Il capogruppo di Realtà Italia riflette sulla casualità del terremoto giudiziario alla vigilia del referendum e chiede un futuro pulito e sicuro, alternativo al fossile. Di seguito la nota integrale.
La posizione del sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, è la posizione di Realtà Italia.
“La maxi-inchiesta della Dda di Potenza ha generato un terremoto politico-imprenditoriale che getta un’ombra sinistra sulla gestione del petrolio in Basilicata. Se quanto emerso venisse confermato in sede processuale, saremmo di fronte a fatti gravissimi, abbiamo sempre chiesto di potenziare i controlli, abbiamo lanciato molti allarmi, nonostante le rassicurazioni, soprattutto negli ultimi mesi”, le parole del sindaco Cicala pienamente condivise dal gruppo Realtà Italia.
La Basilicata è la Regione promotrice del referendum – ha sottolineato il capogruppo di Realtà Italia Galante- e che tutto questo terremoto politico e giudiziario accadaproprio in Basilicata alla vigilia di un importantissimo referendum, che ha in sé un significato politico straordinario, non è casuale.Ribadendo che le sfide che siamo chiamati a raccogliere ci chiedono di essere efficienti ed efficaci, capaci custodi del bene comune e degli interessi dei cittadini.Il referendum è un prodromo del futuro di questo Paese che non potrà realizzarsi senza democrazia e senza partecipazione, come già affermato precedentemente, è giusto andare a votare e dire SI, perché serve per ridarci fiducia, serve perché una stagione politica complessa e difficile venga definitivamente archiviata, serve per dire al Governo che abbiamo capito gli errori, serve perché la condivisione, la partecipazione, la solidarietà sono valori che caratterizzarono positivamente una democrazia e la rendono moderna-dichiara il capogruppo di Realtà Italia Paolo Galante.
La tesi paventata dal governo “Vi togliamo le competenze perché pensiamo a tutto noi” – ha detto Galante- si è dimostrata gravemente deficitaria e su questa vicenda si è dovuto dimettere il ministro Guidi. L’emendamento che ha fatto dimettere il ministro è quello presentato dal governo alla legge di stabilità del 2015 e approvato dal Senato nella notte tra il 19 e il 20 dicembre del 2014. L’emendamento modificava un comma del decreto legge del 9 febbraio 2012, che stabiliva la competenza del governo nel dare autorizzazioni per la costruzione e la gestione di impianti per l’estrazione di oli minerali, aggiungendo che l’autorizzazione spettava al governo anche per “le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle connessioni di coltivazione”.
Intollerabile – ha sottolineato Galante- che la Basilicata venga dipinta come se fossimo ai tempi di “Cristo si è fermato a Eboli”, come la terra dimenticata da Dio e dalla storia, come racconta nel suo scritto Carlo Levi, come se fosse una regione feudale rappresentandola come la regione più sottosviluppata d’Italia, considerazioni dette da chi in Basilicata non è mai venuto e che parla senza conoscerla. Il Texas d’Italia ha una sua storia, la tendenza allo sviluppo regionale con l’introduzione della politica regionale europea di coesione, il radicamento dell’industria Fiat a Melfi, lo stesso petrolio, la conservazione delle risorse idriche e naturali, il riconoscimento di Matera a capitale della cultura europea, tutti fattori di una regione che guarda sempre di più ad una dimensione europea. La scommessa della Basilicata: la capacità di mettere in campo azioni e programmazioni capaci di renderla una regione d’Europa moderna.
Il fossile – afferma il capogruppo di Realtà Italia- non è il futuro, bisogna lavorare per costruire l’alternativa al fossile. Basta, è giunto il momento di costruire, attraverso la ricerca e l’innovazione, una via dolce alternativa per abbandonare le fonti fossili. Come cittadini è nostro diritto e dovere chiedere per l’Italia e l’Europa un futuro pulito e sicuro, esistono energie che sono rinnovabili, efficienti, accessibili a tutti e senza effetti collaterali per l’uomo e l’ambiente.
Conclude il capogruppo di Realtà Italia- che è altresì gravissima l’affermazione riferita al Presidente Pittella circa una sua condanna, tra l’altro mai intervenuta, prodromica di un attacco all’unità della regione Basilicata.
Scandalo petrolio, Tancredi e Giordano (Ugl): “Chiediamo chiarezza”. Di seguito la nota integrale.
“L’Ugl ritiene necessario fare chiarezza su ciò che sta emergendo in queste ore in modo che tutte le responsabilità si delineino in maniera chiara e che chi ha sbagliato paghi. Le vicende degli ultimi giorni necessitano che i diversi livelli istituzionali facciano totale chiarezza su quanto è nel loro potere per tutelare la salute dei cittadini e l’interesse della Basilicata con atti conseguenti su cosa si è consumato sulla vicenda estrazione petrolio. Non è tollerabile che si continui a fare polemica, su problematiche mai risolte. La gente è stanca di una politica che di fronte agli allarmi dei cittadini e di quanto da sempre è stato denunciato, ha sottovaluto la gravità della situazione. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare”.
Lo dichiarano il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano.
Per i sindacalisti, “l’inchiesta giudiziaria petrolio in Basilicata ci porta a pensare che non sono state mai adottare misure per garantire la salute dei cittadini, così come è stata incessantemente richiesta dall’Ugl una politica seria che non sottovalutasse e minimizzasse la gravità della situazione. Esprimiamo la massima fiducia nell’operato della magistratura e in quanti in queste ore di grande angoscia di tutta l’opinione pubblica stanno adoperandosi per accertare lo stato delle cose. La fermezza nelle decisioni e nei programmi doveva prevalere insieme al dovere di tutelare la nostra terra ma del petrolio, n’è stato solo un ennesimo colpaccio del Governo Renzi di sostenere la posizione unitaria di Regione e forze sociali ‘complici’, nel far credere ai lucani su ennesimi benefici ‘fantasma’ diretti ed indiretti legati al petrolio lucano, non facendo capire che il Governo sta con i petrolieri. Comodo non far partecipe ed escludere l’Ugl a qualsiasi tavolo – proseguono Giordano e Tancredi –, necessario per portare indisturbatamente al Ministro Guidi, la dovuta attenzione su un territorio, quello lucano, interessato dalle massicce, nei fatti incontrollate, estrazioni di idrocarburi e dalle tante criticità finora rimaste senza risposte e che proprio da queste nascono, le perplessità di una popolazione fatta precipitare nell’ansia ed a cui mai né il Governo e né tantomeno la Regione hanno fatto giungere rassicurazioni. Per l’Ugl – concludono i segretari – giova ricordare ai tanti attori che non hanno gradito mai la nostra presenza, compreso l’ex ministro, che il denaro derivante dalle attività petrolifere ha portato nella nostra regione il male alla popolazione. Il popolo lucano ha grande dignità e fierezza, a differenza di chi lo ha sfruttato e pensa solo alle sue grandi risorse e ricchezze”.