Una passeggiata a Matera da piazza Matteotti verso piazza Vittorio Veneto per dire no al petrolio. Si è svolta in mattinata la manifestazione di protesta denominata “Giù le mani dalla nostra terra”. Nella capitale europea della cultura per il 2019 si sono ritrovati numerosi rappresentanti e componenti di associazioni costituite in Basilicata, Puglia, Calabria e Campania per dire no alle estrazioni petrolifere. Di seguito il “manifesto” che riassume i contenuti della protesta.
Manifestiamo per chiedere al Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Marcello Pittella, l’impugnazione presso la Corte Costituzionale dell’art. 38 del decreto 133/2014 convertito in Legge 164/2014, lesivo delle prerogative regionali tuttora contemplate nel vigente ordinamento giuridico della Repubblica Italiana e diciamo un deciso NO alle Trivelle, Inceneritori, Discariche di Rifiuti Radioattivi, Tossici e Pericolosi.
Il 23 novembre del 1980, domenica, un terremoto di magnitudo 7 scuoteva il Sud dell’Italia ed attraversava tutta la Basilicata.
Fu un evento nefasto, di una violenza inaspettata e di una furia devastante. In ginocchio, eravamo ancora una volta in ginocchio a raccogliere i pezzi delle nostre vite.
Trentaquattro anni dopo, ancora una volta di domenica, il terremoto lo agitiamo noi Lucani, stanchi di subire l’ennesimo sopruso, stanchi di vedere chi neanche conosce la nostra terra, la nostra storia, dettare legge e disporre del nostro territorio, del nostro ambiente , delle nostre vite, stanchi di essere presi in giro e non rappresentati.
La scelta di Matera come luogo della manifestazione non è casuale.
Matera è oramai una icona per tutto il SUD ed in particolare per la Basilicata.
Capitale Europea della Cultura 2019, Matera è la città che più di ogni altra può proiettare lontano la nostra voce, parlare all’Europa ed al mondo intero, ed unire la Basilicata che sino ad oggi ha vissuto come vivono i separati in casa”.
La manifestazione ha coinvolto tutti i lucani e si è svolta senza bandiere e sigle politiche e sindacali. Numerosi invece gli striscioni e i cori di protesta indirizzati al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e al presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per dire no al petrolio.
Hanno manifestato a Matera i componenti del Meetup di Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, i rappresentanti di No Triv e numerosi cittadini provenienti da diversi comuni della Basilicata tra cui Montescaglioso, Pomarico, Miglionico, Villa D’Agri, Monticchio e della vicina Puglia, provenienti sia dai comuni dell’area murgiana, da Taranto, rappresentata da Giovanni Carbotti e dal Salento, rappresentato da Giuseppe Piccioli a nome dei 97 sindaci del tacco di Puglia. Ha raggiunto Matera anche Osvaldo Balestrieri, in rappresentanza del Movimento Meridionale composto da esponenti dei cosiddetti “quaderni calabresi” che si sono poi diffusi anche nel napoletano. Interessanti anche gli interventi telefonici offerti dallo scrittore Pino Aprile e dal medico Giuseppe Di Ciaula.
I manifestanti hanno ricordato che in Basilicata sono stati 44 i Comuni che hanno già chiesto al governatore Pittella di impugnare l’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia ma tra questi non figura il Comune di Matera, città che il 17 ottobre scorso è stata designata capitale europea della cultura nel 2019. Una nota polemica sottolineata dal sindaco di Craco Pino Lacicerchia, presente in piazza a Matera assieme al collega di Montescaglioso e al consigliere regionale Nicola Benedetto, che ha già annunciato la sua candidatura a sindaco di Matera in vista delle prossime elezioni amministrative previste nel 2015.
Mentre i cittadini manifestavano il proprio dissenso verso le compagnie petrolifere alzando le mani al cielo ricoperte da guanti neri in piazza Vittorio Veneto gli organizzatori hanno ricordato le ragioni della protesta attraverso interventi telefonici come quello di Pino Aprile e di alcuni rappresentanti di associazioni e movimenti che non hanno voluto mancare l’appuntamento di Matera.
CSAIL: SIAMO DALLA PARTE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI DEL SAURO CONTRO L STRAPOTERE DELLA TOTAL
“Il Csail è schierato “senza se e senza ma” dalla parte dell’imprenditore agricolo-zootecnico Toce di Corleto diventato il simbolo dell’agricoltura del comprensorio petrolifero Sauro che non alza le mani di fronte allo strapotere della Total e dalla parte dell’assessore all’Agricoltura Michele Ottati diventato il paladino istituzionale di incoraggiamento per ridare dignità e attenzione al mondo agricolo che specie nei comprensori petroliferi è stato sempre considerato subalterno al petrolio”. E’ il commento di Filippo Massaro che a nome del Csail ricorda le proteste, mobilitazioni, azioni svolte a tutela delle aziende agricole e zootecniche del Sauro e – aggiunge – che continuiamo a svolgere per tenere sempre accesa l’attenzione dell’opinione pubblica.
“Noi – aggiunge – non ci rassegniamo di fronte al comportamento delle società petrolifere che non si fanno scrupoli persino ad impedire da parte degli automezzi pesanti delle imprese appaltatrici dei lavori del Centro Oli Tempa Rossa l’accesso al proprio terreno, calpestando il diritto del cittadino ad esercitare la propria attività lavorativa all’interno della proprietà privata. C’è poi il problema del transito continuo degli stessi automezzi che ha reso impraticabile la viabilità interpoderale, comunale e provinciale e rappresenta un rischio per gli automobilisti. Per questa ragione – continua Massaro – l’impegno dell’assessore Ottati a tutelare le esigenze e la sicurezza degli imprenditori agricoli e degli operatori, che hanno investito lavoro e denaro per realizzare le proprie attività, è destinato a ridare fiducia agli abitanti delle nostre aree interne. Finalmente c’è chi mette ordine negli interessi generali: prima l’agricoltura e dopo il petrolio. Ad oggi è l’agricoltura che viene fortemente penalizzata ed è impensabile che si possa pensare di risarcire i titolari di attività agricole e zootecniche con un piatto di lenticchie come vorrebbe fare la Total seguendo la stessa strada dell’Eni per l’area di contrada Le Vigne di Viggiano dove decine e decine di piccole attività produttive hanno dovuto chiudere.
Nel costruire la strategia innovativa per il comparto agricolo – a parere del Csail – sono necessari due passi fondamentali: definire una netta demarcazione tra aree riservate a pozzi ed attività petrolifere e quelle agricole; aver chiaro chi è contro e chi è a favore del progetto di sviluppo delle aree interne. La riforma del ciclo 2014-2020 contempla alcune novità rispetto al 2007-2013, sia negli obiettivi delle politiche, sia nell’architettura stessa della programmazione, tra tutte il ripristino di un quadro comune di programmazione che include anche lo sviluppo rurale. E’ da queste novità – afferma Massaro – che è possibile costruire condizioni ed opportunità per affermare il principio che l’agricoltura non è la risorsa meno importante del petrolio. Se l’intero mondo politico acquisisce consapevolezza che il nostro “oro nero” è la terra che coltiviamo attraverso il nuovo PSR 2014-2020 si possono creare opportunità di sviluppo anche per i nostri giovani e mettere un freno al fenomeno delle terre incolte”.
La fotogallery della manifestazione “Giù le mani dalla nostra terra” (foto www.SassiLive.it)
In riferimento all’articolo su esposto si precisa che la manifestazione “Giù le mani dalla nostra terra” non era partitica come chiaramente si evince dal suo articolo. Visitando la pagina facebook “Giù le mani dalla nostra terra”, o informandosi presso le istituzioni quali questura e comune, avrebbe potuto verificare che l’ organizzatore è il sig. Roberto Montanari, cittadino libero da legami politici o associativi. Come da indicazioni precise date dall’ organizzatore tutti i cittadini erano invitati ma senza sventolamenti o strumentalizzazioni politiche. Una garanzia non di poco conto, perché moltissimi cittadini tra cui studenti ai quali bisogna dimostrare con j fatti la onestà dei nostri propositi, hanno partecipato ad una manifestazione apartitica, così come è stato detto e fatto. Qualsiasi persona presente alla manifestazione doveva farlo solo ed esclusivamente come libero cittadino. La raccolta di firme per la petizione è stata fatta dal NIM..