A 68 anni dalla prima campagna di scavo nell’area del Sito Archeologico di Monte Torretta (Pietragalla), ad opera di Francesco Ranaldi, (settembre 1956), sono più che maturi i tempi per l’istituzione del Parco archeologico-naturalistico di Monte Torretta. E’ il messaggio lanciato dalla Giornata di Archeotrekking promossa dall’Associazione La Gorgona, da anni impegnata nella valorizzazione non solo del sito ma dell’intero comprensorio rurale di Pietragalla. Un centinaio di persone hanno partecipato all’evento con musica dal vivo dei ragazzi del Liceo Artistico Gropius di Potenza e terminato con il pranzo del contadino. La direttrice del Museo Dino Adamesteanu di Potenza Sabrina Mutino ha accompagnato gli escursionisti nel percorso, insieme alle guide ambientali Nicola Masi e Leonardo Mecca e Marco Rinaldi, profondo conoscitore archeologo. La campagna di scavi – a cui si sono dedicati studiosi e giovani delle Università di Parigi e di Germania – deve continuare per ricostruire il sito di altura unico nel suo genere. “Siamo a metà dell’opera e – sottolinea l’archeologa Mutino – soprattutto in questa fase c’è bisogno della massima cooperazione tra tutti i soggetti istituzionali interessati. La Sovrintendenza fa la sua parte. All’Associazione – aggiunge – il grande merito di crederci e di impegnarsi al massimo”. I problemi esistenti sono dovuti principalmente agli espropri dei terreni e alla difficile gestione di un comprensorio molto vasto. Nel 1956 Ranaldi realizzò, su segnalazione di abitanti del posto, il primo scavo sul sito dove era risaputo affiorassero resti di mura: si concentrò dapprima sul circuito murario superiore, scavò lungo il muro per una lunghezza di 98 metri, mettendo a nudo la fortificazione in tutta la sua altezza di 1.92 metri nei punti meglio conservati. La cinta muraria, ben visibile, si trova a pochi metri a sud-est dal picco del Monte Torretta ed è formata da quattro filari di blocchi parallelepipedi ben squadrati, lavorati a scalpello, di dimensioni notevoli, di cui il primo, quello di fondazione, sporge con un aggetto di 15 centimetri. Su alcuni di questi blocchi si notano incise lettere greche, probabilmente per la numerazione dei filari. Non fu possibile a Ranaldi però individuare la porta d’accesso a causa dei crolli, oggi invece ben visibile all’estremità nord-est della cinta, grazie ad archeologhe francesi e tedesche e a team di studenti.
Anche il cibo è un forte attrattore. Le donne e gli uomini dell’Associazione hanno cucinato il pranzo del contadino. Cenzino Santarsiero, di Cappelluccia, a nome dei suoi colleghi esalta le tradizioni gastronomiche e i prodotti tipici di queste contrade. Antonio Coviello – presidente dell’Associazione nata per la valorizzazione del Sito e che si occupa da tempo di recuperare la cultura della comunità locale di cui il cibo è parte integrante – coordina l’attività di 120 volontari la cui caparbietà è la molla per arrivare al traguardo di istituzione di Parco Archeologico di Monte Torretta. “Sappiamo bene quanti ostacoli ci attendono – sottolinea – ma dopo aver percorso già molta strada non ci spaventiamo. E’ qui il nostro motore di sviluppo e di occupazione, altrimenti non ci resta che lamentarci per lo spopolamento e la fuga dei giovani”. Le migliori soddisfazioni e i maggiori incoraggiamenti arrivano da quanti partecipano alle iniziative dell’Associazione come in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, le visite guidate, le escursioni di gruppi. “Chiunque partecipa – dice Coviello – è entusiasta e ci trasmette nuovo entusiasmo. Vorremmo che le istituzioni siano consapevoli di una ricchezza che è di gran lunga maggiore del petrolio”. A proposito di istituzioni, il consigliere comunale di Pietragalla Donato Geraldi rinnova l’attenzione dell’Amministrazione Comunale e parla di “programmi per la ristrutturazione e per rendere maggiormente fruibile il sito per un turismo globale”. Dalla Giornata una nuova sollecitazione è stata rivolta a Ministero Beni Culturali, Regione e Comune per definire un programma concreto di risorse e progetti per realizzare il “sogno” di una comunità locale che è fortemente impegnata a difendere la propria identità culturale e a valorizzarla.