Numerosi cittadini e rappresentanti di associazioni ambientaliste e del mondo del volontariato, della politica e del sindacato hanno partecipato all’incontro promosso questa mattina in piazza Vittorio Veneto a Matera sui lavori in corso a Murgia Timone per il Parco della storia dell’uomo dal gruppo consiliare “Matera Civica” rappresentato in consiglio comunale da Pasquale Doria.
All’incontro sono intervenuti Paolo Manicone e il consigliere Pasquale Doria per Matera Civica, Lorenzo Rota per Centro Levi, Antonella Siggillino per Legambiente, Pantaleo De Finis per Ordine Architetti di Matera, Michelangelo Camardo per Codice 21, Dora Capozza per Italia Nostra, Eustachio Nicoletti per Cgil Matera, il presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, Michele Lamacchia. il sindaco di Matera, Domenico Bennardi e il segretario cittadino e consigliere comunale dei Verdi, Mario Montemurro.
L’evento pubblico è stato promosso per fare chiarezza sui lavori che si stanno effettuando a Murgia Timone, luogo unico e prezioso della nostra città e patrimonio dell’umanità.
Pasquale Doria, Consigliere comunale Matera Civica: “Non so se si possono fermare o meno i lavori, sicuramente quello che ho visto non mi è piaciuto affatto anche se non sono un tecnico. L’unitarietà dello spazio che conoscevo da bambino è stata purtroppo profondamente interrotta attraverso una serie di opere di cui non discuto la qualità tecnica ma quella estetica. Avevamo uno spazio unitario, adesso è frammentato in tanti episodio che seguono il progetto già approvato. Per quanto riguarda la tomba la presenza delle passerelle oscura l’importanza di quel monumento, il passaggio dal Cea al belvedere è diventato un sentiero con tonnellate di brecciolina che rappresentano la spesa più importante tra quelle sostenute e che poteva tranquillamente essere evitata. Per la Madonna delle Tre porte sono stati rimossi elementi che sono lì da secoli e sono crollati e sono stati aggiunti delle colonne, qualcosa che stride con la qualità del luogo, che ha una sua dignità e che ha una semplice lettura per quello che è, non ha bisogno di nessun effetto speciale, perchè il linguaggio agro-pastorale non inseguiva effetti speciali. Non so che cosa si può fare ma io dico che ci sono altri due interventi da fare, a Casalnuovo con un recupero dell’area in fase espositiva e sul Centro di geodesia spaziale. Agli organi preposti chiediamo di farci vedere questi progetti visto che siamo i destinatari del progetto. Il fatto che i lavori siano stati affidati a Invitalia e quindi al Ministero non significa che Matera non ha il suo diritto di sovranità territoriale per vedere i progetti. Questa mancanza di dialogo non va bene, non è mai negativo potersi confrontare sui fatti. Nessuno sta mettendo le mani avanti sui nuovi progetti ma almeno discutiamo insieme e non facciamo gli stessi errori che sono stati fatti finora. Non mi sembra che questo abbia uno sforzo economico. I lavori dovevano terminare nel 2019 ma si sono accumulati ritardi. Poi sono cominciati i lavori mentre eravamo in campagna elettorale. O facevamo campagna elettorale o ci occupavamo di questi lavori che partivano. Terminata la campagna elettorale ho proposto al nuovo sindaco di fermare i lavori in autotutela, perchè non c’è contenzioso in questo modo e provare a vedere i progetti. Io sono andato sul posto e la delusione è stata fortissima, è stato un pugno nello stomaco perchè sono stato condotto in quei luoghi da bambino da gente del calibro di Mario Tommaselli che mi ha insegnato a leggere il territorio in un modo e invece ho visto questi vialetti bianchi, questi muretti enormi, queste colonne di ingresso ad alcuni ambienti, questi recinti che non fanno parte della memoria del luogo stesso, che ha perso qualcosa, la sua anima”.
Michele Lamacchia, presidente Ente Parco Murgia Materana: “Ci sono degli interventi per il Parco della storia dell’uomo che risultano leggermente impattanti rispetto a quello che era l’altopiano murgico che conosciamo noi. Questo non significa che sono interventi errati, l’unico problema è la mancata condivisione a priori di queste iniziative e oggi ci troviamo ad essere bersaglio da parte di illustri concittadini che vedono questi interventi leggermente impattanti. Noi siamo dell’opinione che tutto è conforme a quello previsto nel piano del Parco, per cui abbiamo dato una assenso rispetto alle attività che si dovevano espletare. Questo non significa che non si possa rivedere, fermarsi un attimo e ragionarci sopra per eventualmente migliorare le attività previste”.
Con il contributo di ospiti esperti e delle istituzioni, i promotori dell’iniziativa hanno provato ad individuare un percorso condiviso e partecipato che possa preservare questi luoghi da operazioni irreversibili tutt’ora in atto a Murgia Timone.
Lorenzo Rota per Centro Levi ha ipotizzato anche un “danno ambientale” per il Parco della murgia Materana.
Dora Capozza per la sezione di Matera di Italia Nostra, ha dichiarato “Italia Nostra non può esprimere alcuna soddisfazione per quanto accade a Murgia Timone. Questo è un tema che sta molto a cuore alla nostra Associazione nazionale, anche perché il sottotitolo dell’incontro è: i percorsi condivisi e partecipati per la salvaguardia del Patrimonio”.
Noi soci cittadini e siamo in continuo con quelli nazionali su quanto accade nell’ambito delle politiche nazionali sui Beni Culturali per le quali il caso materano costituisce un esempio negativo specifico per quanto oggi visibile nei primi due realizzati, ovvero Preistoria e Civiltà Rupestre. Essi sono purtroppo ben inserito in una più generale concezione di valorizzazione del Patrimonio che sta interessando l’intera nostra penisola.
Per noi di Italia Nostra che, tra i primi, abbiamo reclamato che il Patrimonio fosse considerato entro il confine della giurisprudenza legata ai Beni Comuni, il tema di una valorizzazione volta alla tutela e alla fruizione compatibile con la dignità dei Beni e con la loro forza intrinseca, è obiettivo primario e globale. Non frammentato ma unitario.
Le riflessioni che scaturiscono dall’episodio dei 4 parchi per Matera, città dell’Uomo, che domani saranno raccontati ai cittadini, rappresentano una sconfitta per il pensiero che svelano, prim’ancora che per la loro realizzazione. Alla base dei suddetti parchi si prevarica infatti il valore del paesaggio culturale come specchio di se stesso, per renderlo paesaggio riflesso di un desiderio legato al godimento ludico estraneo ad esso.
Le logiche della crescita economica di un paese mediante l’uso spropositato del Bene Culturale tradisce la missione del Ministero stesso, il cui compito nell’ambito della valorizzazione è la comunicazione della sua qualità più autentica e non la deformazione di questo con amplificazioni o riduzioni. La tutela e la corretta educazione al Bene costituisce il mezzo unico per la creazione di un indotto, necessario ma non vincolante, per i Beni Culturali. E per il Paesaggio”.
Michele Capolupo
La fotogallery della manifestazione per i lavori in corso a Murgia Timone (foto www.SassiLive.it)