Mario Di Dio, portavoce regionale dei Verdi della Basilicata, in una nota commenta l’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata e si chiede perchè l’attuale sottosegretario del PD Vito De Filippo non si è ancora dimesso. Di seguito la nota integrale.
E’ indubbio che, in tutta questa vicenda, tra Vito De Filippo, ex presidente PD della Basilicata e oggi sottosegretario alla salute, e Rosaria Vicino, la sindaca arrestata nell’inchiesta sugli impianti petroliferi di Tempa Rossa, vi fosse uno strettissimo legame politico.
Quel Vito De Filippo che a 52 anni e una lunga carriera politica energicamente esercitata in Basilicata, dal febbraio 2014 è Sottosegretario alla Salute dopo che dal 2005 all’aprile 2013 e che , ricordo, da quella carica era stato costretto ad andare via per il coinvolgimento della sua Giunta nella “Rimborsopoli lucana”, con l’accusa di “rimborsi gonfiati” ( c’era di tutto dalle caramelle agli arredi, ai francobolli, ecc.), per centinaia di migliaia di euro. Per la cronaca , De Filippo è stato già condannato nel 2015 dalla Corte dei Conti per spese regionali impazzite.
Nell’ inchiesta “Tempa Rossa”, a mio avviso e sempre da un punto di vista politico, evidenzia un ruolo ancora più grave. Un ruolo, secondo la rivista Panorama a pag. 52, che vede De Filippo legato indissolubilmente alla ex Sindaca PD di Corleto Perticara, Rosaria Vicino, finita agli arresti perché accusata di aver abusato della sua posizione per contrattare assunzioni con le aziende del sistema petrolio: con 13 capi di accusa e gran parte delle 824 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare tutte per lei, la Sindaca è uno dei personaggi al centro dell’indagine.
Scrive Carmelo Caruso su Panorama a pag.53, “una specie di mammasantissima, la califfa della Basilicata, quell’ex Sindaca del PD di Corleto Perticara , Rosaria Vicino, arrestata il 30marzo dalla Procura di Potenza. Da Sindaca , sostengono i Magistrati, aveva trasformato un borgo nel suo covo: truccava le Primarie del PD, si serviva dell’auto di servizio per andare dal parrucchiere, aveva ridotto i vigili urbani nel suo corpo speciale”.
Una Sindaca che grazie al petrolio , incassa un discreto consenso elettorale e, scrive il Giudice, che è poi in grado di spendere presso il suo referente politico , De Filippo appunto, ottenendo perfino benefici personali. Lo scambio, quindi, coinvolge direttamente il Sottosegretario alla Salute, De Filippo, la sua segretaria, Mariachiara Montemurro e Rosaria Vicino, la Sindaca arrestata nell’inchiesta sugli impianti petroliferi di Tempa Rossa.
Insomma nel PD lucano, emerge, uno spregiudicato sistema di scambio simile o peggiore, secondo me, della Prima Repubblica. Un sistema che ha “inquinato” non solo l’ambiente della nostra regione, ma più livelli elettorali: dalle primarie del PD alle amministrative del 2014 e fino alle europee ultime.
Le intercettazioni ci raccontano di un “rapporto continuo” tra i due esponenti PD. Vicino viene fuori come una comandante e portatore di voti e Vito De Filippo che fa pressione sulla Sindaca per “appoggiare” i suoi candidati. Alle amministrative del 2014 Vito De Filippo chiede di aiutare la Montemurro ( la segretaria di De Filippo), e Vicino chiede di aiutare suo figlio, Gerardo Fiore, fresco di laurea e in cerca di lavoro, che nel marzo 2015 entra in un’azienda che fornisce servizi ingegneristici proprio all’ENI.
Certo è vero che il sottosegretario alla Salute, De Filippo non è personalmente indagato, ma è ugualmente coinvolto in una serie di “scambi imbarazzanti” o di episodi di manifesta illegalità.
Certo è che la presunta superiorità morale del PD, tanto sbandierata da Renzi, con questi fatti e con l’arresto di Rosaria Vicino, ex Sindaca di Corleto Perticara, che risulta l’ultima di una serie di episodi di corruzione e malaffare in cui sono coinvolti 51 tra amministratori locali e dirigenti del PD, soprattutto di osservanza renziana, se ne è andata alle ortiche.
Ed infine , mi chiedo, perché Vito De Filippo non si è ancora dimesso?
Mario Di Dio, portavoce regionale dei Verdi della Basilicata