La frana che si è nuovamente manifestata a Pomarico riprova che rispetto al sempre più diffuso ed esteso fenomeno di dissesto del suolo non si possono più rinviare i programmi di intervento e sono necessarie adeguate risorse finanziarie reperibili solo chiamando in causa il Governo centrale. Lo afferma il consigliere regionale Paolo Castelluccio ricordando che la frana a Pomarico riapre l’antica ferita dei lavori di consolidamento e sistemazione idrogeologica nei pressi Strada Comunale “Parlante”, nel centro urbano, mediante livellamenti di terreno e costruzione di muri di sostegno in cemento armato commissionati dal Comune di Pomarico. Una vicenda non ancora conclusa con individuazione di responsabilità e di soluzioni.
Nel ricordare che la Regione ha messo a punto un piano di interventi che riguarda ben 107 comuni su 131, nel 2014 ha definito un crono programma e ha ottenuto le risorse finanziarie necessarie, poi bloccate dalla mancata parifica del bilancio da parte della Corte dei Conti e successivamente sbloccate, Castelluccio denuncia i ritardi nella pubblicazione dei bandi di gara per gli interventi previsti. Accade che prima di avviare i cantieri veri e propri passa troppo tempo. C’è ancora molto da fare e soprattutto da recuperare ma se si riusciranno ad unire in modo proficuo le competenze che non mancano a una visione concreta di pianificazione degli interventi potrebbero finalmente arrivare dei risultati in tempi certi. E in queste ore di nevicate o pioggia persistente si ripetono – dice Castelluccio – le sollecitazioni agli uffici regionali Difesa del Suolo, Agricoltura, Ambiente per sopralluoghi, verifiche, censimento dei danni ma la verità è che il piano di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico a poco meno di un anno si è tradotto in pochissimi interventi. E come non ricordare i risultati ridotti ed inefficaci dell’Accordo di Programma che la Regione ha firmato con il Ministero dell’Ambiente che risale al 2010 che ha individuato 85 interventi prioritari ai quali successivamente sono stati aggiunti altri 22 interventi per un totale di 107 progetti ed una spesa già sostenuta di 37 milioni di euro. Per gli interventi del nuovo Piano (93 di cui 28 per prevenire e fronteggiare alluvioni e 63 frane e smottamenti) siamo sempre di fronte al classico caso della macchina tecnico-burocratico-amministrativa che rallenta procedure, tempi e finanziamenti. Il risultato è sempre lo stesso: la Regione con tutti i suoi apparati interviene solo dopo l’emergenza e rinnova l’impegno alla prevenzione, un impegno che si ferma ai buoni propositi. A pagarne le conseguenze questa volta i cittadini di Pomarico. Solo un’autentica svolta politica di programmazione e gestione di programmi, piani, intese con Ministeri e Governo – conclude Castelluccio – può dare speranze per non affrontare come sempre le emergenze a danni avvenuti.