L’ambientalista materano Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità affronta in una nota il problema dell’inquinamento nell’area industriale di San Nicola di Melfi. Di seguito la nota integrale.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità: “Ammettiamo di essere degli asini e corriamo ai ripari”
Anche in tema di asini ce ne sono di diversi livelli. Da quello tipico di chi fa il gioco delle tre carte e con il quale sta andando avanti sull’area inquinata della Martella a quello di chi si sta impegnando per capirci qualcosa ma con estrema fatica.
E’ il 4 marzo 2015 quando il dirigente preposto all’ambiente della provincia di Potenza curò una ampia e puntuale relazione sulle attività svolte dal suo ufficio per individuare i responsabili della contaminazione in essere nell’area industriale di S. Nicola di Melfi. Egli ha interessato nella sua indagine anche la polizia provinciale. La relazione si fermò al punto in cui non furono trovati riscontri da parte dell’Arpab e degli uffici regionali preposti, parlare del consorzio ASI è parlare di “scherzi a parte”. Rapportiamo il tutto a cosa avviene in Provincia di Matera dove c’è anche un dirigente preposto al ramo ma che di fare uno straccio di punto su quanto accade nell’area industriale di La Martella dove c’è una discarica che è eufemisticamente in osservazione non ci pensa nemmeno. Solo accennare alla polizia provinciale di Matera è volersi sbellicare dal ridere. La puntuale relazione di cui sopra venne inviata a tutti quanti erano interessati ma finì nel dimenticatoio fino a quando non venne richiamata nel corso di una conferenza dei serivizi relativa alla bonifica del sito di Fenice. I rappresentanti dell’Associazione Diritto alla Salute di Lavello, presenti come sempre in quelle conferenze dei servizi ne vengono a conoscenza ed insieme curiamo l’acquisizione del documento e lo veicoliamo con la dovuta pressione necessaria in questi casi. Ne nasce un incontro informale il 30-6-15 ed uno ufficiale il 9-7-16 e si decise di affidare ad Arpab l’incarico di relazionare sullo stato della rete di monitoraggio in essere nell’area di S. Nicola di Melfi tenuto conto che quella realizzata da Agrobios nell’ambito del progetto di cartografia geochimica non appariva idonea a monitorare la qualità delle acque di falda e sotterranee dell’area. Il sospetto che quella rete piezometrica composta da 130 piezometri non potesse essere idonea è apparso immediatamente mentre la rete dei 150 piezometri “presenti” nell’area industriale di La Martella e che pare introvabile per la parte in essere intorno alla discarica è stata alla base di ben due relazioni geologiche, regolarmente pagate dai cittadini materani, utili- si fa per dire- per l’improbabile rinnovo dell’AIA. Simpatica fu anche la relazione curata in 3a commissione regionale dell’assessore comunale di Matera e del funzionario regionale che gli faceva da spalla; essi valorizzarono il lavoro prodotto da Agrobios dimenticando però che nella relazione ISPRA della quale parleremo in seguito lo studio cartografico curato da Agrobios per l’area industriale di la Martella è stato indicato come non disponibile in tutte le voci. Che anche quel monitoraggio, relativo alla Martella, sia stato pagato “a fiducia” e poi è stato utilizzato per uno spregiudicato tuttappostimo ? Ci sono asini ed asini! Ritorniamo al luglio dello scorso anno e soffermiamoci sull’area industriale di S. Nicola di Melfi. Arpab non si dimostra alla altezza del compito e quindi il 1 Dicembre dello scorso anno l’incarico fu affidato ad Ispra per la verifica della funzionalità della rete piezometrica esistente nell’area industrriale di Melfi. Ispra fa i compiti a casa per benino e presenta un lavoro davvero pregevole ad aprile 2016. Adesso bisogna dare gambe alla fase progettuale che è stata tracciata con puntualità. Bisogna individuare il direttore d’orchesta e cioè il soggetto che curerà la gara di un appalto atto a monitorare tutti i piezometri esistenti ed a valutarne la funzionalità ed il funzionamento; dovrà integrare, eventualmente, la rete e dismettere quei piezomertri non più utili o utilizzabili. Appare evidente come non ci sia più tempo da perdere ed è necessario ritornare ad ISPRA e chiedere che realizzi questa seconda fase senza inventarci soggetti ( Arpab o consorzio Asi) che al momento esistono solo sulla carta. Abbiamo bisogno di sapere tutto con urgenza anche perchè terminata questa nuova fase propedeutica verrà il momento del monitoraggio vero e proprio e che permetterà di caratterizzare l’intera area.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità