“Non abbiamo soltanto ribadito il no al Deposito Unico dei rifiuti radioattivi, ne abbiamo anche costruito le premesse.
Non solo il grande no corale di Scanzano, ma anche le osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas) al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Abbiamo lavorato l’intero mese di Agosto dello scorso anno, con ripetuti incontri, con l’Anci, i sindaci lucani, tutti gli Ordini professionali, le Associazioni e le Proloco, a motivare nel merito le correzioni da fare al Programma che portavano con se un motivato no al Deposito Unico.
Abbiamo sostenuto, nelle osservazioni, che la Vas sul Programma nazionale si portava dietro anche la guida tecnica n. 29 dell’Ispra, che prevedeva i criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.
Abbiamo asserito, inoltre, che già in base ad alcuni dei criteri escludenti previsti, la Basilicata non può ospitare un Deposito nazionale. Abbiamo fatto notare, sempre nelle osservazioni alla Vas, che altri criteri considerati nella guida tecnica come “di approfondimento” vanno considerati come “di esclusione”. La scelta del Deposito nazionale deve escludere la Regione Basilicata per via dell’alto livello di pressione alla quale è già sottoposta. Pertanto, sia sul piano tecnico che politico, confermo il no, senza alcun tentennamento da parte del governo regionale, al deposito unico di scorie nucleari in Basilicata”.
Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Francesco Pietrantuono.