Leonardo Rocco Tauro, coordinatore regionale di Fdi – AN, annuncia le iniziative del partito nel fine settimana per sostenere il Sì al referendum sul petrolio.
Sarà un fine settimana molto intenso per i militanti di Fratelli d’Italia.
Dal nord al sud della regione, banchetti e gazebo nelle principali piazze dei comuni per illustrare il Si al Referendum sul petrolio, del 17 aprile prossimo.
Da sempre, abbiamo preso posizione chiara e netta sul tipo di sviluppo energetico vogliamo dare alla nostra nazione: uno sviluppo equilibrato, che intanto passi attraverso la difesa dell’ambiente in cui viviamo.
Più importante di ogni altra considerazione.
L’aria e l’acqua non hanno prezzo.
Non vogliamo né possiamo sacrificare tutto e sempre sull’altare degli interessi delle compagnie petrolifere, con la scusa dell’interesse energetico nazionale.
Specie poi quando veniamo a sapere, notizia freschissima, che per risparmiare soldi sullo smaltimento,avvelenano il mondo circostante.
Un plauso da parte nostra alla magistratura per l’attenzione che pone a salvaguardia della salute delle persone.
Pertanto, maggiore mobilitazione incessante e senza sconti, da ora in poi.
Con l’invito alla mobilitazione dell’intera regione. Nè può essere il tentativo maldestro da parte delle compagnie petrolifere di porre, davanti a gravi problemi causati dal selvaggio modo di estrarre idrocarburi, la presunta perdita di lavoro per operai e tecnici impegnati nel settore.
In modo scorretto, si tenta cioè di far passare i sostenitori dell’abrogazione della norma di legge oggetto della consultazione referendaria, come insensibili di fronte all’eventuale dramma occupazionale delle famiglie dei lavoratori.
Dicevano da nord a sud, in particolar modo nel metapontino, zona direttamente più interessata all’estrazione in mare, con banchetti e gazebo nelle città di Policoro, Nova Siri, Scanzano Jonico, Montalbano Jonico, con le popolazioni da sempre molto sensibili al tema della sicurezza della salute.
Con i gravi fatti accertati dalla magistratura inquirente, il referendum del 17 aprile si sposta ormai decisamente tra il diritto di un popolo di vivere in un ambiente sano, e quello degli interessi malsani, ovvero quelli di una cricca a delinquere di avvelenatori, composta da compagnie petrolifere e i responsabili regionali al controllo, che sono o incapaci o corrotti.