Riportiamo di seguito le dichiarazioni del sindaco Mancini dopo la frana che ha colpito il 25 gennaio scorso il centro storico di Pomarico. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La frana che ha colpito il nostro centro urbano nei giorni scorsi, ha provocato danni enormi al patrimonio edilizio pubblico e privato.
L’evento franoso verificatosi dapprima il 25 gennaio scorso ha interessato una vasta zona a valle di Corso Vittorio Emanuele II, trascinando a valle migliaia di metri cubi di terreno e, quattro giorni dopo, il 29 gennaio è tornato a colpire ancora più duramente distruggendo completamente un tratto del medesimo Corso Vittorio Emanuele, con le sottostanti opere di presidio e provocando il crollo di decine di unità immobiliari che si affacciavano sul corso.
Gli accorgimenti preventivi messi in atto, hanno permesso che nessuna persona sia rimasta vittima. Infatti, il Sindaco, alle prime avvisaglie dell’evento, con il supporto dei Vigili del Fuoco e della Struttura Tecnica Comunale ha tempestivamente emesso e fatto eseguire lo sgombero di tutte le abitazioni a rischio.
Nelle ore immediatamente susseguenti l’evento, vi è stata la mobilitazione di tutti gli organi competenti per mettere in sicurezza le aree limitrofe alla zona colpita e per supportare le famiglie sgomberate e metterle in condizione trovare una sistemazione decorosa.
Il bilancio ad oggi è di 90 unità immobiliari interessate di cui 18 crollate, 12 unità immobiliari irrimediabilmente danneggiate e 65 unità immobiliari sgomberate in via precauzionale. I nuclei familiari costretti a lasciare le loro abitazioni sono 26 per un totale di 56 oltre a nr. 3 attività commerciali.
Per questa prima fase di gestione dell’emergenza è necessario disporre di una somma congrua – quantificabile come primo importante intervento di 5 milioni di euro – che sarà utilizzato in parte per trovare una sistemazione decorosa alle famiglie sgomberate e per garantire la sicurezza dei luoghi delineati nella zona rossa, una parte consistente nel preservare gli immobili che sono stati interessati al margine dal movimento franoso e nel cercare il più possibile di captare le acque profonde con un sistema idraulico adeguato per accompagnarle a valle, infine, e non per importanza, per avviare indagini conoscitive per capire le cause della frana e programmare e predisporre interventi puntuali per la tutela della popolazione e la mitigazione del rischio idrogeologico dell’intero centro abitato.
Infatti, va precisato che non è la sola zona di Corso Vittorio Emanuele a destare preoccupazione, ma è l’intero centro abitato ad essere minacciato dal rischio idrogeologico in quanto il territorio di Pomarico, come altri centri lucani, è costituito da terreni sabbiosi, incoerenti e instabili che determinano situazioni di criticità al primo verificarsi di eventi atmosferici avversi. Il disciplinamento delle acque bianche, la sistemazione degli impluvi naturali, sia a monte che a valle, e la riparazione delle reti idriche e fognanti, preceduti da appositi studi conoscitivi, sono pertanto gli interventi prioritari da attuare per la difesa del territorio e la tutela della popolazione.
Per il superamento dell’emergenza occorre l’intervento, il coordinamento ed fattivo coinvolgimento di molteplici strutture operative, nazionali e regionali, al fine di rimuovere gli ostacoli e permettere la ripresa delle normali condizioni di vita e di lavoro, nonché di ripristinare i servizi essenziali.
Riportiamo di seguito le dichiarazioni del consigliere regionale Paolo Castelluccio dopo la frana che ha colpito il 25 gennaio scorso il centro storico di Pomarico. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Stato di emergenza o stato di calamità naturale la frana di Pomarico richiede innanzitutto un impegno di stretta sinergia ad ogni livello istituzionale e politico. Per questa ragione le visite elettorali di esponenti di centrosinistra come di centrodestra, di queste ore, non aiutano. Lo afferma il consigliere regionale Paolo Castelluccio per il quale bisogna prendere lezione dalla saggezza dei cittadini di Pomarico che hanno testimoniato come i segnali della profonda tragedia erano evidenti già da tempo ed andavano solo interpretati. Adesso – aggiunge – stringiamoci tutti intorno alle famiglie colpite e alla comunità locale. Persino il dibattito, pur necessario, su cosa si poteva fare e non è stato fatto, va rinviato per evitare divisioni e per non perdere di vista cosa fare da oggi in poi sino alla messa in sicurezza dell’intero abitato. Leggo in proposito di quotidiani nazionali che scrivono di Pomarico “a pochi chilometri da Matera” creando solo un allarmismo che non ha motivo di esistere e che se non stoppato in tempo potrebbe avere serie ripercussioni negativi per Matera 2019. Nei giorni scorsi ho voluto ricordare, non certo per spirito polemico ma per affermare la verità dei fatti, che la Regione ha messo a punto un piano di interventi di contrasto al dissesto idrogeologico che riguarda ben 107 comuni su 131, ed ha definito un crono programma, attraverso le risorse finanziarie necessarie, poi bloccate dalla mancata parifica del bilancio da parte della Corte dei Conti e solo successivamente sbloccate. Ma i ritardi nella pubblicazione dei bandi di gara per gli interventi previsti pesano come macigni. Si istituisca pertanto – dice Castelluccio – una task force prima di tutto di alto livello scientifico che affianchi Giunta Regionale, Amministrazione Comunale, Ministeri interessati per assumere decisione di breve e medio termine. Sul piano del metodo la svolta che i cittadini d Pomarico si attendono è di vedere affermata una strategia di vera e propria programmazione perché non sarà la dichiarazione di stato di emergenza piuttosto che di calamità naturale a risolvere i complessi problemi.