Inceneritore Ex Fenice, Valvano (sindaco di Melfi): “Si attivi intervento pubblico sostitutivo per la bonifica. Stop ad un lungo e faticoso braccio di ferro che rinvia gli interventi attesi da anni”. Di seguito la nota integrale.
“La procedura di bonifica dell’inceneritore Ex Fenice va definita immediatamente”. Il sindaco di Melfi, Livio Valvano in una nota inviata al Governo Regionale ed al Ministero dell’Ambiente ha chiesto a gran voce l’attivazione “dell’intervento pubblico sostitutivo della bonifica non più rinviabile. Comune e Regione devono essere i soggetti responsabili del progetto di bonifica che non può essere delegato alla società responsabile dell’inquinamento. I fatti, gli atti e la sperimentazione hanno dimostrato che si è solo perso tempo.
“Il sito continua a essere caratterizzato – si legge nella nota di Valvano- da una condizione di contaminazione ambientale molto grave. Il fallimento della sperimentazione in campo delle tecniche di bonifica non può trovare compensazione o rassicurazione nella tenuta o meno della barriera idraulica. Non è pensabile autorizzare una metodica per la bonifica motivandola sul mantenimento o potenziamento delle misure di messa in sicurezza. E’ una contraddizione in termini che non può essere avallata. E’ evidente che dopo quasi 20 anni dall’inizio della contaminazione del sito (situazione che è il caso di ricordare è stata occultata per diversi anni) non ci sono più le condizioni per il prosieguo dell’attività stante lo stato di contaminazione ed il fallimento dei tentativi da parte del soggetto obbligato nell’elaborare e sperimentare in campo la bonifica del sito efficace, nel rispetto delle prescrizioni e dei tempi di legge”.
” Il Comune di Melfi ritiene che -sulla base della motivata consulenza tecnica recepita con delibera della Giunta Municipale -si debba procedere con un intervento pubblico (Comune e Regione) ai sensi e per gli affetti di cui all’ art. 250 del D.Lgs. n.156/2006, attivando la bonifica in danno e in sostituzione del soggetto obbligato. La situazione di stallo che si è venuta a determinare si sovrappone anche all’altra procedura di valutazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale già scaduta (aprile 2020), per la quale la società ha chiesto il rinnovo ma nel contempo (anche in questo caso) ha deciso di opporsi alla valutazione prescritta dall’art.33 della Legge Regionale n.35/2018, chiesta dal Dipartimento Regionale all’Ambiente con la nota datata 13/01/2020 (prot.n.4896/23AB). L’ennesima opposizione anche a tal ultimo provvedimento della Regione, da parte di Rendina Ambiente, conferma quanto abbiamo visto in questi anni: un faticoso e ostinato braccio di ferro che ha visto la società provare tutte le strade per opporsi – conclude la nota di Valvano- alle richieste provenienti dagli Enti e dalla Regione e/ o rinviare gli interventi a proprio carico. La Regione si convinca e intervenga il Ministro dell’Ambiente per tirare una linea su una vicenda che non può proseguire oltre”.