L’ambientalista materano Pio Abiusi fa il punto sullo stato dell’inquinamento che sarebbe presente nell’area circostante la discarica di Matera. Di seguito la nota integrale.
Pio Abiusi: “Parole al vento”
il 7 Marzo si è tenuta in quel di Matera la conferenza dei servizi di cui al piano di caratterizzazione previsto dal d.lgs 152/06 relativo alla piattaforma per rifiuti non pericolosi di La Martella, comunemente conosciuta come “la discarica di Matera”. La conferenza dei servizi è andata “sostanzialmente” deserta perché il dirigente comunale non aveva fatto i compiti a casa . Non aveva predisposto come prescritto l’analisi di rischio che si sarebbe dovuta discutere. Dopo aver formalizzato la non ottemperanza Arpab ed Asm non si sono presentati all’appuntamento, giustamente. C’era il rappresentante della Provincia, organismo funzionante a giorni alterni, e ben due della Regione. Matera con il suo paesaggio dei Sassi attrae sempre i regionali. I tre non hanno trovato di meglio che approvare come “punto di conformità” il piezometro “SP12” hanno dimenticato che il piezometro prescelto su 5 monitoraggi effettuati per ben 4 volte è risultato secco per cui non si è potuto procedere al prelievo di acqua e quella volta che è stata prelevata l’acqua si è potuto rilevare che i solfati erano oltre il doppio del valore consentito. Vogliamo prenderci in giro o mettiamo le basi per dire che è tuttoapposto? Si dirà che se il piombo, il selenio, l’alluminio, il ferro, il nichel, il manganese ci sono quelli non hanno interessato la discarica e tanto meno l’area in osservazione. L’anello al naso non ce lo abbiamo! Ai tre è stata consegnata anche una bella relazione ripetuta in tante occasioni in cui si dice testualmente.”L’inesistenza di una circolazione sotterranea degna di nota è stata appurata a seguito dello studio geochimico sui suoli dei siti industriali svolto dall’Agrobios – Cartografia Geochimica per il Controllo Ambientale dei Siti Industriali di Viggiano, S. Nicola di Melfi, Valle di Vitalba, Baragiano e Matera (Jesce e La Martella. Lo studio ha evidenziato come i 149 piezometri istallati, sia interni all’area di discarica che esterni,non hanno segnalato la presenza di una falda sotterranea in quanto gli stessi erano risultati privi di acqua”. Ora se il Comune di Matera ha tra i suoi “tecnici” persone ignare si può comprendere, stessa cosa non si può dire per i due regionali tra cui un dirigente a tempo determinato con contratto in scadenza essi non possono non conoscere lo studio ISPRA che essi stessi hanno commissionato quando un’altra relazione di Agrobios eseguita per conto di Arpab fu reputata, giustamente, insufficiente. ISPRA ad Aprile 2016 ebbe a dire che ”è probabile che i sondaggi realizzati nelle aree industriali di Matera Jesce, Matera La Martella e Valle di Vitalba, sebbene attrezzati a piezometro, non abbiano intercettato la falda. Risulta necessario, quindi, un preliminare riscontro degli effettivi piezometri ad oggi esistenti e su cui disporre le successive attività di verifica“. Una relazione molto discreta e che faceva intendere come Agrobios nella sua attività avesse fatto altro e che quindi il suo lavoro andava “rivisitato”. La tanto criticata Arpab ha sottoscritto nella primavera scorsa un masterplan con Ispra per il rafforzamento della attività di monitoraggio delle acque di falda e sotterranee partendo dalla determinazione dei valori di fondo fino a riguardare le aree industriali ivi compresa quella di La Martella finalizzata anche a distinguere le eventuali pressioni antropiche dallo stato naturale di suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee. Perché i nostri baldi cavalieri regionali non hanno fatto riferimento a tutto ciò? Crediamo opportuno che il dirigente a tempo determinato, alla scadenza del contratto che è a breve lasci la poltrona.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità