“Che la fuoriuscita di petrolio e altri agenti chimici inquinanti attorno all’impianto della Val D’Agri rappresenti un pesante rischio ambientale è testimoniato dal fatto che ne stia occupando anche la Procura di Potenza. Mentre il Ministero dell’Ambiente non vuole ancora guardare in faccia la situazione, parlando addirittura di presunto sversamento. Che cosa aspettano, un disastro ambientale in piena regola per chiamare le cose col proprio nome?”. È l’attacco del senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto.
“Il Ministero aveva l’obbligo di monitorare la situazione – come previsto per legge – prima di arrivare all’emergenza e ancora prima dell’intervento dei giudici. L’ha fatto? Quali attività di monitoraggio e di analisi sono previsti per il futuro? Ancora nessuna risposta in tal senso. Il M5S ha lanciato l’allarme già a febbraio. Nel frattempo però sono passati altri due mesi prima di arrivare all’ordinanza di chiusura dell’impianto. Ora bisogna intervenire e bonificare al più presto le aree contaminate. Il Ministero deve intervenire con urgenza attraverso un monitoraggio continuo per evitare il disastro. Verificando l’attuazione da parte di Eni delle prescrizioni del 1999 individuate dallo stesso Ministero nei decreti di pronuncia di compatibilità ambientale per i progetti relativi alle concessioni di coltivazione di idrocarburi e al “Centro Olio Val d’Agri”, insiste il senatore.
“Questa storia ci insegna una lezione fondamentale: l’Italia non è un Paese per trivelle, ma la politica è serva delle lobby fossili. Il nostro territorio, con la sua enorme ricchezza naturalistica, ha un equilibrio delicato e a rischio. Per estrarre una percentuale minima del nostro fabbisogno energetico stiamo continuando ad avvelenare il territorio. E se questo poteva avere una qualche giustificazione decenni fa, ora l’enorme possibilità di produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili e ridurre i fabbisogni mediante l’efficienza energetica non lascia nessuna scusa. Che il governo ne prenda atto”, conclude Girotto.
Di seguito la risposta del Ministero dell’Ambiente.
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Commissione Ambiente Senato, 27 aprile 2017
Interrogazione a risposta immediata del Sen. Girotto ed altri.
(Problematiche ambientali Bacino del Pertusillo)
Con riferimento alle problematiche ambientali relative al bacino del Pertusillo, come già detto in altre sedi, si fa presente che le attività di controllo, prevenzione e contrasto agli illeciti ambientali, compresa l’irrogazione delle relative sanzioni, sono poste in capo agli Enti territoriali. Ad ogni modo, si rappresenta che il Lago artificiale del Pertusillo rientra sia nel Parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, sia nel sito Natura 2000 SIC “Lago Pertusillo”, individuato ai sensi della Direttiva “Habitat” (92/43/CEE). Nell’ambito della relativa attività di vigilanza condotta dal Ministero dell’ambiente, e in relazione ad ulteriori indagini, è stato acquisito il rapporto dell’Ente Parco Nazionale nel quale sono riportate notizie in merito alle iniziative correlate all’inquinamento delle acque del bacino lacustre. In particolare, viene riferito che con Determina Dirigenziale del 5 luglio 2013, la Regione Basilicata ha disposto di affidare all’Ente Parco l’incarico per il controllo degli affluenti dell’invaso del Pertusillo. L’Ente Parco, di concerto con le Autorità preposte, ha provveduto a porre in essere una serie di controlli mirati a prevenire, ed eventualmente reprimere, i fenomeni di sversamenti illeciti nel lago. L’attività di controllo delle aziende zootecniche è stata coordinata, invece, dal Comando Provinciale dell’ex Corpo Forestale dello Stato di Potenza il quale sta svolgendo approfondimenti anche sulle analisi relative alla presenza di idrocarburi nei fanghi e sedimenti dell’invaso. Ulteriori controlli vengono svolti dal gestore del Servizio Idrico Integrato, Acquedotto Pugliese (AQP) che effettua regolarmente i controlli sull’acqua grezza derivata dal Pertusillo. Prima della potabilizzazione, l’AQP effettua, oltre i controlli previsti dal D.lgs. 152 del 2006 necessari per la classificazione della qualità delle acque, ulteriori analisi di controllo per meglio gestire i processi di potabilizzazione. L’impianto di potabilizzazione dell’AQP è dotato di sezioni di trattamento adeguate alla tipologia di acque da trattare e di una stazione finale di trattamento a carboni attivi che rappresenta una ulteriore cautela rispetto ad eventuali presenze di microinquinanti.
Per quanto concerne il presunto recente sversamento accidentale di idrocarburi da un serbatoio del COVA si fa presente che sulla questione si è attivata la Procura di Potenza la quale ha evidenziato che il 3 febbraio scorso i militari del NOE, a seguito di segnalazione, hanno rinvenuto uno scarico in aree prospicienti al COVA di Viggiano attinto da reflui di origine ignota aventi le caratteristiche organolettiche degli oli minerali. Procedevano quindi al sequestro del pozzetto ove confluiva il predetto scarico e al campionamento del refluo, con sequestro dei relativi campioni. Sono state immediatamente avviate indagini al fine di individuare la natura dei reflui e l’eventuale propagazione di sostanze inquinanti. In particolare, sono stati disposti accertamenti tecnici ai sensi dell’art. 360 c.p.p. sui campioni in sequestro, di cui sono attesi gli esiti. Peraltro, le prime analisi condotte da ARPA Basilicata hanno confermato la presenza nel pozzo di idrocarburi e di ammine filmanti, dato quest’ultimo che rende certa la provenienza dei reflui dal COVA.
Inoltre, come riferito dagli Uffici giudiziari procedenti, il 4 febbraio scorso ENI ha dato avvio alla procedura di messa in sicurezza d’emergenza e sta realizzando sondaggi e piezometri, sia all’interno che all’esterno del COVA, campionamento dei terreni investigati e loro analisi, campionamento delle acque sotterranee e loro analisi, nonché l’emungimento degli idrocarburi che fuoriescono, da avviare a smaltimento. Il 6 marzo scorso, l’ENI ha trasmesso il Piano di Caratterizzazione del COVA a tutte le Autorità ed Enti competenti.
È stata, inoltre, conferita delega al NOE per acquisire eventuali accertamenti effettuati dall’ARPAB in relazione al bacino del Pertusillo. In particolare l’ARPAB ha segnalato di aver individuato per l’invaso un punto di campionamento situato il più possibile vicino al “Punto Presa” che è un punto in prossimità della condotta idrica che trasporta le acque superficiali verso il potabilizzatore. In base alle risultanze delle determinazioni analitiche effettuate, l’invaso del Pertusillo è classificato nella categoria A2 che prevede un trattamento chimico-fisico e disinfezione delle acque da potabilizzare e un numero minimo di campionamenti annuali pari a 8. L’ARPAB ha inoltre eseguito campionamenti presso lo “Sbarramento” e presso la Località Traversiti, su richiesta dei Comuni interessati. Le analisi condotte di iniziativa dall’ARPAB presso l’invaso e acquisite dalla Procura di Potenza tramite il NOE hanno mostrato che in tutti i campioni prelevati e analizzati a tutt’oggi le concentrazioni dei vari parametri sono sempre risultate inferiori al Limite di Determinazione Analitico
L’ARPAB ha fatto presente, inoltre, di aver eseguito in data 27 febbraio scorso una campagna mirata sull’intero invaso individuando, in particolare, 5 stazioni di indagine. Le analisi ecotossicologiche sulla matrice acqua e sedimenti non hanno evidenziato fenomeni di tossicità. L’Agenzia ha fatto presente, altresì, che le indagini sinora condotte hanno evidenziato la presenza di microalghe. È stato, peraltro, eseguito un ulteriore campionamento di acque e le analisi sia chimiche che biologiche sono in corso. Si rappresenta, comunque, che il primo rapporto tecnico dell’ARPAB è stato pubblicato sul sito istituzionale dell’Agenzia in data 21 marzo 2017.
La Procura di Potenza segnala, altresì, che allo stato proseguono le indagini per accertare le responsabilità penali e la propagazione nel terreno e nelle acque superficiali e sotterranee di sostanze inquinanti che potrebbero avere interessato l’invaso del Pertusillo.
L’ARPAB ha rappresentato, inoltre, che i propri tecnici ed i ricercatori dell’ISPRA, con i responsabili dell’ENI, stanno attivando tutte le analisi di competenza per una mappatura in dettaglio del livello della contaminazione sia dal punto di vista dell’estensione che della profondità, al fine di indagare sull’eventuale interessamento delle falde acquifere.
Occorre, inoltre, evidenziare che l’Agenzia ha svolto anche attività di controllo sulle misure di Messa in Sicurezza d’Emergenza nelle aree interne ed esterne al Centro Oli Val D’Agri. In particolare, l’8 marzo scorso è stato effettuato un sopralluogo nei luoghi interessati dall’evento di contaminazione e alla verifica e valutazione delle attività di messa in sicurezza. A seguito di tale ricognizione, sono state formulate ad ENI alcune richieste, allo scopo di ottimizzare le attività programmate. Il 9 marzo l’ARPAB ha svolto un ulteriore sopralluogo. Nell’area interna al COVA sono stati prelevati 2 campioni di acque sotterranee mentre nell’area esterna al COVA sono stati prelevati 2 campioni di acque sotterranee e 4 campioni di terreno. L’Agenzia è in attesa dei risultati analitici. A seguito di tali sopralluoghi e delle successive valutazioni da parte dei tecnici, l’ARPAB ha chiesto ad ENI di realizzare 3 sondaggi aggiuntivi all’esterno e all’interno del centro COVA. Inoltre, in data 12 marzo 2017, il personale dell’Agenzia ha svolto un ulteriore sopralluogo e campionamento nelle aree esterne al Centro Oli, prelevando 3 campioni di acque sotterranee, di cui si attendono i risultati analitici.
Si segnala, peraltro, che il 13 marzo si è tenuto un incontro, presso l’ARPAB, durante il quale i rappresentanti ENI hanno assicurato la massima collaborazione e ribadito la disponibilità a mantenere gli impegni, già assunti e concordati nell’ambito del Tavolo tecnico indetto dalla Regione Basilicata il 28 febbraio scorso, di consentire ai tecnici dell’Agenzia di effettuare i carottaggi ed altri eventuali campionamenti all’interno e all’esterno del COVA, e ulteriori tre sondaggi integrativi all’attività di messa in sicurezza d’emergenza, come richiesto dalla stessa ARPAB durante l’incontro.
Si fa presente, altresì, che il 21 marzo scorso si è svolto presso la Procura della Repubblica di Potenza un incontro dei magistrati requirenti con i funzionari dell’ARPAB e dell’ISPRA, al fine di coordinare le rispettive attività di competenza. In tale occasione, è stato convenuto che l’ARPAB svolgerà i propri accertamenti in stretto contatto con il Consulente tecnico nominato dalla Procura, mentre l’ISPRA svolgerà, in altro settore di indagine, compiti di ausiliario di Polizia Giudiziaria.
Nel pomeriggio del 15 aprile scorso, si è tenuta presso la Prefettura di Potenza una riunione per esaminare le criticità createsi a seguito dell’aumento dei valori di contaminazione nelle acque superficiali prossime al COVA, in relazione ai più recenti risultati delle analisi prescritte dall’ARPAB ad ENI. Nel corso dell’incontro, i rappresentanti della Regione Basilicata e dell’ARPAB hanno, infatti, sottolineato che i risultati relativi al monitoraggio effettuato nel periodo dal 22 febbraio al 6 aprile 2017, comunicati da ENI con nota dell’11 aprile scorso hanno evidenziato un trend crescente del parametro “solventi organici aromatici” in quantità superiori a quelle previste, tali da ipotizzare la “migrazione” della contaminazione. Al termine dell’incontro, è stata quindi concordata la necessità di porre in essere ogni azione utile per il contenimento del fenomeno e la salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente circostante.
Conseguentemente, l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, Autorità Competente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ha predisposto la deliberazione di sospensione, per un periodo pari a 90 giorni – salvo ulteriore sospensione qualora permangano i presupposti previsti dalla normativa vigente – dell’attività del Centro Olio Val d’Agri che la Giunta Regionale ha recentemente adottato con DGR del 15 aprile 2017, tenuto conto del principio di precauzione e delle esigenze di prevenzione che impongono di svolgere approfondimenti e opportune ispezioni, al fine di verificare la reale portata dell’inquinamento e di evitare un aggravamento della contaminazione. Con successivo provvedimento del 18 aprile, l’Ufficio Prevenzione e Controllo Ambientale della Regione ha dettato ulteriori prescrizioni.
Peraltro, il 16 aprile il Sindaco di Grumento Nova ha emesso ordinanza contingibile ed urgente di divieto di uso del terreno agricolo oggetto della potenziale contaminazione e delle acque provenienti dalla rete drenante di scolo nell’area industriale di Grumento-Viggiano.
Con nota del 18 aprile, ENI ha comunicato di aver avviato le operazioni di chiusura graduale dei pozzi e degli impianti del COVA con la conseguente sospensione temporanea della produzione, precisando che durante il periodo di chiusura proseguiranno le attività di MISE e sarà assicurata l’ottemperanza delle prescrizioni delle competenti Autorità.
Ad ogni modo, al fine di supportare le attività degli Enti di sorveglianza e controllo, il Ministero dell’ambiente ha dato mandato ad ISPRA, nell’ambito del Sistema Nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, di svolgere un ruolo di coordinamento finalizzato ad armonizzare da un punto di vista qualitativo e quantitativo le attività delle Agenzie sul territorio