Nell’assemblea tenutasi il 31 ottobre, che ha visto una larghissima partecipazione dei lavoratori ARPAB, è emersa in tutta evidenza la gravissima situazione in cui versa l’ente; una situazione ormai incancrenitasi e tale da non favorire né la credibilità dell’agenzia all’esterno né adeguate condizioni di lavoro ai dipendenti che quotidianamente e con grande senso di responsabilità e di dedizione professionale svolgono il loro lavoro. L’ARPAB per “mission istituzionale” e per obblighi di legge è tenuta ad assolvere le attività ordinarie di controllo ambientale, senza necessità di ricorso a progetti integrativi quali quelli costituenti la gran parte delle linee del Masterplan, dimostratesi ad oggi fallimentari.
Le organizzazioni sindacali si sono sempre battute per costruire percorsi di indipendenza, autonomia e, soprattutto, di maggiore attendibilità scientifica dei dati ambientali dell’ARPAB. Nello stesso tempo hanno fatto del rispetto incondizionato e dell’osservanza assoluta della legge un valore mai negoziabile né tantomeno mistificabile. Per tale ragione le scriventi OO.SS, sollecitano con forza il Consiglio Regionale ad aggiornare la legge regionale n.37/2015 di riforma dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente con la legge n.132/2016 che ha istituito il sistema a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA). L’intento dichiarato è, naturalmente, quello di rafforzare sempre più i contesti di autonomia funzionale, soprattutto dalle ingerenze della politica nonché di garantire condizioni effettive d’imparzialità e di terzeità scientifica, anche nella nuova e non più rinviabile scelta di una governance tecnica motivata professionalmente ed in grado di traguardare l’ARPAB finalmente verso nuove sfide di utilità pubblica e di comunità.
Tra tutto rimane purtroppo alta e continua la nostra preoccupazione dinnanzi a scelte gestionali che la direzione dell’ARPAB unilateralmente porta avanti da mesi, a partire dalle dubbie delibere di proroga dei contratti di somministrazione in essere, per i quali riteniamo non sia consentito utilizzare la grave carenza di personale come presupposto legittimante alla loro continua reiterazione. La particolare condizione di urgenza, così tanto strumentalmente invocata, può avere unicamente carattere di eccezionalità temporale piuttosto che divenire una sorta di comodo alibi al funzionamento ordinario dell’Agenzia che per compiti e specificità dovrebbe, invece, essere assicurato da contingenti di personale numericamente adeguati.Inoltre capita di assistere ad annullamenti di procedure, ad iperfetazioni amministrative di ogni tipo, comprese le frequenti tipologie “delle prese d’atto”. E da ultimo desta non poche perplessità la vicenda riguardante l’Avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di Direttore Amministrativo. Vicenda su cui pure si sono ripetutamente espressi rilievi, rimasti del tutto inascoltati, fino alla richiesta di sospensione del bando avanzata ed ottenuta dall’assessorato regionale all’Ambiente.
C’è poi da approfondire ancora molto sulle attività effettivamente svolte dall’Agenzia relativamente al Progetto Masterplan ed alle fonti di finanziamento divenute oggetto di una lunga e poco edificante querelle anche mediatica tra il Dipartimento Programmazione e Finanze della Regione e la direzione strategica di ARPAB. Inaccettabile appare anche il ritardo sulla fase di accreditamento dei laboratori nonché dei processi di certificazione delle reti di monitoraggio e controllo, peraltro annunciato con enfasi propagandistica dalla direzione strategica, atteso che l’Agenzia dispone di personale professionalmente valido che potrebbe dare rassicurazione scientifica sui livelli di qualità e di affidabilità dei servizi resi e delle attività obbligatorie espletate.
Sembra, inoltre, sostanziarsi una volontaria mancanza di rispetto della dignità personale e professionale dei funzionari e dei dipendenti in generale, da parte della direzione strategica. Occorre, perciò, uscire da condizioni di contingenza, di confusione, di approssimazione, di precarietà in cui versa l’Agenzia e predisporre una nuova ed efficace organizzazione degli uffici, più confacente alle esigenze dell’ente e del personale. Occorre strutturare un quadro programmatorio certo e qualificato che sappia dare merito alle sfide e, soprattutto, ai compiti della tutela ambientale e della salute pubblica, facendo leva anche sull’attuazione di un piano di fabbisogni di personale con profili specialistici e tipologie tecniche per dare avvio, con l’urgenza del caso e nel pieno rispetto delle normative, finalmente a concorsi pubblici.
L’insieme di tali rilevanti questioni non può che condizionare i fattori di benessere e di motivazione lavorativa dei dipendenti ARPAB, che assistono ad atti di “deresponsabilizzazione” da parte delle figure apicali dell’Ente. Troppo spesso ai lavoratori viene impropriamente imposta, con atti d’imperio ed ordini di servizio, l’assunzione di impegni lavorativi con scadenze temporali irragionevoli ed immotivate che chi dirige dovrebbe, invece, contribuire ad assolvere nel pieno rispetto del mandato istituzionale per cui è pagato e valutato.
Con rammarico registriamo che solo in seguito ad azioni di protesta, quale da ultimo, l’assemblea del 31 ottobre u.s., viene convocato il sindacato. Per tutte questi ragioni proclamiamo lo stato di agitazione e chiediamo l’azzeramento immediato della direzione strategica dell’ARPAB.