Il marchio di fabbrica del cane a sei zampe s’imprime in modo indelebile sulla nuova legge inerente le Aree Protette in corso di approvazione alla Camera dei Deputati. Ieri governo e maggioranza si rifiutavano di indicare – in maniera puntuale – cosa dovesse intendersi per “attività strettamente conseguenti” a quelle delle estrazioni petrolifere; oggi bocciano l’emendamento che introduceva il divieto di ampliamento delle attività estrattive già autorizzate.
Il combinato disposto dalle due decisioni rivela, inequivocabilmente, l’intento del governo di servire gli interessi dell’Eni, trattando cittadini e territorio lucani con sufficienza e arroganza intollerabili. A completare il quadro di vera e propria usurpazione che si sta consumando, rimane il silenzio assordante dell’Ente Regione e dei parlamentari lucani di maggioranza.