A distanza di 13 giorni dal’incendio che interessato la discarica del borgo La Martella di Matera non sono stati ancora resi noti dall’Arpab i dati sulla diossina sprigionata dai materiali che sono andati in fumo. Di seguito le preoccupazioni sulla vicenda nell’intervento di Michele Olivieri, Verde Storico e Presidente onorario Verdi-Europa Verde Basilicata.
Sono trascorsi più di dieci giorni dal vasto incendio divampato a Matera lo scorso 04 agosto presso la discarica di rifiuti ubicata nei paraggi della zona industriale del Borgo La Martella.
L’evento ha segnato profondamente quella che sembrava essere una consueta, calda e assolata giornata d’agosto, ferendo la nostra Città e con il rischio di provocare potenziali danni alle persone, all’ambiente ed alla piattaforma interessata dal rogo con strascichi di pesanti rischi per il futuro.
Quello che maggiormente scuote e preoccupa l’intera cittadinanza è il dato di fatto che, ad oggi, 17 agosto, non si conoscono ancora i risultati sulle rilevazioni delle campionature eseguite dall’Arpa Puglia circa le eventuali diossine sprigionatesi nell’aria.
Trova, pertanto, piena ragione e condivisione l’appello rivolto questo pomeriggio dal Sindaco, Domenico Bennardi, impegnatosi sin da subito in prima linea e con un’attenzione costante all’accaduto, a tutte le istituzioni coinvolte affinché si proceda a dare seguito ed attuazione agli impegni concordati nello svolgersi del tavolo tecnico del 10 agosto u.s. in merito alla valutazione dei rischi ed alla ripresa dei lavori di bonifica dell’area di stoccaggio dei rifiuti, da poco iniziati nel sito ed interrotti dal divampare del rogo.
Preoccupazioni legittime che vedono interessati non soltanto i cittadini materani, ma anche gli abitanti dei Comuni limitrofi, chiamati a far rete per intraprendere azioni comuni in ordine al monitoraggio sulle condizioni della qualità dell’aria, oltre che alla tutela del territorio e della salute dei cittadini.
Tristemente nota come sostanza altamente tossica e dalla distribuzione persistente, capillare e ubiquitaria nell’ambiente, non è ancora infatti esulato il rischio che la diossina stia invadendo le nostre terre, i nostri campi, le nostre colture e, di conseguenza, i nostri pascoli, con serie ripercussioni per l’incolumità di tutto l’hinterland.
Il pericolo di un disastro ambientale che potrebbe quindi rivelarsi molto più grave di quello che si immagina e dinanzi al quale non si può continuare a brancolare nel buio.