Il dirigente del Pd di Basilicata, Giovanni Petruzzi replica in una nota all’intervista rilasciata su Basilicata24 dall’ex assessore regionale Michele Ottati in cui afferma che il governatore Pittella gli chiese di non rilasciare interviste contro Eni e Total. Di seguito la nota di Petruzzi e l’intervista integrale ad Ottati.
“E’ patetico e surreale lo strumentale tentativo dell’ex assessore regionale Michele Ottati di risalire alla ribalta del circo mediatico-politico regionale approfittando di un presunto momento di debolezza della politica lucana per sentenziare, dall’alto della sua scienza, sull’inadeguatezza della classe dirigente meridionale del Pd e delle organizzazioni professionali agricole. Maggiore credibilità avrebbero assunto le sue parole se pronunciate all’atto delle sue dimissioni da assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata. L’infelice sortita di Ottati rappresenta l’ulteriore dimostrazione dell’indelebile necessità di ripristinare il primato della politica, che deve assumersi le sue responsabilità ed esercitare direttamente le sue funzioni senza delegarle a soggetti occasionali ed avulsi dalla realtà in cui viviamo.
E’ particolarmente grave l’infamante giudizio sul compianto Antonio Luongo, accusato da Ottati di “gironzolare per le strade di Corleto”. Vorrei sommessamente ricordare all’illustre tecnico che Antonio Luongo, nella sua intensa esistenza ed in particolare nell’esercizio della delicata funzione di segretario regionale, ha “gironzolato” per tutte le strade della Basilicata, non erigendo mai barriere nell’interlocuzione diretta con i cittadini ed assumendo su di sé l’onore e l’onere di rappresentare la più grande comunità politica lucana. Nella veste di segretario regionale del Pd, in occasione delle elezioni amministrative di Corleto Perticara, Luongo- nel maggio dello scorso anno- partecipò alla presentazione della lista del Partito Democratico, giungendo in Piazza Plebiscito pochi attimi prima che iniziasse la manifestazione nella sala consiliare, pronunciando un breve intervento di pochi minuti, alzandosi dal tavolo della presidenza per fumare l’immancabile sigaretta ed abbandonando il paese pochi attimi dopo la conclusione dell’iniziativa. Se esercitare una doverosa funzione di rappresentanza significa “gironzolare” ne prendiamo atto, ma tale battuta non fa onore a chi l’ha pronunciata, soprattutto se riferita ad una persona che tanto manca, specialmente nell’attuale delicato momento politico, al suo partito ed alla comunità lucana.
Di seguito l’intervista rilasciata dall’ex assessore regionale Ottati a Basilicata24.it
Michele Ottati è Capo Unità Gestione dei mercati agricoli della Commissione Europea. Ha gestito le misure agricole relative alla fissazione dei dazi doganali per l’ortofrutta, lo zucchero, i cereali. Ancora a Bruxelles è stato Capo Unità Promozione dei prodotti agricoli. Insomma, un alto dirigente dell’Unione Europea. Di origini lucane, diventa assessore all’agricoltura della Regione Basilicata con la Giunta Pittella nel 2013. Si dimette nel maggio 2015.
Lei ha lasciato il suo incarico di assessore, quali le reali motivazioni?
“Mi hanno chiesto di dimettermi perché ero troppo europeo e volevo fare applicare i regolamenti europei senza interferenze ed intrallazzi del Pd lucano. Insomma non ero un loro sottomesso e quindi hanno preferito il cognato Braia della Antezza, che sono diventati renziani”.
Vuol dire che qualcuno aveva interesse a non rispettare i regolamenti?
“Basta ricordarsi che l’Arbea ha perso il riconoscimento europeo di organismo pagatore nell’ambito degli aiuti diretti agricoli e per lo sviluppo rurale perché il responsabile non aveva fatto certificare la contabilità dell’Agenzia dal 2006 al 2010 con una multa di 80 milioni di euro. Mi hanno ostacolato nel fare le organizzazioni dei produttori, elementi indispensabili nella nuova PAC e per le filiere agroalimentari. Preferiscono fare i Pif, progetti integrati di filiera, per distribuire i milioni ai lori amici e clienti elettorali ivi compresi la Coldiretti, Cia e Confagricoltura. Io le ho combattute queste organizzazioni ed ho rifiutato tutti i milioni che mi chiedevano. Appena sono andato via, Pittella e Braia glieli hanno dati quei milioni perché rappresentano una riserva di voti”.
Che cosa pensa dell’inchiesta della magistratura su Eni Total?
“La stampa ha parlato nel 2014 e 2015 della mia lotta contro Eni e Total in difesa delle aziende agricole inquinate. Ho scritto diverse volte a queste due multinazionali a Potenza, Roma e Parigi”.
Ha ottenuto qualcosa?
“Sono stato richiamato da Pittella (governatore della Basilicata ndr). Mi ha chiesto di non rilasciare più interviste contro l’atteggiamento egemone delle Compagnie. L’inchiesta non mi meraviglia. Basti pensare a chi è direttrice generale del dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, a chi era la Vicino (ex sindaco di Corleto Perticara ndr) con la quale ho avuto dei contrasti forti. E poi De Filippo e Luongo che gironzolavano a Corleto”.
Chi era direttrice generale del Dipartimento Ambiente?
“Sempre quella di adesso. L’inamovibile Carmela Santoro, che Pittella non poteva rimuovere, né lei né altri, nonostante gli fosse stato chiesto”.
Perché non poteva rimuoverli?
“Non lo ha mai detto il perché. Il discorso finì semplicemente senza spiegazioni. “Non la posso rimuovere e basta”, disse. Stando a tutte le disfunzioni del Dipartimento Ambiente, tutto quanto successo era prevedibile. Ecco perché le risposte di Pittella fanno parte di una politica medievale”.
Ma Pittella quali interessi aveva? Lei ritiene che fosse succube delle compagnie petrolifere o anche rispondeva ad altri interessi?
“La Vicino era sostenuta da De Filippo e Luongo. Alle elezioni comunali del maggio scorso, Pittella sosteneva Massari che ha vinto. Tuttavia i miei amici agricoltori, che avevo difeso, mi hanno confermato che i loro problemi non sono ancora risolti. Il nuovo sindaco ha buoni contatti con la Total. Avrà avuto istruzioni di scuderia”.
Che tipo di contrasti ha avuto con la Vicino?
“Non voleva che io andassi a visitare le aziende agricole chiuse senza il suo permesso. Al telefono, una volta, l’ho mandata a quel paese. Mi ha risposto che ne avrebbe parlato con il presidente. Io le ho detto che andavo dove mi chiamavano senza il permesso suo e del Pd”.
Quali sono i problemi degli agricoltori non risolti?
“Fallimento dell’azienda agricola di Rocco Toce e di una agricoltrice di Gorgoglione. Rimborsi ridicoli per danni causati ad altre tre aziende a Corleto Perticara”
Problemi causati dalla Total?
“Dalla Total si, che come in un sentiero della savana africana, attraversava le aziende con il passaggio di 200 camion al giorno inquinando le loro terre agricole con i loro animali. Ma anche da Tecnoparco. Con il Dipartimento Ambiente non sono riuscito a far risarcire i danni causati dalla Tecnoparco a 14 agricoltori per 1400 ettari tutti inquinati a Pisticci Scalo e non più utilizzabili a fini agricoli”.
Tecnoparco avrebbe inquinato 1400 ettari?
“Sì, ci sono dei documenti scaturiti da almeno tre riunioni che ho organizzato tra i 14 agricoltori, rappresentanti vari dell’ambiente e della sanità. Mai nessun direttore generale si è presentato alle riunioni nonostante la mie convocazioni”.
Tecnoparco avrebbe inquinato per via dello smaltimento dei rifiuti o per che cosa?
“Per via dello smaltimento rifiuti. Abbiamo delle foto e dei video che riprendono delle fontanelle spontanee che uscivano dalla terra di acqua nera di petrolio. Pittella e l’assessore all’ambiente e i suoi dirigenti l’hanno potuto constatare. Sapevano perché hanno ricevuto una copia di queste prove nel 2014 durante le riunioni che ho organizzato”.
E Pittella come ha reagito?
“Dicendo che nella bonifica dei terreni a Pisticci Scalo e altrove non era previsto nulla per le aziende agricole. 46 milioni in tutto, ma nulla per gli agricoltori. Tutto o quasi per Tecnoparco che era la causa dell’inquinamento”.
Quali contrasti ha avuto con il governatore Pittella?
“Non gli andava bene la mia autonomia al servizio degli agricoltori. Non gli andava quando dicevo la mia sulle incapacità ed incompetenze dei sindaci Pd e del Pd in generale. Non gli è andata giù quando ho rifiutato di dare 5 milioni di euro all’Ara-Associazione regionale allevatori- perché gestita in modo fallimentare dalla Coldiretti. La vicenda dei Gal- gruppi di azione locale- diventati dei carrozzoni elettorali del Pd e che io volevo ridurre da 8 a 3, mai digerita dal governatore”.
Secondo lei Pittella risponde agli interessi dei petrolieri o no? E’ in grado di governare la Basilicata?
“Pittella non è in grado di governare perché se lo fosse avrebbe in questi 2 anni e 3 mesi letto studiato ed applicato l’obiettivo tematico 11 dell’Accordo di partenariato Italia-Commissione 2014-2020. Siccome non conosce questo Accordo, tutte le decisioni che prenderà nello spendere denaro pubblico porteranno uno spreco, un buttare soldi dalla finestra come è avvenuto per il periodo 2007-2013: 5 miliardi di euro dei fondi europei sprecati perché ad oggi non c’é nessuna valutazione esterna che possa dirci quanti posti di lavoro sono stati creati in Basilicata”.
Ma lei si è fatto dimettere senza reagire? E Pittella dovrebbe dimettersi o no?
“Non ho esitato a dimettermi perché se un Presidente non ha capito che quello che stavo facendo era in linea con la sua cosiddetta rivoluzione democratica vuol dire che ha, come i suoi predecessori e politicanti del Pd una mentalità sottosviluppata. Io mi considero un lucano europeo ed aperto alla modernità della gestione della cosa pubblica per averlo fatto per ben 37 anni. A cosa serviva farmi usare da Pittella come baluardo per le questioni europee se poi lui stesso non ne capiva granché come tutti quelli del Pd del Centro Sud?”.
Inchiesta petrolio: Coldiretti contesta le dichiarazioni dell’ex assessore Ottati. Di seguito la nota integrale.
Sicuramente le parole di Ottati lasciano perplessità e sgomento nel mondo della rappresentanza delle imprese agricole e Coldiretti prende le opportune distanze da alcune affermazioni dell’ex assessore regionale, il quale anziché porre le sue attenzioni ai veri problemi del territorio e al futuro delle imprese agricole della Val d’Agri, lancia dichiarazioni che hanno molto dell’effimero e ledono l’immagine di chi da sempre ha operato con trasparenza e onesta a favore dell’agricoltura lucana.
Nella nota Coldiretti Basilicata smentisce categoricamente le dichiarazioni di Ottati e dichiara che non ha mai chiesto danaro a nessun organo governativo tantomeno quello regionale: tutto ciò è dimostrabile da bilanci chiari, trasparenti e certificati; in aggiunta si specifica che le iniziative di Coldiretti verso l’Assessorato sono state sempre volte a soddisfare le esigenze delle imprese agricole, vedasi danni da fauna selvatica, danni da calamità atmosferiche o solleciti dovuti ai ritardi delle erogazioni dei pagamenti dovuti da UECA (ex Arbea), e non si capisce bene il perché solo dopo un anno dal termine del suo mandato esce con dichiarazioni riguardanti fatti di sua conoscenza che coinvolgono l’apparato regionale e che non hanno nessuna dimostrazione tangibile.
Riguardo invece la dichiarazione fatta a spese del sistema allevatori di Basilicata sostenuto da Coldiretti, forse Ottati non conosce bene i percorsi che l’Associazione Allevatori, autonomamente, in questi ultimi anni ha sostenuto con dei processi di risanamento finanziario grazie a enormi sacrifici degli allevatori e del personale stesso dell’ARA, applicando una politica di recupero crediti e migliorando la qualità dei servizi offerti agli allevatori.
Il sistema NASCO lo spettrofotometro, sono solo alcuni degli strumenti migliorativi che hanno permesso all’ARA di Basilicata di detenere la leadership tra le ARA del mezzogiorno in termini di sostenibilità economica e di miglioramento della razza genetica.
Di tutto ciò la Coldiretti ne può essere fiera in quanto a progettare il futuro ci sono le imprese zootecniche della Basilicata, che in questo momento non facile, per via del ribasso del prezzo latte e la conseguente crisi di mercato sulle carni, vanno sostenute e non mortificate. Peraltro, forse Ottati dimentica che il finanziamento regionale all’Ara è stato proposto e approvato quando agli stesso ricopriva il ruolo di Assessore.
Inchiesta petrolio, Leggieri: gravissime le affermazioni di Ottati, Pittella deve dare molte spiegazioni al popolo lucano. Di seguito la nota integrale.
Le dichiarazioni dell’ex assessore regionale all’agricoltura – Michele Ottati – sono gravissime e meritano una operazione di verità.
L’attacco di Ottati a Pittella è diretto e circoscritto. Dichiarazioni che mostrano un Presidente della Regione asservito ai poteri forti. Un Presidente parte integrante di un sistema marcio che ha avvelenato la nostra terra con complicità da parte di amministratori locali, dirigenti regionali e apparati politici.
Un attacco che dimostra che fra il petrolio e l’agricoltura, nella nostra Regione, il Presidente Pittella ha scelto di difendere gli interessi dell’ENI e della TOTAL.
Pittella deve dare spiegazioni di tutto quanto accaduto. Deve dare ai cittadini conto dei mancati controlli da parte dell’Arpab e della mancanza di intervento da parte della Regione. Pittella deve darci conto delle mancate risposte e non può limitarsi a dire che lui rappresenta la parte buona della Basilicata. La parte buona della Basilicata è rappresentata dai cittadini onesti che subiscono ogni giorno i danni provocati dalle politiche scellerate del Governo centrale e della Regione Basilicata.
La parte buona della Basilicata sono i cittadini che difendono l’ambiente, il territorio, gli agricoltori che lavorano nonostante le difficoltà legate ai disastri ambientali, gli operatori turistici che devono spiegare che la Basilicata non è solo scandali, inquinamento e disastri ambientali, i giovani che sono costretti a scappare dalla nostra Regione.
Pittella e il suo partito rappresentano invece la peggiore politica, quella politica asservita all’ENI e alla TOTAL, quella politica che ha svenduto la nostra terra per interessi di pochi soggetti.
Non possiamo accettare le chiacchiere del Presidente della Regione che vanta risultati che esistono solamente nella sua mente, ma che non spende neppure una parola per spiegare come è stato possibile che si avvelenasse la nostra meravigliosa terra senza che lui muovesse un dito.
Pittella deve smetterla di offendere l’intelligenza dei lucani e assumersi la responsabilità dei mancati controlli, delle connivenze, delle scelte assunte. Pittella deve assumersi la responsabilità delle mancanze del Dipartimento Ambiente della Regione, le responsabilità delle mancanza dell’Assessore all’Ambiente, le responsabilità per aver voluto mettere il bavagli o a tutti coloro che denunciavano le nefandezze che venivano compiute e vengono compiute nella nostra Regione.
Gentile Ottati, non ceda ai ricatti dei poteri forti, i cittadini e i lavoratori onesti sono dalla sua parte : quanto le è costato rinnegare la continuità con la vecchia giunta a guida De Filippo e di cui quella del gladiatore Pittella ne è la naturale prosecuzione e restaurazione con la cooptazione del più accondiscendente assessore e pari partito Luca Braia cognato della senatrice Antezza e della di lei sorella e consigliere del P.D. Antezza Annunziata per puro caso dipendente della U.E.C.A. Gentile Ottati, cittadini cari contribuenti , dal giornale di regime Basilicata net, dopo l’intervento dell’assessore Braia del 08.02.2016 ore 17:04 , noi cittadini, e sudditi leggiamo quello della onorevole Antezza, sua e non solo politicamente, affine, del 19.02.2016 > 09:26 e dal titolo impegnativo : Agricoltura: Antezza (Pd), altro tassello per competitività settore
Gentile Ottati , nella elaborazione, altamente scientifica, delle analisi SWOT del PSR Basilicata 2014-2020 nessuna menzione, tra i punti di debolezza interni , al contempo una minaccia, è fatta del pericolo di perdere i fondi comunitari, come da lei paventato e che così si esprimeva:
“ Ci sono pratiche in ritardo per più di 4 milioni di euro che rischiamo di perdere perché in tutti questi anni non si è saputo lavorare in ex Arbea. A chi la colpa, non certamente a chi non c’era e vuole portare l’UECA ai livelli europei. In Basilicata l’unica cosa che interessa sono i problemi che mi esponi e non il lavoro che avrebbe dovuto essere fatto e non è stato fatto per via della mancanza di competenza a quasi tutti i livelli dirigenziali e non. Abbiamo bisogno all’UECA di Potenza di gente che voglia fare l’istruttoria delle pratiche in ritardo…..
E ancora ……In tutto il tuo discorso non metti in evidenza il danno creato agli agricoltori che debbono aspettare più di un anno per ricevere l ’aiuto o il contributo.
Se dovessi fare quello che mi consigli, avrei messo ancora di più a favore degli agricoltori.
POC, POS è l’unica cosa che interessa ai dipendenti di questa regione. Nella procedura di riassestamento dell’U.E.C.A. in direzione di un vero organismo pagatore, saranno previsti i dovuti cambiamenti ma le cose vanno cambiate progressivamente per non far aspettare ancora di più gli agricoltori. Mi puoi dire quante pratiche in ritardo all’ U.E.C.A e quale importo abbiamo subito il disimpegno per via dei pagamenti in ritardo. Certo non è colpa della sola U.E.C.A , è tutto il sistema amministrativo regionale ed enti collaterali (CAA)che hanno delle responsabilità.
Per anni, non si è lavorato come si doveva lavorare all’ARBEA. Te la devi prendere con la Giunta precedente. Questa Giunta sa dove vuole andare ed ha stabilito anche i tempi”
Tali erano le sue ultime parole prima di essere “defenestrato” e sostituito con il politico Braia cognato delle sorelle Antezza di cui una dipendente dell’Ufficio a lui direttamente riconducibile mentre l’altra non solo politicamente affine , componente in Commissione Agricoltura alla Camera per il partito democratico
Evidentemente il settore agricolo è terreno fertile per la ditta Antezza Braia un vero marchio IGP del PD e una garanzia certificata dal compagno Bersani che ne ha fatto, perfino, un modello da imitare ed esportare stiamo freschi !
Nonostante il danno alla immagine della pubblica amministrazione evidenziato nella intervista a Basilicata radio 2 del 25.09.2015.concessa ad un funzionario ex A.R.B.E.A. ora U.E.C.A. dove si è parlato di “Mafia dei colletti bianchi “ e non dimentichiamo che le spese legali e le grane giudiziarie ereditate dall’ARBEA e imputate al bilancio della regione con abile manovre contabili rientrando tra le spese del P.S.R. , costituiscono sicuramente una minaccia per i contribuenti e indubbiamente una ghiotta opportunità per i principi del foro che rientrano tra gli avvocati di fiducia della regione
Tali provvedimenti contrastano con l’art. 97 costituzione e violano le disposizioni di legge di cui all’ art. 5 comma 1, art. 7 comma 1, e comma 5 , del dlgs 30/03/2001 n. 165 , sono illegittime e devono essere semplicemente ignorate (“disapplicate”) in quanto contrarie ai principi di cui agli artt. 3, 51 e 97, 98 della Costituzione.
Pronunce della Corte Costituzionale e di Corte dei Conti che, forse, non contano nulla nello stato indipendente di Basilicata
Tutto in Famiglia e con buona pace della rottamazione, del riformismo e della falsa rivoluzione Renziana-Pittelliana