Quella scoperta dall’antimafia di Potenza è una vicenda già nota da anni. Una denuncia che spesso è stata fatta in completa solitudine. Con le dichiarazioni di ieri, del procuratore antimafia, abbiamo preso coscienza che la Basilicata, non solo non è più un’isola felice ma, è anche una terra inquinata da una politica collusa e colpevole per aver concesso la predazione e la distruzione di un intero territorio.
Una condotta che è stata evidenziata dalle numerose verifiche e analisi che Giuseppe Di Bello (già tenente della Polizia Provinciale di Potenza) ha compiuto nonostante le avversioni e le omissioni delle Istituzioni che erano chiamate a vigilare e tutelare le operazioni di estrazioni, smaltimento ed emissioni.
La giornata di ieri rappresenta un punto di svolta che la comunità lucana deve cogliere e sostenere, un dato politico che va alimentato in previsione del prossimo referendum.
La regione Basilicata ha la necessità di rinnovare una classe dirigente che in questi anni ha dimostrato di essere complice colpevole di un’azione che ha ridotto il territorio lucano a una pattumiera e ad una gruviera, violentando paesaggi, inquinando falde e bacini idrici, oltre a desertificare un territorio con politiche scellerate e deleterie.
Come Movimento Federalista Lucano continueremo la nostra battaglia a difesa del nostro territorio e della nostra gente, convinti che il futuro di una comunità passa attraverso un utilizzo sostenibile e compatibile delle nostre risorse, attraverso la difesa della nostra principale risorsa, cioè l’acqua, ovvero sorgenti, bacini o mare, e scongiurando qualsiasi ulteriore trivellazioni ed estrazioni.
La regione Basilicata deve puntare su altri settori e con altre logiche più utili ad una comunità che a logiche di potere.
In soli sette anni, dal 2014 al 2020, arriveranno in Basilicata ben 2,4 miliardi di euro di fondi area, obiettivo 1, a fronte di 1,6 miliardi di euro erogati a Regione e Comuni e rinvenimenti dalle royalties del petrolio, in 16 anni di estrazioni petrolifere senza un efficace controllo.
Basterebbero già queste cifre per immaginare che il futuro non è e non può essere legato alle estrazioni, ma deve legarsi ad investimenti in agricoltura e zootecnia di qualità, alle bonifiche per restituire salubrità ai territori, al turismo.
Apr 02