“Con avviso pubblico pubblicato sul sito del comune di Corleto Perticara la Total, nell’ambito del progetto Tempa Rossa – Concessione Gorgoglione prevede lavori di “ristrutturazione ed allineamento del piazzale di postazione per la perforazione del pozzo petrolifero ‘Gorgoglione 1′ al fine di consentire il montaggio dell’impianto di perforazione e la realizzazione delle attrezzature di supporto. L’avviso è finalizzato al rilascio del nulla osta idrogeologico. I termini fissati dal comune di Corleto Perticara scadono tra 15 gg, ovvero il prossimo 4 ottobre p.v.. Sono previste varie opere, tra cui la realizzazione di vasche per lo smaltimento di acque”.
A parere dei leader regionali dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, Pino Giordano e Gino D’Amico, mentre da un lato la Ola pubblicizza ricordando che il pozzo Gorgoglione 1 è situato nel perimetro del costruendo centro olio di Corleto Perticara, l’Ugl per il bene dei cittadini e del territorio intero fa presente che nell’ambito delle osservazioni prodotte per il rilascio del parere VIA si esprime e sposa in toto non poche perplessità per il fatto che esso è inglobato all’interno del perimetro del Centro olio di Corleto Perticara. Una circostanza, questa – continuano i segretari – che rende ulteriormente rischiose le attività di lavorazione presso il centro olio di greggio, gas naturale e GPL a causa dei possibili incidenti anche per la presenza del pozzo Gorgoglione 1. Osservazioni queste per ben due volte non tenute in conto dalla Regione, nonostante l’intervento del Difensore Civico regionale al quale si era rivolta. Il rischio è quello che, trattandosi di attività work over, quindi non assoggettabile a Valutazione di Impatto Ambientale, in assenza di piani ingegneristici noti relativi al pozzo, esso possa essere utilizzato come pozzo di reinezione delle acque di strato e di lavorazione del centro olio di Corleto Perticara, o altro scopo, non verificandone prioritariamente, l’inquinamento potenziale delle falde idriche e l’interferenza ed impatto con il centro olio. L’Ugl non si stancherà mai di denunciare – aggiungono Tancredi, Giordano e D’Amico – a questo colleghiamo anche il grido di sgomento che si udiva nelle ovattate stanze dall’Arpab di Potenza dove il direttore generale Raffaele Vita, al quale fa capo il monitoraggio ambientale, dopo aver confermato che anche le acque del Pertusillo risultavano inquinate e descritto il fenomeno con dovizia di particolari, non trovava più i documenti che avrebbe dovuto pubblicare, trasmettere in Regione e presentarli in apposita conferenza stampa promessa ed ancora oggi, quelle analisi non si trovano. Giorni orsono l’Ugl denunciò che la sorgente di Costa Molina 2 risultava contaminata, Eni ha fatto le sue controdeduzioni affermando altro, la professoressa Colella ha rifatto altre analisi ma in tutto questo l’Arpab che aveva ricevuto incarico dalla Regione di effettuare le verifiche dovute e di farle tempestivamente, che fine ha fatto? Ha perso anche questi importanti documenti ? E’ passato quasi un mese del conferimento dell’incarico e non è accaduto nulla. Forse perché ancora si pensa alle poltrone e non alla tutela della salute dei lucani”.