.Se tali episodi di stress idrico, come di fatto sta già avvenendo in questo periodo, dove in molte regioni italiane non piove da più di tre mesi, si dovessero intensificare ciò aggraverebbe notevolmente la situazione aprendo a nuovi scenari”.
“I cambiamenti climatici sono anche responsabili dell’aumento del fenomeno degli incendi boschivi. Gli incendi, esasperati dalla siccità e caldo eccessivo, in questo periodo stanno letteralmente distruggendo i nostri boschi, frenando non solo l’assorbimento di carbonio da parte degli alberi che muoiono, ma rilasciando in atmosfera milioni di tonnellate di CO2, che è il principale responsabile del riscaldamento globale”.