Il materano Nicola Locuratolo lancia l’allarme siccità 2021. Di seguito la nota integrale.
Prevenire è meglio che curare, tanto più se non c’è cura che tenga.
Da più parti, ed anche a livello nazionale, è salito un grido di allarme per la siccita 2020.
Ma occorre essere previdenti e la prevenzione è l’unica risorsa utile ed allora ecco che occorre essere previdenti.
Ed allora è ora che occorre essere preoccupati per la siccita 2021, ora che gli invasi, in quasi tutta Italia sono quasi in magra se non in secca e sono facilmente agibili le zone di accumulo dei fanghi di sedimentazione che progressivamente negli anni si vanno accumulando e, conseguentemente, togliendo spazio alla disponibilità idrica totale degli invasi.
Nella nostra diga di S, Giuliano, di oltre 105 mln di mc di acqua, a prescindere dal reale valore di interramento dell’invaso, ci basti pensare che fino al 31 Marzo di ogni anno, la quota massima raggiungibile deve restare ferma a quota 99,78 misura atta a prevenire una eventuale piena che, trovando l’invaso pieno, lo salta provocando nel metapontino danni rilevanti alle colture della tarda primavera, e tale misura è attuata quale deterrente di piena.
Quindi, in funzione di questo vincolo, una volta raggiunta questa quota in un momento qualsiasi prima del 31 Marzo, ogni acqua che dovrebbe riempire l’invaso non viene trattenuta, ma viene rilasciata nell’alveo fluviale e, solo dopo il 31 Marzo, si procede a completare il riempimento dell’invaso stesso e sempre fidando in residue precipitazioni tanto copiose da raccogliere i circa
17 mln di massima capienza.
Ciò significa che, alla data del 31/Marzo, la quota del lago è, di norma, 99,78 mt, con un bacino di estensione di ettari 813 di lago ed un volume di 90 mln di acqua e, solo dopo questa data, si procederà al raggiungimento della quota massima d’invaso 101,50 con volume di 106,683 mln di acqua ed una superficie di 1007 ha.
In teoria, quindi, per differenza si ha con la superficie di massimo invaso una ulteriore estensione del lago di ben 114 Ha ed un volume marginale di soli 798.000 mc di acqua.
Questo volume marginale è quello utilizzabile per la “cassa di colmata”, è facilmente individuabile la zona dove collocarla a margine di questa quota e da adibire a prato-pascolo e per funzioni di miglioramento ecologico in ambiente naturale di elevato valore naturalistico (ricordiamo che il Lago di San Giuliano, ex Oasi Faunistica del W.W.F., e zona SIC e Riserva naturale).
Le motivazioni sono molteplici:
l’esigenza di dover recuperare alla funzione di accumulo idrico quei volumi sottratti dal fango di sedimentazione (…per misura di prevenzione della siccita);
l’esigenza di tenere sotto controllo il materiale avulso dal fondo quasi fosse un rifiuto speciale, e non lo è, tenuto conto che è un materiale portato naturalmente dal fiume;
la necessità di tenere un argine attivo e fisso al 31/Marzo in funzione del periodo vegetativo rivierasco ed essenziale per la riproduzione dell’avifauna acquatica;
la possibilità di realizzare un prato-pascolo produttivo per la fauna selvatica e/o per pascolo produttivo per allevamento ovino-bovino, con ricaduta economica.
Queste le motivazioni che mi hanno spinto a promuovere un siffatto intervento che, oltre a realizzare una misura di prevenzione, perché è tale un intervento teso a recuperare il vuoto dal pieno, e si propone quale primo intervento di riqualificazione ambientale di un ambiente protetto ripristinando la flora tipica riparia indispensabile per la nidificazione dell’avifauna acquatica.
Per evitare un nuovo interramento dell’invaso si renderebbe utile una vasca di pre-accumulo più facilmente dragabile.