“Le notizie di contaminazione delle acque sotterranee nei pressi di un pozzo petrolifero in territorio di Montemurro, nell’area del Lago del Pertusillo, sono l’ennesima prova che la battaglia avviata negli anni perché il “tesoretto” derivante dalle royalties del petrolio fosse indirizzato anche per la salvaguardia del Lago, attraverso il finanziamento di un progetto di lavori di ammodernamento e rifacimento della rete fognaria dei comuni e delle contrade rurali della valle e di realizzazione di una “fascia protettiva” dei pozzi contermini al Lago, ha una doppia valenza: di tutela ambientale-territoriale e di priorità per opere infrastrutturali essenziali al territorio ed in grado di produrre nuova occupazione edile”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio per il quale “sono certo che anche in quest’occasione l’Arpab non farà mancare il suo parere e quindi i suoi dati, come è accaduto nel recente passato, ma il problema non si risolve con la contrapposizione o magari l’intensificazione di indagini tecnico-scientifiche. Siamo alla conferma che la forte sollecitazione che ho sostenuto puntualmente in occasione di ogni manovra finanziaria di bilancio regionale, le iniziative dell’Assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza Massimo Macchia e del consigliere provinciale Vittorio Prinzi finalizzate a dare priorità alla “mappatura” degli scarichi di acque reflue specie nelle aree rurali contermini al lago ed ogni potenziale fonte di inquinamento, a partire dai pozzi, sono la strada giusta nella direzione di individuare soluzioni di efficace e sicura prevenzione. Purtroppo l’avvio del funzionamento dei nuovi impianti di depurazione di ultima generazione, con relativi collettori, di Montemurro, Spinoso, Grumento e Tramutola (a servizio anche di Paterno, Marsicovetere-Villa d’Agri e Viggiano) Comuni che come è noto si affacciano sul lago del Pertusillo non è sufficiente se, come più volte ha ribadito il direttore dell’Arpab, tra i tanti casi accertati già 400 riguardano discariche abusive in aree agricole dove sono presenti aziende. Quando abbiamo sollecitato una rimodulazione del POV (Programma Operativo Val d’Agri) e un rifinanziamento dello stesso, abbiamo pensato specificatamente ad un progetto di lavori di ammodernamento e rifacimento della rete fognaria dei comuni e delle contrade rurali della valle da finanziare proprio attraverso le royalties. Non si può inoltre sottovalutare che è stata definitivamente accertata la presenza di sostanze riconducibili agli idrocarburi nei fondali del Pertusillo e che, pertanto, non sono ammesse distrazioni o disattenzioni rispetto all’impatto delle attività petrolifere sul territorio. Diventa, pertanto, urgente – dice ancora Autilio – fare il punto insieme con la Provincia che, attraverso l’assessore all’Ambiente, Massimo Macchia, sin dal primo ‘grido d’allarme’ è impegnata per andare oltre l’emergenza, per verificare cosa non ha funzionato nelle misure di salvaguardia ambientale e tutela specie di acque sorgive e sotterranee. Credo sia superfluo evidenziare la rilevanza che il lago del Pertusillo, all’interno del Parco Nazionale Val d’Agri, riveste come attrazione per settori di turisti e visitatori dello stesso parco. Inoltre è necessario tranquillizzare i residenti del comprensorio e gli appassionati della pesca sportiva, gli agricoltori ed allevatori, per allontanare definitivamente ogni sospetto sulle cause e la natura dell’inquinamento più volte accertato. La tutela del lago è ovviamente la condizione imprescindibile per attuare l’accordo di Area Vasta che prevede un investimento di 2.500.000 di euro per un moderno e compatibile adeguamento delle strutture ricettive, di fruizione lungo il lago, compresa la balneazione di un tratto e la sua navigabilità”.
“L’Ugl Basilicata chiede al direttore generale dell’ARPAB, dott. Raffaele Vita che sul presunto inquinamento di acque sotterranee che fuoriescono da una falda poco a Est del pozzo petrolifero di
reiniezione Costa Molina 2, in territorio di Montemurro, si faccia piena luce per il bene del territorio, la salute e l’incolumità dei cittadini lucani”.
E’ quanto dichiarano congiuntamente il segretario regionale generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi ed il membro della confederazione lucana, Pino Giordano i quali invitano la prof. Colella a proseguire nell’appurare ancora di più su tali acque, e l’ARPAB a tranquillizzare i cittadini che vivono nell’angoscia sia per i danni economici che subiscono poiché tali acque rendono sterile il terreno su cui scorrono in superficie, impedendo la crescita della vegetazione ma in special modo, per il terrore sulla loro salute”. L’Ugl Basilicata ricorda alle istituzioni regionali ed all’ARPAB “che diversi sono gli incidenti citati in letteratura su episodi di inquinamento del suolo, sottosuolo e falde acquifere, ad opera di queste acque di produzione: nel 1999, secondo notizie di stampa, si sarebbe verificato un incidente all’incamiciatura del pozzo Costa Molina 2. Per tanto i cittadini lucani hanno bisogno di verità, confidiamo sulla ricerca ch’è in itinere, con la realizzazione di altre analisi di acque, di suoli e di terreni, nell’auspicio di addivenire ad una interpretazione certa e ben documentata il prima possibile”.
Autilio se ne andasse a casa, non ha capito nulla e non ha voluto capire nulla.
Credo che sia anche su rimborsopoli e quindi ” impresentabile”, è rimasto senza parito.
A questo punto parlare con i morti è tempo perso e mi fermo qui.