Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale: “Centro Olio di Viggiano e Tecnoparco: Pietrantuono, nulla di nuovo rispetto al passato. Scappa!”
Sulle due questioni ambientali lucane più rilevanti, Centro Olio di Viggiano e Tecnoparco, definire infelici le dichiarazioni dell’Assessore Pietrantuono sarebbe un eufemismo.
Il giorno dopo la nuvola nera che si è sprigionata dal Centro Olio, Pietrantuono scappa a Milano. E scappa per parlare di ‘sicurezza ambientale’? Sembra una boutade! E invece è tutto vero.
La Basilicata che ha dimostrato essere la meno sicura sul fronte dell’ambiente, va in un convegno a Milano a parlare di cosa??? Di quanto sono stati incapaci, miopi, menefreghisti i vertici regionali fino ad ora? Di quanto sono stati complici nell’inerzia, nel ‘tutto a posto’?
E cosa dice il nostro Assessore all’Ambiente sulla fumata nera di ieri? Rassicura: ‘verificheremo’, ‘controlleremo’. E ringrazia pure l’ARPAB che fino ad ora non ha fatto nulla. Ancora un volta, si dà fede a quanto unilateralmente dichiarato dall’ENI. Ancora una volta si sottovaluta il problema.
Non ci sono sforamenti, dichiara l’ENI e riprende Pietrantuono. Ma ci prendono in giro? Forse, all’Assessore ed anche ai vertici ENI è sfuggito un piccolo (per noi non tanto piccolo) dettaglio emerso dall’inchiesta: i problemi derivano dai tentativi della società di raddoppiare la produzione. Lo sa l’ENI e non può non saperlo la Regione e l’Assessore. Dunque? Servirebbe una presa d’atto da parte di tutti del fatto che l’impianto non è adeguato e, quindi, smetterla di fare tentativi che prima o poi potrebbero finire male. Prima un adeguamento serio e solo dopo si può pensare alla produttività.
Tecnoparco? Il Consiglio comunale di Pisticci, all’unanimità, chiede che l’impianto sia al servizio solo dei Comuni della zona? La risposta dell’Assessore: ‘metteremo regole più stringenti’. Ma chi controlla il rispetto di queste regole? Pietrantuono non sa di cosa parla! Ancora una volta si sottovalutano le istanze dei cittadini. Si derubricano i bisogni delle comunità a mere questioni tecniche.
La Basilicata è la Terra del tutto cambia per non cambiare nulla. Si promette la rivoluzione, ma siamo in pieno ancien regime. Si promette un nuovo corso con un nuovo Assessore, ma Pietrantuono è come i suoi predecessori: un Don Abbondio.
Fumo nero dal Centro Oli di Viggiano, Csail: “Torna in discussione la fiducia dei cittadini della Val d’Agri nei confronti delle istituzioni”. Di seguito la nota integrale.
La fumata nera dal Centro Oli di Viggiano rimette in discussione la fiducia dei cittadini della Val d’Agri nei confronti delle istituzioni che dovrebbero tutelarli per gli aspetti principali della vita delle persone: la salute e l’ambiente. E’ il commento del Csail affidato al portavoce Filippo Massaro che annuncia in occasione del Natale una nuova iniziativa di mobilitazione da definire e concordare con le comunità innanzitutto di Viggiano, Grumento e Villa d’Agri-Marsicovetere perché il fatto non sia declassato ad episodico e si concretizzi una forte risposta popolare e civica. Ovviamente – dice Massaro – la nota dell’Eni non ci tranquillizza per niente mentre registriamo ancora una volta un ritardo ingiustificabile da parte dell’Arpab. Quanto alla Regione, le dichiarazioni dell’assessore Pietrantuono – è scritto nella nota – sono talmente scontate da non meritare alcuna considerazione. Ci mancherebbe altro che la Regione non si occupi di acquisire rapporti da Eni ed Arpab. Il problema è piuttosto un altro: qual è il ruolo della Regione senza attendere che altri svolgano azioni di monitoraggio diretto e soprattutto nelle fasi di prevenzione e di gestione dell’emergenza. E’ intollerabile che – continua Massaro – come accaduto in tutti questi anni per i ripetuti episodi di fiammata anomala dal Cova anche questa volta non si attivino iniziative immediate di controllo continuando invece a delegare all’Eni l’esercizio del controllo. Ci rendiamo conto che i sindaci fanno quello che possono ma da loro ci attendiamo una pressione più forte nei confronti del Governo Regionale. Il 2016 dunque si avvia a chiudersi nello stesso modo in cui è iniziato senza segnare quel minimo di svolta che pure le inchieste giudiziarie avrebbero richiesto. In proposito se sarà confermata l’esclusione della Regione da parte civile ci troveremmo di fronte ad un nuovo episodio capace di acuire il distacco cittadini-istituzione. E’ dunque sempre valida la proposta del Csail: si realizzi una rete civica di sentinelle dell’ambiente, della salute e del territorio con il supporto di personalità scientifiche.
Il medico Giambattista Mele e due rappresentanti di SEL, il senatore Giovanni Barozzino e il deputato Antonio Placido in una nota congiunta commentano la nuova fuoriuscita di fumo nero dal centro Oli di Viggiano. Di seguito la nota integrale.
Nella giornata di ieri, per l’ennesima volta, si è verificato presso il Cova di Viggiano un incidente che ha diffuso allarme e preoccupazione fra i cittadini della Val d’Agri.
Una densa colonna di fumo nero si è sprigionata dal termodistruttore della V linea (quella recentemente ultimata per il trattamento di olio e gas), diffondendo in atmosfera il tipico puzzo di idrogeno solforato e provocando l’attivazione della sirena di allarme.
Anche questa volta, come sempre, l’Eni minimizza e rassicura.
Anche questa volta, come sempre, si resta in attesa che l’ARPAB renda pubblici i dati di monitoraggio sull’accaduto, provenienti dalle cinque centraline fisse poste sotto il suo controllo.
Non è più tollerabile che i cittadini della Valle vengano trattati come sudditi di colonie da parte di una multinazionale che ha in questi anni perduto ogni credibilità (si guardino gli atti dell’inchiesta in corso) quanto a rispetto delle procedure poste a garanzia della salute di lavoratori e popolazioni.
Non è più possibile che l’ARPAB continui ad intervenire a valle degli incidenti invece che garantire la comunicazione in tempo reale, momento per momento, dei livelli di inquinamento presenti in atmosfera.
La trasmissione immediata dei dati e la possibilità che i cittadini possano accedervi tempestivamente costituiscono ormai questioni irrinunciabili di sicurezza e di democrazia in un paese collocato in Europa e non nel terzo mondo, nel terzo millennio e non agli albori della rivoluzione industriale.
La Regione Basilicata si decida finalmente a fare quello che finora non ha fatto: mostri di non essere prona agli interessi delle multinazionali del petrolio, mostri di voler tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori della Valle.