La città di Matera è una delle 1600 nel mondo e delle 162 in Italia che hanno aderito questa mattina alla manifestazione “Fridays for future”, la giornata di sciopero globale per il clima, una marcia messa in moto da una giovane e coraggiosa ragazza svedese, Greta Thunberg, la prima a scioperare per manifestare la sua contrarietà alle politiche mondiali sull’ambiente. Migliaia le persone che hanno condiviso la protesta di Greta Thumberg, gli scioperi so sono così estesi macchia d’olio in vari paesi europei e sono culminati nella giornata del 15 marzo, con i ragazzi del globo terrestre pronti a manifestare tutti insieme per chiedere attenzione e avviare azioni concrete per il cambiamento climatico. In piazza della Visitazione gli ottocento studenti delle scuole medie superiori, una classe della scuola elementare Minozzi e due classi della scuola media Festa. Una manifestazione promossa a Matera da Consulta provinciale degli Studenti, Legambiente Matera ed altre associazioni, provenienti anche dalla provincia di Matera e dalla vicina Altamura, tutti pronti a sposare la causa di Greta Thumberg. Perché il futuro pulito riguarda tutti a tutte le età. La marcia per il clima, partita da piazza della Visitazione, ha attraversato le strade del centro storico fino a raggiungere via Ridola e il corteo ha effettuato il percorso inverso fino a piazza Vittorio Veneto, dove sono arrivati gli interventi dei promotori dell’iniziativa ed è stato effettuato un flash mob. Il messaggio lanciato riguarda un futuro sostenibile, da attuare subito, perché ora è possibile, è indispensabile: basta combustibili fossili, basta merci inutili, basta allevamenti intensivi, basta veleni in atmosfera, sul suolo, nell’acqua. Quello del lavoro è un alibi per gli speculatori: “Sul pianeta morto non c’è lavoro per nessuno”.
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dalla presidente della Consulta Consulta provinciale degli Studenti, Sabrina Porcari: “Oggi parliamo della nostra casa, stiamo parlando di un futuro comune che vede protagonisti noi, i nostri genitori, i nostri nonni, i bambini. Oggi siamo qui per chiedere cambiamenti a livello politico, culturale e sociale. Lo striscione principale dice “La Basilicata terra non più dei boschi ma delle trivelle”, perchè ormai stanno distruggendo il territorio. Siamo diventati il pozzo dell’oro nero e questo va bene per l’economia, per lo sviluppo ma non va bene per l’ambiente. Chiediamo maggiori controlli sui lavori di estrazione del petrolio che sono a grave impatto ambientale e speriamo sopratutto il numero di malattie non continui a crescere come è accaduto negli ultimi anni”.
Michele Capolupo
FridaysForFuture, gli studenti incontrano l’assessore all’Ambiente
L’assessore all’ambiente del Comune di Matera, Giuseppe Tragni, ha ricevuto questa mattina una delegazione della Consulta provinciale degli studenti, poco prima che iniziasse la manifestazione per il “FridaysForFuture”.
Gli studenti hanno consegnato un documento in cui chiedono di essere ascoltati in uno dei prossimi consigli comunali per discutere delle tematiche ambientali che riguardano la città.
L’assessore ha dato la piena disponibilità anche per organizzare un incontro specifico per spiegare l’impegno del Comune a sostegno delle politiche di conservazione e valorizzazione delle risorse naturalistiche del territorio.
Al termine dell’incontro, a cui ha partecipato il rappresentante di Legambiente, Pio Acito, i ragazzi hanno raggiunto Piazza Matteotti da dove ha avuto inizio il corteo.
Fridays for future, intervento di Genitori Consapevoli Basilicata
Oggi è una giornata speciale, non solo a Matera e Policoro ma in tante altre parti del pianeta. Grazie ad un moto spontaneo e solidaristico di auto aiuto, la coscienza del mondo civile è oggi in mobilitazione per sensibilizzare opinione pubblica e poteri decisionali sui gravi rischi derivabili dai mutamenti climatici, una minaccia per ecosistema e umanità. Salvare il pianeta significa salvare anche il presente per non ritrovarci in un prossimo futuro spogliati di qualsiasi prospettiva esistenziale.
Incurante del rischio, la società dei consumi continua a sfornare pericoli, sostanze tossiche e agenti inquinanti di cui, solo dopo approfonditi studi, se ne riesce a farne a meno con la messa al bando, ma quando orami il danno è stato consumato. E’ un vizio consolidato di cui vogliamo farne a meno, un modo scellerato tipico di un modello affaristico di crescita irresponsabile propenso più al profitto di pochi che alla salvaguardia generale, che noi – cittadini consapevoli – non possiamo più ammettere né accettare se, davvero, vogliamo imparare dagli errori del passato pensando a quanto e cosa lasceremo in eredità ai nostri figli.
In questi gironi, in Italia come in molti altri paesi occidentali e industrializzati, stiamo assistendo ad una forsennata corsa contro il tempo per disseminare in maniera ubiquitaria una nuova tecnologia altamente pericolosa per ecosistema e umanità. Una nuova tecnologia che può avere effetti anche sul surriscaldamento del globo. In pochi ne parlano, gli spazi di consapevolezza e di informazione veritiera sono sempre più ristretti, nonostante l’era dell’iperconnessione che ci ingolfa di notizie spesso inutili. Il 5G è un vero e proprio tsunami elettromagnetico senza precedenti nella storia dell’umanità. L’Internet delle cose, il wireless di quinta generazione, è privo di qualsiasi valutazione preliminare sul rischio socio-sanitario, tanto che – sulla scorte della classificazione delle radiofrequenze come possibili cancerogene per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – già la Commissione scientifica europea sui rischi emergenti ha giudicato il 5G pericoloso per ecosistema e umanità.
L’alleanza italiana STOP 5G, partecipata dal basso nell’esclusivo interesse di salvaguardare la salute nel bene più prezioso e in comune, attraverso un’azione congiunta sostenuta da un trasversale movimento indipendente che ha nel giornalista Maurizio Martucci il portavoce nazionale, con insistenza sta chiedendo al Governo italiano una sensata moratoria fintanto che non ci saranno risultati certi, chiari e univoci capaci di scongiurare i pericoli di una tecnologia sperimentata in Basilicata anche a Matera. Il 5G non è sicuro e se i piani delle aziende dovessero realizzarsi così come programmato, nessuno avrà più scampo sulla faccia della terra: nessun animale, nessun uccello, nessuna pianta, nessun essere vivente sarà infatti più in grado di sottrarsi alla massiccia irradiazione multipla pensata anche col Wi-Fi dallo spazio, dai lampioni della luce, dai tombini nei marciapiedi per 7 giorni su 7, 24 ore al girono, 365 giorni l’anno, tagliando alberi per piazzare milioni di nuove antenne.
Negli ultimi anni un’ampia bibliografia medico-scientifica attesta il pericolo: 10.000 studi validati illustrano effetti multi-organo dannosi per la specie umana, come vi sono abbondanti prove di danni causati anche su piante, animali selvatici e da laboratorio. Il 5G è qualitativamente e quantitativamente diverso dall’attuale standard del 4G: collegare simultaneamente 1 milione di oggetti per chilometro quadrato sul 98% del territorio nazionale, servendo il 99% della popolazione pure in aree con scarsa densità abitativa, significa incrementare di molto il consumo di energia elettrica con le inevitabili ricadute anche per ecosistema e Madre Terra.
Ecco perché noi oggi siamo qua. Per non essere come cavie da laboratorio, se non vogliamo vivere immersi in un brodo elettromagnetico che si tradurrebbe in un gigantesco forno a microonde a cielo aperto: chiediamo con forza all’amministrazione di Matera e al Governo italiano di fermare subito il 5G, promuovendo uno studio epidemiologico su scala nazionale sugli effetti dei campi elettromagnetici, optando per tecnologie green, a basso impatto ambientale, per salvare il nostro presente e il futuro delle prossime generazioni che chiedono semplicemente di vivere da esseri umani, in un pianeta protetto e sano.
Noi oggi abbiamo risposto all’appello del Fridays for future per inoltrare una richiesta chiara, civile, responsabile e documentata: STOP 5G, fermatevi con questa scellerata sperimentazione, prima che sia troppo tardi.
GeCo – Genitori Consapevoli AsSIS Basilicata aderente all’alleanza italiana STOP 5G
Presentazione progetto Green Jobs che coinvolge Conai, Comune di Matera, Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Unibas
Mercoledì 20 marzo 2019 alle ore 11 nella sala Mandela del Comune di Matera si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto Green Jobs che coinvolge Conai, Comune di Matera, Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Unibas.
Durante la conferenza stampa verrà sottoscritto l’Accordo Green Jobs – Matera 2019tra la Fondazione Matera-Basilicata 2019, il Comune di Matera,la Camera di Commercio della Basilicata, l’Università degli Studi della Basilicatae CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi,per la diffusione dei principi della green economy attraverso momenti di informazione e formazione sul territorio. Verrà presentato il ciclo di percorsi formativi promosso dal Consorzio in collaborazione con l’Università,rivolto ai giovani laureati, per lo sviluppo di competenze e opportunità professionali nei settori della green economy, in particolare dei rifiuti di imballaggio.
L’Accordo si inserisce nel più ampio ambito del Protocollo d’Intesa siglato tra le città di Matera e Cortina,per collaborare alla sostenibilità di grandi eventi come Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e i successivi Mondiali di Sci Alpino di Cortina 2021.
Parteciperanno:
• Comune di Matera, Raffaello De Ruggieri (Sindaco)
• CONAI, Giorgio Quagliuolo (Presidente)
• Fondazione Matera-Basilicata 2019, Salvatore Adduce (Presidente)
• Camera di Commercio della Basilicata, Michele Somma (Presidente)
• Università degli Studi della Basilicata, Giuseppe Romaniello (Direttore Generale)
• Fondazione Cortina 2021, Susanna Sieff (Sustainability Manager)
• Comune di Cortina, Paola Coletti (Assessore Istruzione e Politiche educative giovanili)
La fotogallery della manifestazione Fridays for future (foto www.SassiLive.it)