INQUINAMENTO BASENTO: BENEDETTO, POSITIVO IL LAVORO DELL’ARPAB
“I dati e la relazione tecnica dell’Arpab pubblicate sul sito dell’Agenzia allontana ogni dubbio: gli agenti chimici che hanno determinato l’inquinamento riscontrato nel fiume Basento, a valle dello scarico dello stabilimento Mythen, sono gli stessi contenuti nello scarico della stessa azienda. E’ questo il comportamento che ci aspettiamo dall’Arpab: trasparenza, intervento immediato, garanzia per i cittadini”. E’ il commento del presidente del Gruppo IdV Nicola Benedetto per il quale “i controlli e le indagini devono essere intensificati lungo l’intero tratto del Basento che riguarda la Valbasento compreso l’area a valle di Tecnoparco. Per troppo tempo l’area industriale della Valbasento – aggiunge – ha goduto di una scarsa attenzione istituzionale e da parte degli organismi tecnici preposti alla vigilanza ambientale, per non parlare di casi di chiusura di un occhio. L’Arpab ha invece dimostrato che è possibile intervenire e ci auguriamo anche prevenire situazioni di inquinamento ambientale e di danni alla salute”.
Secondo il presidente del Gruppo IdV “il nuovo corso avviato dall’Arpab sarà sicuramente reso più efficace attraverso il ddl della giunta regionale con il quale si ridisegnano compiti e funzioni, si rafforzano gli strumenti a disposizione e si recupera la credibilità perduta con la vicenda Fenice. Il provvedimento della giunta – conclude Benedetto – ha comunque bisogno di alcune integrazioni e modifiche attraverso un lavoro di approfondimento e di confronto che non deve essere limitato alle Commissioni Consiliari competenti e al Consiglio Regionale ma va allargato alle associazioni ambientaliste, a comitati popolari e civici che si sono mobilitati in questi mesi. Dalla Finanziaria 2011 ci aspettiamo inoltre un primo segnale di discontinuità nelle politiche di tutela dell’ambiente e del territorio”.
Consigliere regionale Nicola Benedetto (IDV)
Riceviamo e pubblichiamo sulla vicenda che riguarda la Mythen anche il contributo di Pio Abiusi per conto dell’associazione Città Plurale Matera
Esattamente due anni fa dicevamo che il Corpo Forestale dello Stato, stazione di Salandra, su denuncia di un cittadino, aveva prelevato campioni di acqua dal fiume Basento in prossimità di uno scarico presente nella zona industriale di Ferrandina. Le analisi confermarono la presenza di composti inquinanti con valori oltre i limiti stabiliti dalla normativa ambientale in tema di acque di scarico provenienti da insediamenti industriali. Il direttore di produzione dello stabilimento era stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Matera e la ditta responsabile della produzione del liquido inquinante risultava avere già precedenti segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per analoghi reati. Per riservatezza delle indagini non fu dato sapere quale fosse lo scarico e quale lo stabilimento industriale interessato. C’è voluto Fenice per cominciare a parlare in Regione di Trasparenza ed Accesso Pubblico ai Dati. Solo lo scorso anno il Comitato Diritto alla Salute di Lavello era presente da” Carbonaro” quasi invisibile alle conferenze dei servizi che si tenevano su Fenice ed oggi grazie alle manifestazioni di piazza tutto si è capovolto.
Il lucano è famoso per le sue doti di estrema pazienza ma ad ogni cosa c’è un limite. Per riprendere il discorso delle A.I.A. diciamo che scoprimmo, qualche mese fa, che anche Siderpotenza,oltre a Fenice era in attesa di una A.I.A. ormai da 5 anni e dicemmo che a quel punto erano due gli impianti che presentevano criticità e che erano in attesa di A.I.A. Peccammo di ottimismo. Crediamo proprio che, purtroppo, l’elenco non sia aggiornato perché bisogna aggiungere la Mythen. Dove è la clava che usa l’assessore Mancusi e perché non la indirizza verso la Mythen? L’A.I.A. è un strumento che permette di intervenire per effettuare controlli ambientali improvvisi e non programmati nell’interno dell’azienda , è uno strumento che stabilisce i livelli delle emissioni in atmosfera, di effettuare controlli sulle acque reflue , sulle emissioni sonore e molto altro. Il monitoraggio si effettua per tutte le predette componenti e nel caso di Mythen dovrà essere stringente, in continuo e con dati resi immediatamente pubblici sui reflui stante l’attuale modalità di trattamento degli stessi.Neppure il monitoraggio di quanto viene immesso in atmosfera è da sottovalutare. L’impianto delle centraline della rete di monitoraggio dovranno essere a carico dell’azienda come sempre più spesso viene richiesto a quelle che operano nel territorio lucano. Nel caso di Mythen è giusto che l’azienda si sobbarchi i costi dei monitoraggi visto che, ha goduto di importanti contributi pubblici per realizzare nuove linee di produzione. Va bene tutto: l’aumento di produzione, l’incremento degli utili, l’aumento degli addetti ma non va bene che le risorse pubbliche servano anche per inquinare impunemente e senza che nessuno possa controllare.
Pio Abiusi – Città Plurale-Matera