Torna alla ribalta il tema dell’inquinamento dei torrenti Jesce e Gravina. Con due solleciti il Parco della Murgia materana aveva chiesto un intervento immediato per la soluzione del problema agli assessori regionali all’ambiente di Puglia e Basilicata. L’assessore lucano Mancusi ha inviato una replica in cui si ribadisce che “la Regione sta lavorando per risolverlo e che se il presidente dell’Ente Parco Pierfrancesco Pellecchia ritiene di poter far meglio si faccia avanti”. Riportiamo di seguito le due note integrali.
INQUINAMENTO DEI TORRENTI JESCE E GRAVINA IL PERSEVERARE NELL’INERZIA
Con nota scritta del 26 settembre scorso e un nuovo sollecito datato martedì 18 ottobre, entrambi inoltrati all’Assessore Mancusi della Regione Basilicata e all’Assessore Amati della Regione Puglia, l’Ente Parco della Murgia Materana ha richiesto incisivamente l’attivazione di un intervento immediato per la soluzione dell’annosa questione relativa all’inquinamento del torrente Jesce, causato dal non funzionamento dell’impianto di depurazione della città di Altamura. La confluenza delle acque inquinate del torrente Jesce nel torrente Gravina è causa di degrado ambientale e pericolo per l’intero ecosistema, e tale stato delle cose determina una gravissima emergenza ambientale, per giunta all’interno di un’area protetta qual’è il Parco della Murgia Materana parte integrante del sito UNESCO. Stante l’urgenza della denunciata situazione, gli Enti istituzionalmente competenti hanno il dovere e l’obbligo di attivarsi immediatamente per risolvere in maniera definitiva un problema che mette in pericolo l’integrità dell’ambiente e del patrimonio naturale nonché, soprattutto, la salute delle persone. Lo stato di deterioramento e degrado dei luoghi, causato dagli scarichi inquinanti, comporta un evidente danno ambientale con conseguenti responsabilità collegate al configurarsi di reati contro la salute pubblica e contro l’ambiente, in linea con la nuova normativa. Il perseverare nell’inerzia è un fatto molto grave considerato l’interesse prioritario della salvaguardia dell’ambiente e della tutela del diritto alla salute e del benessere della comunità.
Il Presidente del Parco della Murgia Materana Pierfrancesco Pellecchia.
Torrenti Iesce e Gravina: Mancusi replica a presidente Parco Murgia
“Siamo stati prontamente sul problema e stiamo lavorando per risolverlo. Se ritiene di poter far meglio si faccia avanti”.
“Nello scorso mese di giugno, a poco più di un mese dall’insediamento di un apposito gruppo di lavoro da me voluto, abbiamo individuato le cause dell’inquinamento dei torrenti Iesce e Gravina che sono originate nel territorio della vicina Puglia. I vertici del Parco della Murgia Materana dovrebbero ben saperlo. Da quel momento stiamo lavorando per ottenere una soluzione del problema con una pressione costante sulle istituzioni della regione vicina, ma se il presidente del Parco ritiene di poter ottenere risultati migliori dei nostri, nei fatti oltre che nelle parole, siamo pronti a cedergli il passo”. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Agatino Mancusi, commentando la lettera inviata ieri dal presidente Pellecchia.
“Normalmente – ha detto Mancusi – le istituzioni si confrontano tra loro. Quando c’è bisogno di parlarsi a mezzo stampa o ci sono problemi o aspirazioni di visibilità. E in entrambi i casi siamo disponibili a fare spazio a chi ritiene di essere pronto a occuparlo”.
Sulla vicenda legata all’inquinamento dei torrenti Jesce e Gravina interviene nuovamente l’ambientalista materano Pio Abiusi, in rappresentanza di Città Plurale Matera. In proposito Abiusi ha inviato una lettera inviata al Presidente della Regione Puglia Niki Vendola avente ad oggetto il “corretto funzionamento del depuratore di Contrada Sgarrone in agro di Altamura”.
Signor Presidente, il consigliere regionale della Regione Puglia Michele Ventricelli ebbe a dichiarare, molto soddisfatto, che il Comune di Altamura aveva finalmente il suo depuratore in funzione. Si era nell’Ottobre del 2009 e finalmente il depuratore di contrada Sgarrone, costato 13 Meuro era pronto per soddisfare le esigenze di 71 mila abitanti.La storia di quel depuratore è molto lunga si parte da oltre venti anni fa per arrivare al 2002 quando si decide di ampliarlo.Nell’Ottobre del 2006 si esulta : “stop agli scarichi di fogna dal depuratore”Un codazzo di autorità visitano il cantiere che interessa l’ampliamento dell’impianto portandolo a norma ed in grado di servire una popolazione fino a 74 mila abitanti mentre il precedente serviva una popolazione pari a 30 mila.Il 22 Giugno 2007 con un comunicato stampa il Comune di Altamura annunzia che i lavori di adeguamento sono ultimati.Nella menzionata nota del Consigliere Ventricelli egli ebbe ad affermare che l’ingegner Mauro Spagnoletti, amministratore della società Pura collegata ad Aqp e si occupa, nel caso in oggetto in maniera infelice, della gestione degli impianti di depurazione, ha dato precise garanzie e che in 60 giorni tutto sarebbe andato a regime, si era al 8 Ottobre del 2009. Sia il predetto consigliere che il presidente della V Commissione Pietro Mitra si dichiararono soddisfatti del risultato ottenuto , questo ultimo ebbe anche a sottolineare “l’utile ruolo di stimolo, che svolge questo organismo istituzionale”. Sic!! Il nostro ha continuato dicendo : Quella che i cittadini di Altamura attendono da anni,( non solo loro ndr.), è una importante opera che servirà a coprire le esigenze di 71.000 abitanti (ultimo censimento del comune); un depuratore che risponde ai limiti della tabella 4, che secondo i tecnici, è quella più restrittiva e cautelativa da un punto di vista dei vincoli, “un impianto cosiddetto biologico”Qualcosa non ha funzionato, Signor Presidente.Arriviamo al 26 Giugno dell’anno in corso e dopo aver tirato per la giacca a più riprese le autorità lucane preposte, l’assessore regionale all’Ambiente della Regione Basilicata, Agatino Mancusi, ebbe a dichiarare che nasceva in Puglia l’inquinamento del torrente Jesce ed infatti il Torrente Gravina di Matera, per il tratto a monte della confluenza con il Torrente Jesce, presenta valori di inquinanti al di sotto dei limiti consentiti mentre a valle della confluenza vede gli stessi valori schizzare oltre i limiti, risultando inquinato. L’ inquinamento è dovuto, quindi, all’apporto del Torrente Jesce così come confermato anche dai valori rilevati in prossimità del confine regionale. Il Corpo Forestale dello Stato ha provveduto, l’8 giugno scorso, a comminare 18 sanzioni amministrative per un importo complessivo di €. 81.000,00 (ottantunomila) e deferite all’Autorità Giudiziaria 9 cittadini. Alcuni agricoltori scaricavano, senza alcun preventivo trattamento, le acque reflue provenienti dagli allevamenti zootecnici direttamente negli impluvi naturali tributari del torrente Jesce., questo per dimostrare come l’attenzione su quel torrente, per la parte lucana sia massima. L’indagine era partita quanto i tecnici dell’Arpab rilevarono come l’acqua già inquinata al confine con la Puglia risultava ulteriormente di inquinata alla confluenza del torrente Gravina. Di fronte a dati inoppugnabili anche la vicina Regione Puglia non mancherà di intervenire diceva l’assessore Mancusi ma sembra che le linee telefoniche con l’amministrazione da Lei presieduta si siano interrotte e la richiesta di intervento non è giunta. Con i potenti mezzi dell’associazionismo e che l’11 ed il 12 Giugno scorso hanno ottenuto un risultato sorprendente dalla consultazione referendaria proviamo a metterci in contatto ed a chiederle, con la presente, di intervenire per ripristinare il rispetto della legalità ben conoscendo la Sua sensibilità in materia. Certi di positivo riscontro Le auguriamo buon lavoro.
Pio Abiusi – Città Plurale Matera
Nota dei Verdi della Provincia di Matera sottoscritta dal coordinatore Provinciale Costituente Ecologista Michele Olivieri
I Verdi della Provincia di Matera plaudono alla presa di posizione assunta dal Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana per quanto riguarda l’inquinamento dei torrenti Gravina e Iesce.Nel contempo siamo mortificati per il persistente inquinamento dei torrenti che perdura da tanti anni ormai. Sino ad oggi nonostante le tante denunce di tutto il mondo ambientalista, compresi i Verdi, nulla è stato fatto. In molti si pongono seri interrogativi: come mai la questione non è stata mai risolta?, quale ruolo o responsabilità hanno avuto le istituzioni a vari livelli in tutti questi anni ( Comuni, Province, Regioni)?, in quali impedimenti sono incappate le pubbliche amministrazioni tali da non permettere di risolvere questa catastrofe ambientale che il nostro territorio è costretto a subire. Le istituzioni hanno il sacrosanto dovere di informare l’opinione pubblica di quanto è avvenuto e di rimboccarsi le maniche da oggi in poi assumendosi responsabilità morali e politiche se si vuol essere considerati buoni amministratori. Capiamo che il problema è complesso perché i territori interessati appartengono a più comuni e province di regioni diverse, ma quando parliamo di disastro ambientale siamo figli di un’unica madre ( la Terra), quindi ci corre l’obbligo di affrontare e risolvere in breve tempo, attuando la politica del far sistema tra tutte le istituzioni. Un territorio sano assegna il grado di civiltà alla proprio comunità per come è gestito, al contrario ti dà la palma di appartenenza al Terzo Mondo (loro malgrado).
Coordinatore Provinciale Costituente Ecologista Michele Olivieri
PARCO MURGIA: FLOVILLA (VICE COORDINATORE REGIONALE UDC): “NON SERVE POLEMICA MA RESPONSABILITA'”
’“Il clima che si è creato intorno ai problemi ambientali del nostro territorio dovrebbe consigliare tutti, tanto più se rivestono ruoli istituzionali o politici di maggioranza, a non amplificare toni polemici ma a sforzarsi di ricercare atteggiamenti sempre e comunque di responsabilità, di dialogo e di proposta”. E’ quanto sostiene il vice coordinatore regionale dell’Udc Antonio Flovilla intervenendo in merito alle questioni di tutela del sistema delle Gravine Appulo-lucane sollevate in questi giorni con interventi di Pellecchia (Parco Murgia) e Dalessandro (Pd).“Il consigliere Dalessandro – sottolinea Flovilla – dovrebbe ben sapere che la politica e la ricerca di soluzioni ai problemi ambientali come sociali e di governo del territorio non si fanno attraverso esternazioni sui giornali. Il vicepresidente della Giunta Mancusi, opportunamente, ha ricordato questo aspetto al presidente del Parco della Murgia Pellecchia, il quale dovrebbe conoscere le azioni che la Regione sta mettendo in atto per la difesa dell’ambiente in quel territorio, e , proprio in un momento come quello attuale che ho richiamato, dovrebbe evitare che dichiarazioni, quanto meno incomplete, ingenerino sospetti infondati come se quelli esistenti nell’opinione pubblica non fossero già sufficienti.Da esponente del Pd, inoltre, Pellecchia, potrebbe provare a mobilitare i suoi colleghi di partito al governo in Puglia per ottenere il rispetto di ambiente, norme e relazioni istituzionali. Il vicepresidente lucano Mancusi, nella sua veste di segretario regionale dell’Udc – afferma Flovilla – se volesse semplicemente cercare la polemica avrebbe gioco facile per il comportamento di sottovalutazione dimostrato dalla giunta pugliese, ma invece ha inteso favorire soluzioni in nome della responsabilità politica. Un principio, questo, che dovrebbe ispirare l’agire di tutti quanti sono coinvolti a vario titolo nella tutela del sistema delle Gravine (lucani e pugliesi)”.